Il racconto dei racconti – Tale of tales di Matteo Garrone.

Il cinema italiano sembra voler riflettere sulle sue radici culturali. Da Leopardi a Boccaccio ed ora Basile con le sue fiabe portate sullo schermo da Matteo Garrone che rivela come quegli antichi racconti nascondono tanti spunti di attualità. Un cast internazionale per un film spettacolare e ricco di gusto pittorico. Presentato al Festival di Cannes 2015 fra ampi consensi di pubblico e critica. Vedi la recensione e il trailer. En fin de page, une présentation en français à l’occasion de la sortie nationale du film en France.

Il racconto dei racconti, è Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille scritto nel Seicento da Giambattista Basile, grande autore napoletano poco approfondito in Italia. Lo conoscevano bene, invece, due secoli dopo, i tedeschi fratelli Grimm e il danese Andersen e Perrault, passati alla storia della letteratura con le loro fiabe per bambini. Loro attinsero da questo immenso autore che scriveva in napoletano (tradotto da Benedetto Croce) e che incantava corti e damigelle. Ed ora attinge con coraggio e grande capacità immaginativa il regista Matteo Garrone, che regala più di due ore di pittura fiabesca, ispirata a Goya e pure alle tinte forti di Tiziano.

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Ogni immagine è un affresco: Garrone ci conduce in mondi altri di una epoca che remota è solo nel tempo, ma che ha tutte le note controverse della contemporaneità: la grande trasformazione e l’immagine di un mondo che scopriva il Nuovo mondo e, il nostro, così globalizzato; il barocco e il gotico che vige tuttavia nel nostro tempo, violento e rapace: “barocco è il mondo, altro che neorealista!” avvertiva già Carlo Emilio Gadda.

L’opera, nota anche col titolo di Pentamerone (cinque giornate), è costituita da 50 fiabe, raccontate da 10 novellatrici in 5 giorni. Le 50 fiabe sono collocate in una cornice che segue il modello del Decameron di Boccaccio, anche se il linguaggio e i temi trattati sono diversi; l’autore dedicò Lo cunto de li cunti ai membri dell’Accademia napoletana degli Oziosi. Roberto De Simone ne trasse in teatro stupendamente “La gatta cenerentola” (ripreso pure dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare).

Le novelle di Giambattista Basile sono ambientate in Basilicata e in Campania, luogo dove trascorse buona parte della sua vita presso i nobili locali. Tra i luoghi legati alle novelle troviamo la città di Acerenza e il Castello di Lagopesole, quest’ultimo legato alla fiaba di Raperonzolo, ripresa quindi dai Grimm.

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Matteo Garrone recupera tre fiabe di Basile: La regina, La pulce e Le due vecchie, nelle quali è sempre la donna al centro ed ispiratrice della fiaba: c’è orrore e sangue, tenerezza ed ambiguità, arroganza di potere e povertà, amore e morte: c’è il mondo ingannevole che ci circonda in questo arazzo senza tempo che il regista, stoicamente, ci tesse, con una sceneggiatura ben articolata ed essenziale (scritta con Edoardo Albinati, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso).

Accompagnate da una musica talvolta invadente e mai avulsa (di Alexander Desplat), gli straordinari affreschi prendono vita nei volti di Vincent Cassel, Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, indispensabili per muovere ogni emozione cui il racconto necessita. Una regina non riesce più a sorridere, consumata dal desiderio di quel figlio che non arriva: e saranno i “gemelli” a dar sfogo alla ironia del ricco e del povero.
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Due anziane sorelle che, sull’equivoco erotico del re, trasudano l’eterno interrogativo della giovinezza che volge nella caducità del corpo. Ed il sovrano impudente che sfida il sapere svendendo la figlia in un torneo senza cavalieri, rovinando la giovinezza e il futuro (la bella e la bestia): quanta attualità nel visionario Basile che Garrone sa conciare per noi: lo sguardo che evoca pulsioni e talvolta terrore, non meno che nei suoi precedenti Gomorra e Reality e nello straordinario L’imbalsamatore.

Garrone sceglie un fantasy artigianale (con professionisti italiani) ed un cast internazionale, non ha la lingua napoletana dell’originale (è girato in inglese, ben doppiato), emerge da un palcoscenico nazional-popolare per confrontarsi col mondo, proprio come il Seicento delle conquiste di mondi nuovi.

Ma tutto appare in bilico, come il trapezista del finale sospeso sui torrioni federiciani di Castel del Monte (in Puglia). Straordinari sono gli scenari su gioielli ambientali ed architettonici di una Italia (comunque) unica al mondo: Napoli (Palazzo Reale) e la Toscana (a Sovana e Sorano, nel Castello di Sammezzano di Reggello, e il Palazzo Vecchio di Firenze), la Puglia (Castel del Monte, Gioia del Colle, Mottola e Statte), la Sicilia (il Castello di Donnafugata e le Gole dell’Alcantara) e l’Abruzzo (del castello di Roccascalegna). C’è la cultura italiana che sfida, da Cannes, il mondo e il suo anacronismo.

Armando Lostaglio

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TALE OF TALES DE MATTEO GARRONE – SORTIE NATIONALE EN FRANCE LE 1er JUILLET
EN COMPETITION OFFICIELLE AU FESTIVAL DE CANNES 2015

Avec Vincent Cassel, Salma Hayek, Alba Rohrwacher, John C Reilly et Toby Jones
Catégorie Fantastique
Durée 133min
Langue Anglaise
Scénario Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso
Musique Alexandre Desplat

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En 2008, le réalisateur italien Matteo Garrone avec Gomorra a obtenu le Grand Prix du Festival de Cannes et en 2012, son film Reality, présenté en Compétition, a été récompensé par le Grand Prix du Jury. Avec Tale of Tales, le réalisateur explique qu’il a choisi d’aborder le monde des contes populaires de Giambattista Basile (écrits en langue napolitaine au 17e siècle) parce que dans ses contes il a retrouvé ce mélange entre réel et fantastique qui a toujours caractérisé sa recherche artistique. Les histoires racontées dans le Cunto de li cunti passent en revue tous les opposés de la vie : l’ordinaire et l’extraordinaire, le magique et le quotidien, le royal et l’obscène, le simple et l’artificiel, le sublime et le sale, le terrible et le tendre, des bribes de mythologie et des torrents de sagesse populaire.

Synopsis: Il était une fois trois royaumes voisins où dans de merveilleux châteaux régnaient rois et reines, princes et princesses : un roi fornicateur et libertin, un autre captivé par un étrange animal ; une reine obsédée par son désir d’enfant… Sorciers et fées, monstres redoutables, ogre et vieilles lavandières, saltimbanques et courtisans sont les héros de cette libre interprétation des célèbres contes de Giambattista Basile.

LA BANDE ANNONCE:

LIEN A LA CRITIQUE DE TELERAMA

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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