Referendum, l’Italia sceglie il No. I conti sbagliati di Renzi.

Terremoto politico per il governo. Renzi si dimette dopo la dilagante vittoria dei No al referendum. Ora occorre discernimento da parte della politica in una fase delicatissima per il futuro dell’Italia. Ecco un punto di vista, uno dei tanti. E voi, cosa ne pensate?

È il mattino del giorno 5 Dicembre : in Italia questa volta il terremoto riguarda la politica. Il No a Renzi è la forte risposta del popolo italiano alla riforma da lui voluta.

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La consultazione delle urne sorprende, ma non troppo. Era nell’aria qualcosa d’insolito questa volta: rabbia e forte contrasto tra le due parti divergenti!

Renzi aveva spinto la macchina del consenso troppo avanti, azzardando una vittoria che era solo nelle sue aspettative. Non aveva capito la forza morale e orgogliosa d’un popolo che ha sempre creduto nella sua Costituzione! Non che non si possa modificare, ma solo con razionalità e nelle parti che appaiono obsolete, senza stravolgerla.

Le ragioni del sì elencavano meriti, che pur essendo in parte effettivi, non venivano ad incidere sulla radice profonda d’una svolta voluta e caldeggiata dai vertici come conveniente ed opportuna per l’elettorato, ma essenzialmente attinente ad una sola questione politica: la libertà di scelta e di compartecipazione dei cittadini al governo del proprio paese. In fondo quella clausola: basta un sì, poteva sembrare quasi una preghiera : ditela ed al resto ci penso io, come alibi agli italiani imbarazzati, ma non sprovveduti come se non avessero altre soluzioni da suggerire.

Ecco, è intervenuto uno scatto d’orgoglio della cittadinanza tutta che assolutamente non vuole essere succube d’un piano di governo che si decide altrove.

Credo che sia questo il motivo d’una impennata decisionale che ha stravolto le decisioni dei vertici, ristabilendo una pagina bianca, su cui scrivere, come inizio d’un processo d’altronde comune agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna contro il diffuso conformismo di maniera. Certo ci sono numerosi altri motivi concomitanti di carattere istituzionale, storico e sociale, ma la ragione prima, che mi sembra di intravvedere in questa reazione popolare decisiva e forte, è questa.

Ora si tratterà di avere molto coraggio e discernimento e senso dello stato, che vuole essere libero e partecipe, per disegnare un assetto duraturo e stabile. E non è una cosa facile!

Gaetanina Sicari Ruffo

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Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

2 Commentaires

  1. Referendum, l’Italia sceglie il No. I conti sbagliati di Renzi.
    No! gentilissima signora. Bisogna guardare in faccia la realtà senza fare retorica. Non ha vinto un popolo orgoglioso e consapevole, hanno vinto i partiti che si sono scagliati contro la riforma. La percentuale dei voti del “No” rispecchia la maggioranza dei partiti che si sono resi contrari all’approvazione, inclusa la parte del PD. Non ha vinto la democrazia che in Italia non esiste, ha vinto la partitocrazia che in Italia governa fino dall’unificazione del Regno incluso il periodo fascista. Gli italiani seguono i partiti per i quali tifano, e non hanno un’educazione che gli permette di giudicare il buono e il cattivo della condotta politica. A scuola non si insegna come uno Stato dovrebbe esssere amministrato, si insegnano solo superficiali ideologie politiche. Che la nostra costituzione sia la più bella del mondo, lasciamolo dire a Benigni che fa il suo mestiere, gli italiani non la conoscono e non si sono mai preoccupati di capirla. Certo, con tutti i compromessi accettati da Renzi per accomodare tutti gli interessati, non era una bella proposta di cambiemento, ma questo è un altro discorso.

    • Referendum, l’Italia sceglie il No. I conti sbagliati di Renzi.
      Egregio Signore,

      nelle mie parole non c’è retorica, mi creda.Quando lei parla solo di partitocrazia, non ci vede bene. Le percentuali dei votanti al referendum non giustificano la carica dei partiti di solito interessati, a freddo, a raggiungere il loro obbiettivo. Molti, di solito astensionisti, hanno sentito il dovere di votare. Qui c’è stata una vera, appassionata risposta a difendere qualcos’altro che si chiama identità nazionale e senso di responsabilità.

      Il Presidente del consiglio Renzi chiamava in causa il futuro dei figli e dei nipoti e proprio per questo i votanti hanno inteso preservarli da avventure avveniristiche fuori posto, esclusi come sarebbero stati da decisioni prese da altri in politica, secondo una lunga catena di smontaggio della Costituzione.

      Rifletta bene:lei ha un cattivo giudizio degli Italiani che io respingo: non è vero che essi non conoscono la Costituzione e che a suola non la s’insegni. Sono una docente che ha imparato ad amarla e a farla amare ai giovani. Posso testimoniarlo, c’è scritto persino nel mio libro. Potrebbe dire questo se fossero passati molti più secoli e se la sua memoria si fosse sbiadita.

      La Costituzione è relativamente giovane e la nostra generazione, finchè vive, è la sua custode.

      Gaetanina Sicari Ruffo

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