Nocera Inferiore: Dedicata agli emigranti che si portano la propria terra nel cuore.

La storia di un emigrante è una storia vecchia come il mondo, di uomini temerari che hanno lasciato la loro patria per andare in un posto sconosciuto. Alcuni di questi uomini alla fine riescono a tornare a casa, altri lontani o vicini raccontano l’amore per la loro terra. Penso ad Ulisse – che torna alla fine nella sua amata terra, poi penso ai versi sbiaditi di una poesia studiata sui banchi di scuola in cui il poeta (Leopardi!) parlando della sua terra dice « e il naufragar m’è dolce in questo mare ».

E penso a me. Chissà se un giorno tornerò a vivere nel mio amato paese. Eppure Nocera Inferiore non è una meta da sogno né una città riconosciuta e rinomata con i suoi 46 000 abitanti. È una provincia vicina a Napoli – considerata capitale dai nocerini – e a Salerno – là dove comincia il mare. Si perché non c’è neanche il mare nel mio bel paese. Ma ci sono tutti i miei ricordi..

Ricordi che cominciano a sbiadirsi col tempo e la nostalgia; sono ormai passati più di dieci anni ed io non riesco ancora a sentirmi a casa a Parigi. Quando torno nel mio paese la gente mi dice « vivi a Parigi? Beata te » ed io sorrido pensando che invece sono loro ad essere fortunati ma non lo sanno e forse non lo sapranno mai. Perché nella mia terra c’è tutto quello che mi manca. Il sorriso, il calore delle persone, i rumori, gli odori, gli affetti che mi fanno sentire a casa.

Municipio

E allora cado nel dilemma comune e banale di ogni emigrante che comincia a chiedersi « ma perché me ne sono andato? » La risposta non l’ho ancora trovata e forse non la troverò mai. Tra italiani nazionalisti che dicono che sono scappata via scegliendo una soluzione facile piuttosto che restare a cambiare le cose, tra connazionali all’estero che storcono il naso quando capiscono che sono del sud e che mi fanno sentire un’emigrante di serie B (se sei di Torino o Milano è un’altra cosa, sei praticamente francese per associazione geografica), mi vergogno quasi a parlare della mia terra.

Un posto banale, un paese del sud d’Italia industrializzato ma non fiorente, col sole ma senza mare, coi palazzoni costruiti negli anni 80 senza alcuna logica e che invecchiano male…Eppure ho sempre voglia di tornarci, anche se quando ne parlo coi colleghi di lavoro francesi mi guardano sorpresi perché non faccio le vacanze in Normandia o in Bretagna, anche se mio marito, francese, « râle » ogni volta che ci andiamo…
Palazzo Guerritore

Perché la mia idea della pace è questa: portare mia figlia nella terra dove sono cresciuta, passeggiare con lei nelle strade piene di ricordi, farle sentire l’odore della pizza e del caffè, mangiare con lei un crocchè poco prima di pranzo, camminare col gelato in mano e soprattutto farle conoscere la sua famiglia nocerina, la nonna, gli zii, i cugini che riescono ancora a farmi sentire a casa nonostante gli anni che passano.

Perché so che quel calore lei non lo troverà da nessuna altra parte, che quelle voci rassicuranti e quelle risate non le potrà sentire in nessun altro posto, perché solo a Nocera Inferiore troverà quella leggerezza del vivere in cui l’espressione « e vabbè so’ criature » (e va bene sono bambini) trova tutto il suo significato…

Dedicato a tutti gli italiani che, partendo, si sono portati dentro la loro terra.

CM

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2 Commentaires

  1. Anche io desidero ringraziare CM, bellissime parole: anche per me la « mia idea della pace è questa » e forse la realizzerò, con tanta fortuna e pazienza.

  2. Nocera Inferiore: Dedicata agli emigranti che si portano la propria terra nel cuore.
    Grazie dii cuore a CM per il suo articolo nel quale mi ci sono completamente riconosciuta (salvo la riflessione sugli emigrati di serie A e B). Un amichevole saluto all’Italia tutta, da nord a sud, e un profondo grazie al sito di Altritaliani per ospitare i pensieri e ricordi di noi emigrati.

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