“1893. L’inchiesta”, di Nella Condorelli. Un film omaggio ai Fasci Siciliani.

Il film « 1893. L’inchiesta » di Nella Condorelli, giornalista e documentarista siciliana, è stato presentato in occasione della XX mostra CinEtica – contro le mafie in presenza della regista, suscitando molto interesse da parte del pubblico. Un’iniziativa promossa dal CineClub Vittorio De Sica di Rionero in Vulture. Il film riporta alla luce una pagina importante della storia italiana del XIX° secolo: la lotta per i diritti del lavoro dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, a più di 120 anni della repressione militare ordinata da Francesco Crispi che stroncò nel sangue il movimento.


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E’ una inchiesta ma è anche un viaggio cinematografico in una pagina dimenticata della Storia italiana: i Fasci Siciliani dei Lavoratori (1891-1894). La lotta per i diritti del lavoro di migliaia di contadini e zolfatari, di uomini e soprattutto di donne. Gli scioperi contro la schiavitù e la mafia dei feudi. La fine del movimento, represso nel sangue, è considerato dalla storiografia europea secondo per importanza e numero di iscritti solo alla “Comune di Parigi”. E nel contempo, si evidenzia la fine del secolo XIX secolo, la turbolenta vita politica e parlamentare nazionale, la prima crisi economica e finanziaria europea, lo scandalo della Banca Romana, la questione meridionale.

Il film, scritto e diretto dalla siciliana Nella Condorelli, regista e giornalista con ampia esperienza anche dai luoghi di guerra, è basato sull’inchiesta realizzata nell’ottobre del 1893 da un giornalista sceso dal Polesine, Adolfo Rossi, giovane “inquieto” ed animato da un forte senso di giornalismo d’inchiesta. Aveva attraversato la Sicilia interna a dorso di mulo, fra paesi poveri e feudi antichi, luoghi di sfruttamento minorile e povertà, colto dalla curiosità di indagare su quei movimenti popolari che però poco spazio occuparono nelle cronache del tempo.

“1893. L’inchiesta” (61 minuti) coinvolge dunque per quella miniera di informazioni inedite, mediante una ricostruzione originale e avvincente, del primo movimento popolare italiano contro lo sfruttamento del lavoro, citato da Leonardo Sciascia quale prima manifestazione antimafia dell’Italia contemporanea. Sottile il richiamo a Verga e Tomasi di Lampedusa, scrittori attenti che hanno però « sorvolato » sulla importanza di questo fenomeno sociale che coinvolse decine di paesi e città siciliane.

Illustrazione del pittore Nico Bonomolo per il film

Il film della Condorelli miscela bene riprese dal vero e fiction, foto, disegni animati e monologhi in studio, proponendo un linguaggio narrativo lineare. Il documentario si avvale di contributi reali utilizzando anche il linguaggio del disegno animato laddove non vi è un materiale visivo e scenografico da poter utilizzare da supporto a quanto scritto (e trascritto) facendo sintesi dell’ampio materiale d’archivio ritrovato. Di certo l’argomento storico (il ruolo del clero, le commistioni con l’organizzazione politica nascente, dai socialisti agli anarchici, le strumentalizzazioni internazionali) è stato trattato con equilibrio evitando non difficili cadute in questo o in quella posizione. Tutti i documenti proposti sono originali e verificati, a partire dall’inchiesta su cui si basa la narrazione del film, “L’agitazione in Sicilia. Inchiesta sui Fasci Siciliani dei Lavoratori”, del giornalista veneto Adolfo Rossi, pubblicata a Milano nel 1894: 11 articoli apparsi tra l’ottobre ed il novembre 1893 sul quotidiano romano La Tribuna, oggi archiviati presso la Biblioteca Alessandrina.

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Al giornalista si deve tra l’altro la prima inchiesta sull’emigrazione italiana in America, all’origine della prima Legge di Tutela degli Emigrati Italiani all’estero. Messa all’indice dal fascismo, recuperata solo nel 1998 da Marcello Cimino per le edizioni La Zisa di Palermo, citata anche da Leonardo Sciascia nel suo “La corda pazza”, l’inchiesta di Rossi sui Fasci Siciliani dei Lavoratori è considerata dalla storiografia internazionale un fondamentale contributo alla ricerca storica sui movimenti sociali di fine Ottocento.

Oltre a quelli squisitamente storici e letterari, 1893. L’Inchiesta offre spunti di riflessione e dibattito sui temi dei diritti e della cittadinanza, dell’uguaglianza, della necessità della partecipazione civica, del contrasto agli stereotipi ed ai pregiudizi razzisti che minano la solidarietà nazionale, della coscienza antimafia, del diritto all’informazione, come sanciti dalla Carta Costituzionale, Art.21, della libertà di espressione e di informazione, della situazione della stampa nel Regno d’Italia a trent’anni dall’Unità con la nascita dei grandi quotidiani nazionali come Corriere della Sera. Papa Francesco, in una lettera inviata dal Vaticano alla produzione del film, ha trovato interessante e benedetto il lavoro della Condorelli, ritrovandone le tracce del suo apostolato.

Armando Lostaglio

Responsabile del CineClub « Vittorio De Sica » – Cinit

[bleu]UN LINK INTERESSANTE SUL TEMA:[/bleu]

La repressione dei Fasci dei lavoratori impedì la modernizzazione della Sicilia :

http://www.altritaliani.net/spip.php?article976

Un articolo Altritaliani a firma di Dino Paternostro, Segretario della Camera del lavoro di Corleone. Responsabile del Dipartimento “Legalità” della Cgil di Palermo

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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