Siracusa, Andrea Chisesi, la modernità che s’ispira al passato

A Siracusa il viaggio continua. Mi lascio alle spalle l’immensa e suggestiva piazza del Duomo, inoltrandomi per via Capodieci, una stradina leggermente in discesa, le cui facciate dei palazzi a destra e sinistra mostrano il loro imponente barocco. Sullo sfondo la fonte Aretusa. Più in là il trasparente mare di Ortigia. Uno scenario fiabesco!

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A metà strada sulla sinistra, l’atelier del pittore Andrea Chisesi, un artista milanese che nel 2008 apre il suo studio, proprio in quest’angolo di Siracusa. Ma l’esperienza ha inizio nel 1998 a Milano in Porta Venezia, dove inizia a sperimentare la tecnica che lui stesso definisce “Fusione” tra pittura e fotografia. Da allora ad oggi, la fotografia di ritratto sarà per l’artista l’attività principale che lo porterà a pubblicare su prestigiose riviste e a ritrarre nel suo studio, ma anche sui set cinematografici, attori, scrittori, musicisti di fama internazionale come Harvey Keitel, Robbie Williams, Ken Follet, James Ellroy, Rutger Hauer e Kasia Smutniak. Dal 2008, nonostante i successi in campo fotografico, Andrea Chisesi continua a sperimentare la pittura e la fotografia, sovrapponendo le due tecniche.

Tecnica che chiedo di illustrarmi. Una preparazione della tela pittorica con il colore acrilico ed il gesso di Bologna, poi lo scatto fotografico che sovrappone alla pittura ed infine il ritocco con la sovrapposizione di colori di alcune parti.

Un’esecuzione dalla quale scaturiscono autentici capolavori!

E’ il presente che fa ricorso al passato, reinterpretandolo, rileggendolo, chiosando una pagina antica con l’amore infinito dell’artista che naviga a vele spiegate verso nuovi mondi consapevole della lezione che gli proviene dai suoi predecessori, e verso i quali mantiene un doveroso ossequio e il rispetto del riconoscente allievo verso il proprio Maestro.

Fuoco della San Lorenzo

Quando non progetta “Fusioni”, Chisesi realizza i suoi “Vortici” ed i suoi “Fuochi” d’artificio che rappresentano la vita, ed in ogni vortice c’è un equilibrio tra colori e forme che conquistano l’occhio del visitatore con il dinamismo del “dripping”: i suoi fuochi d’artificio rievocano i suoi ricordi d’infanzia delle feste popolari siciliane, che sono sempre accompagnati da figure rappresentanti la coppia, il popolo o l’uomo solo che assiste all’artificio della propria vita. Due percorsi pittorici che l’Artista porta avanti parallelamente.

La Mostra Personale “Matrem” allestita a Ortigia – Siracusa, Galleria Civica d’Arte contemporanea Montevergini fino alla fine del mese, permette di ammirare quarantacinque splendide opere dedicate alla natura, la madre di tutte le cose. I monocromi sono realizzati con il Matrem Tanacetum parthenium (particolare tipo di fiore). Simboli per eccellenza di quanto vi sia di più effimero sul nostro pianeta, i fiori che hanno esercitato un fascino permanente sull’occhio degli artisti.

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I fiori – mi ricorda Andrea – esprimono la naturalezza, il farsi e il disfarsi della natura. Con il loro effimero splendore rappresentano, meglio di ogni altro soggetto, la vita e la morte. E studiando il linguaggio dei fiori, l’Artista cerca di penetrare nei segreti della natura, di risalire all’essenza della vita, della creazione. Ogni opera nasce da un’esigenza, il dialogo tra la natura delle cose e la società che cambia nel corso del tempo, spesso fa capolino lo sgretolamento, l’erosione inesorabile del tempo, ci mette davanti alla fine delle cose, ma non per questo alla efferata morte. La scelta del fiore è dettata dalla delicatezza dei petali, anche se mancanti o spezzati dal vento non perdono la loro eleganza e leggerezza. I fiori simboleggano la vita, quel viaggio che ognuno di noi affronta da solo. Nasciamo e moriamo soli, colei che più ci ha amato ci ha donato la vita e con essa la morte che inesorabile arriva quando il destino chiama.

Ogni simbolo, ogni tratto ha un significato nella pittura di Andrea, il cerchio ad esempio rappresenta la coppia, la croce il sacrificio, tutto ha un codice ben preciso. Quando la preparazione artistica ha raggiunto un suo equilibrio, è pronta ad accogliere l’immagine, il rapporto che si crea tra la sua pittura e la fotografia diventa inscindibile, coesistono in un equilibrio di donazioni, la pittura si rivela al corpo, esso ne paventa il volume e a sua volta lascia spazio alla pittura che diventa la corazza, la pelle del corpo stesso.

Andrea Chiesi, Giasone, particolare

Non a caso Chisesi sceglie le immagini dei grandi ed eterni eroi, sopravvissuti ai secoli come miti e leggende, rappresentanti dell’ego di ognuno di noi, dove prendono luce e vita dai fiori che l’uno sull’altro nella tela ci rivelano l’uomo, l’eroe, il mito. Dal fondo della tela, quelle immagini che sembrano relegate in un passato pietrificato, assumono nuova vita attraverso l’arte, vita destinata a durare attraverso la reinterpretazione che le dà una nuova dimensione, quella del nuovo tempo, quello che viviamo.

Saluto Andrea e Marcella, mentre m’avvio all’uscita. Risalendo, la curiosità ci coinvolge nella Trattoria “La Foglia”. Ad accoglierci il proprietario, il mitico Beppe, personaggio straordinario che sembra uscito dalle pagine d’una omerica lettura, pronto a deliziarci con i suoi impareggiabili tortellini alla ricotta con burro e salvia e la sua inconfondibile mousse alla mandorla. Lo saluto, mentre risalgo verso piazza del Duomo, in compagnia del fedele compagno di viaggio Domenico.

Peccato! Domani si parte. Domani è un altro giorno!

di Raffaele Bussi

Ulteriori approfondimenti sull’opera di Andrea Chisesi sono consultabili al sito:
http://www.andreachisesi.com/

Contatto: info@andreachisesi.com

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IL VIAGGIO 1
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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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