Curata da Cécile Debray del Centre Pompidou di Parigi, è in parete fino al 15 maggio 2016 a Palazzo Chiablese di Torino la mostra ‘Matisse e il suo tempo‘, che riscontra grande successo di pubblico e racconta il legame tra il pittore e altri artisti suoi contemporanei.
Esposte nelle sale torinesi cinquanta opere di Matisse, maestro delle avanguardie (quadri, sculture e le 20 tavole «JAZZ» realizzate con la tecnica dello stampino) e i capolavori di circa 47 altri artisti, tra cui Modigliani, Severini, Mirò, Gris, Dufy, Le Corbusier, Masson e Braque.
Il fil rouge dell’esposizione descrive lo ‘spirito del tempo’, quello che unisce Matisse e gli altri artisti e coinvolge momenti finora poco studiati, come il Modernismo degli anni Quaranta e Cinquanta.
“Io sogno un’arte equilibrata, pura, tranquilla”, aveva asserito Matisse, tre anni dopo aver esposto con gli amici fauves.
E così fu.
Matisse, l’ex-uomo di legge e l’anti – Picasso per eccellenza, è stato capace di attraversare due guerre senza che la policroma felicità dei suoi quadri ne risentisse minimamente, ha fatto danzare il colore come nessun altro aveva saputo fare e non si è fermato nemmeno quando, ormai ultra-ottantenne, nel suo splendido isolamento di Vence e non più in grado di tener in mano un pennello, prese carta e forbici e con una inventio del découpage tutta sua – i guazzi ritagliati della fine degli anni Quaranta – compose uno dei più vivaci collage della storia: Escargot, opere che notevoli conseguenze ebbero sul lavoro degli artisti delle generazioni successive, espressionismo astratto newyorkese o del movimento Supports/Surfaces in Francia compresi.
Matisse, infatti, ha percorso tutte le avanguardie, forse in modo meno dirompente e scontroso di Picasso, ma altrettanto intenso, lasciandosi dietro pitture (e sculture) seducenti e ricche di armonie, nelle quali il vero soggetto non è mai la forma, ma la linea, sottile e pulita che serpeggia tra il colore e disegna figure che paiono non avere spessore, né un carattere preciso, ma divengono l’emblema di un’arte pura, primitiva e sensuale.
Tra i dipinti Grande interno rosso (del 1948), Icaro (appartenente alla serie JAZZ del 1947) e Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) dialogano con i protagonisti de Il tempo libero (1948-1949) di Léger, Nudo con berretto turco (1955) di Picasso e Toletta davanti alla finestra (1942) di Braque.
Una nota a pié di pagina ma quanto mai essenziale a proposito del lavoro per JAZZ, per cui Matisse ebbe a dire:
Ho realizzato queste pagine di scrittura per pacificare le reazioni simultanee delle mie improvvisazioni cromatiche e ritmiche, pagine a formare come un ‘fondo sonoro’…
Alcune tra le venti tavole del testo di JAZZ erano state esposte e presentate ad Artelibro di Bologna, nel settembre del 2012, nell’edizione in fac-simile della Electa: lo splendido libro di Henri Matisse è, senza dubbio, il più bel libro d’artista pubblicato nel corso del Novecento.
Uscito nel 1947 da Tériade, raffinato editore d’arte parigino (lo stesso della rivista Verve), fu stampato in tiratura limitata, solo 250 copie. Quelle oggi ancora in circolazione, in alcuni musei e presso collezionisti privati, hanno un inestimabile valore di mercato.
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Il catalogo è curato sempre da Cécile Debray con altri interventi e pubblicato da 24 ore Cultura.
Maria Cristina NASCOSI SANDRI