I moderati e i nipotini.

Il problema è che fare politica non può essere una professione. Fare l’imprenditore, l’operaio, il giornalista, l’insegnante…. Sono professioni, ma non il politico. Guardi i Comuni, un sindaco sa che potrà farlo solo per due mandati e poi tornerà al suo vero lavoro, e così che molte amministrazioni sono efficienti. Invece i politici che sono eletti in parlamento, i ministri, sanno che faranno i politici a vita e allora iniziano ad agire come una categoria di lavoro, si occupano dei loro privilegi, non si occupano più del Paese, ma dei loro interessi di casta individuali e di partito…. La realtà è che chi fa politica dopo due mandati di parlamentare non dovrebbe essere più rieleggibile, insomma non dovrebbe essere politico a vita”.

Chi dice questo non è un indemoniato Beppe Grillo, non è un rivoluzionario anarchico che vuole rimuovere e distruggere tutta la classe politica italiana, chi dice questo è Mario Moretti Pelegato, presidente della Geox, una delle più conosciute e fortunate imprese calzaturiere d’Italia. Il suo marchio è presente con prestigio in tutto il mondo. Pelegato non può dirsi un rivoluzionario, uomo della Confindustria, certamente un moderato e certamente non un uomo di sinistra.

sm_pg09mario.jpg Queste sue semplici e sagge parole sono la dimostrazione dello spessore della faglia che separa oggi la politica dalla società.
La politica sempre più alla ricerca del colpo d’effetto, esercitato con toni da bagarre permanente, ridotto a ripetitivo circo mediatico, che insegue continuamente fuorvianti sondaggi che non guardano all’insieme della critica e dei problemi del Paese. Una politica che è rimasta chiusa nell’assioma, moderati = conservatori. Mentre non è più così. Questa equazione poteva valere (parzialmente) ai tempi della cosiddetta prima repubblica, oggi i tempi sono cambiati l’innovazione e la modernità (quella vera) spingono su un piano del tutto originale per l’Italia, ovvero la messa in discussione delle “Caste”.

Sempre in questa interessante intervista Pelegato sosteneva che una politica di professionisti genera anche un diffuso fenomeno di nepotismo

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Il nepotismo è in effetti l’essenza stessa delle “Caste”.

In Italia è stato fino ad oggi un fenomeno quasi automatico: Il figlio del professore universitario diventava professore universitario, il figlio del farmacista, farmacista, quello dell’avvocato, avvocato e finanche, incredibile a dirsi, quello del giudice, dopo un concorso pubblico statale diventava magistrato, il figlio del medico ospedaliere era assunto nell’ospedale e quello del notaio subentrava al papà, ecc., ecc..

Ma da oggi, il precariato, non garantisce nemmeno questa insana pratica e tutto sembra saltare.
Sconvolgendo il granitico sistema di privilegi e favori su cui questa società si è retta in pratica da sempre.
Una guerra, pertanto, è in corso nel paese irreale della politica, dove gruppi di potere e lobby si contendono il nostro futuro.
Il guai è che gli effetti di questa guerra hanno ricadute drammatiche sul paese reale.

Le difficoltà, al limite della tragicommedia, nel varo della manovra economica ne sono un esempio portentoso.
Qualsiasi scelta si scontra con interessi di questi gruppi e il nostro paese si trova ancora ad attendere un piano per il suo futuro economico e quindi politico.
Come il moderato Pelegato sostiene i moderati comprenderebbero un aumento dell’IVA (imposta sul valore aggiunto) ed io credo che comprenderebbero anche un allungamento dell’età pensionistica, comprenderebbero una supertassa per i redditi più alti e anche la necessità di misure drastiche contro l’evasione fiscale e auspicherebbero misure anticorruzione che riporterebbero molti soldi nelle casse dello Stato. Comprenderebbero anche difficili e dure riforme strutturali.

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I cittadini (che in gran parte sono moderati) comprenderebbero.
Quello che appare incomprensibile è come queste misure possano essere proposte da questa classe politica e soprattutto da questo screditatissimo governo vecchio, obsoleto e assolutamente lontano dal rappresentare l’Italia.

Gli italiani accetterebbero i sacrifici, ne hanno fatti tanti nella loro giovane storia, ma cosa garantisce in cambio questo governo? Non è che dopo i sacrifici torneremo a parlare di come difendere gli interessi di qualche casta o peggio di qualche premier? Dimenticando ancora una volta quei giovani senza lavoro, quei ricercatori senza fondi, quella cultura e patrimonio d’arte senza speranza, quegli imprenditori che non ce la fanno a pagare nemmeno i fornitori, quei lavoratori che vivono nell’eterno dubbio se manterranno il posto di lavoro? Tanto per fare solo qualche esempio.

(nelle foto dall’alto in basso: Mario Moretti Pelegato e Beppe Grillo)

Veleno

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