Fede, giustizia e verità – itinerario per un cammino comune di Donato Santoro

Per i tipi Del Gaudio, è appena uscito il libro Fede, giustizia e verità – itinerario per un cammino comune (pagg.181), scritto da Donato Santoro, avvocato del Foro romano (di origini lucane) e da anni impegnato in importanti battaglie di civiltà sui fronti impervi della giustizia penale e della sua esecuzione.

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Il testo racchiude la dottrina e la giurisprudenza sia di legittimità che di merito. Un testo che fa della giurisprudenza un momento di riflessione moderna anche sull’etica, sui valori del rapporto umano del recluso e i suoi diritti inviolabili durante l’espiazione della pena. Santoro in questo testo intende rappresentare un tassello importante nell’acquisizione dei principi fondanti del diritto vigente, oltre ad avere uno spaccato, anche in chiave poetica, delle ragioni della convivenza civile in una società in continua evoluzione.

Ma il testo prende spunto anche da grandi pensatori, dai filosofi come Spinoza, suo grande nume tutelare, ma anche Cesare Beccaria e persino Dostojevski, coi loro testi che hanno fatto la storia del pensiero moderno in chiave di puro diritto penale. Nel diritto positivo italiano moderno, la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, dando piena attuazione ai dettati costituzionali, nonché sugli elementi del trattamento penitenziario quali sono il lavoro, l’istruzione, la religione ed il contatto con il mondo esterno e la famiglia.

C’è dunque fede cristiana come momento di giustizia divina e terrena; c’è la giustizia come argomentazione non solo di aule di tribunali quanto anche di microstorie e di quotidianità. E poi c’è la verità come continua ricerca insita nell’uomo. Sosteneva Spinoza: “Non tutti gli uomini sono naturalmente disposti ad operare secondo le leggi della ragione”, quando lui stesso descriveva i caratteri umani non sempre rivolti alla civile convivenza. E pertanto, sempre con il filosofo spagnolo, Santoro ne sposa i concetti vitali in questi versi: “Riguarda alle cose umane, non ridere, non piangere, non indignarsi ma capire”.

Armando Lostaglio

Intervista di Armando Lostaglio a Donato Santoro

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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