Una settimana dedicata alle donne

In una settimana (quella scorsa) la donna è stata al centro della considerazione pubblica a diverse latitudini. Sarà difficile trovarne un’altra con le identiche particolarità. Di sicuro è stata la tragedia di Barletta quella che ha particolarmente colpito nel profondo: cinque giovani vite spezzate nel fiore degli anni. Una adolescente e quattro operaie sfruttate, malpagate lavoratrici in uno stabile che collassa per incuria e carenze di manutenzione.

Intanto, il Comitato norvegese ha assegnato il premio Nobel per la Pace 2011 a tre donne del Continente Nero: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakul Karman. Una scelta di coraggio, dopo che nel 2004 un’altra donna africana aveva raggiunto tale obiettivo: era la biologa Wangari Maathai recentemente scomparsa. “Non possiamo raggiungere la democrazia e la pace duratura nel mondo se le donne non otterranno le stesse opportunità degli uomini di influenzare gli sviluppi a tutti i livelli della società.” Questa è la motivazione a suggello dell’ambito riconoscimento del Nobel.
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Ed ancora, in questi giorni scorsi cade il quinto anniversario dell’assassinio della giornalista russa
Anna Politkovskaya, che fu assassinata nell’ascensore del suo palazzo, a Mosca. Fare il giornalista, e farlo bene, è diventato uno dei mestieri più pericolosi nella Russia di Putin, e Anna era una delle più scomode. Film e spettacoli teatrali (interessante quello di Ottavia Piccolo, e il docufilm “211:Anna” di Serbandini e Massimetti) hanno celebrato il coraggio di questa professionista della verità, che ha sfidato i poteri occulti per denunciarne vessazioni e neocolonialismi.

A fare da contraltare nella considerazione della donna (sempre durante la settimana scorsa), ci sono le abiette esternazioni del premier di questa Nazione, il quale non perde occasione per far parlare di se e del suo modo singolare di fare ironia dall’alto della sua carica. Ha dichiarato (proprio nel giorno dei funerali delle sfortunate donne di Barletta) che il suo partito cambierà nome, lo chiamerà il partito della gnocca, espressione che caratterizza da sempre il suo operato, ignorando che il suo privato (a quel livello) è anche pubblico. E pertanto, irride la comunità che rappresenta, dileggia i suoi stessi sostenitori, fa scempio del suo incarico ottenuto democraticamente. Non va aggiunto altro alla vergogna, la considerazione che ha del suo ruolo e del popolo che rappresenta non ha eguali in un contesto internazionale.

Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.