15 aprile: Giornata della Ricerca scientifica italiana nel Mondo

Istituita per il suo riconoscimento, servirà a identificarne con maggior precisione i nuovi protagonisti nella ricerca, dove l’Italia pur con limitati fondi e nell’attuale incertezza politica riesce a primeggiare nel mondo. Con contributi di esperienza e di idee che hanno consentito rilevanti progressi in ogni campo scientifico e del sapere. L’esempio degli italiani in Francia.

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Dalle elezioni del 4 marzo scorso l’Italia politica è divisa in 3, ma l’Italia vera in 2: quella delle infinite chiacchere politiche alimentate anche dalla TV e dai giornali, e quella di coloro che lavorano non solo dignitosissimamente ma pure offrendo il meglio del Paese all’estero.

Mentre di Renzi Presidente del Consiglio si dimenticano perfino le visite nei centri universitari e di ricerca negli USA dove eccellono gli italiani (sull’esempio d’Enrico Fermi), e mentre il Presidente Mattarella onora quasi fino agli antipodi con le sue visite la ricerca italiana all’estero (se non fino all’Antartide dove la “Commissione Scientifica Nazionale” –facente capo al MIUR, al CNR e all’ENEA- è presente nel “Comitato Scientifico per la Ricerca” lì composto da 43 Paesi, almeno fino a Bariloche dove nel maggio scorso ha assistito all’INVAP – impresa di Stato specializzata nella ricerca satellitare – alla firma degli accordi di collaborazione tra l’Argentina e l’Italia in questo settore), la Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca del Governo Gentiloni Valeria Fedeli ha istituito il 15 aprile come “Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo”.

La ministra Fedeli

La data è in onore a quella di nascita nel 1452 di Leonardo da Vinci, e sarà celebrata anche a Parigi dov’era stata organizzata dall’Ambasciata la mostra commemorativa del suo arrivo nel 1516, come inventore oltreché artista in Francia, e dove la nuova generazione d’immigrati fa onore al Paese proprio nel settore della ricerca, oltreché nell’export e nei servizi. E lo fa con lo stesso stile della giovane ricercatrice veneziana Valeria Solesin vittima al Bataclan, ossia non cercando la fama ma semplicemente facendosi stimare nel suo lavoro.

Essendo (come hanno ricordato Fedeli e il Ministro degli Esteri Alfano) sempre più rilevante il ruolo degli addetti scientifici nella globalizzazione della ricerca, è doveroso ricordare che proprio il primo addetto scientifico a Parigi, l’ Ing Orio Carlini, aveva fondato nel 1988 l’”Association Franco-Italienne pour la Recherche Industrielle et Technologique”, con il sostegno iniziale dei Ministeri della Ricerca di allora, dei Ministeri degli Esteri e dell’Industria, del CNR e dell’ENEA, e successivamente con quelli delle Università di Roma, Catania e Genova, dei Politecnici di Torino e Bari, delle “Ecoles Centrales” di Parigi, Lione, Marsiglia e Nantes e infine con quelli delle industrie operanti in ambedue i Paesi nei nuovi settori di allora, in particolare la “ST Microelectronics”. Scomparso prematuramente, dopo aver insegnato anche alla Sapienza, egli è ora ricordato con delle borse di studio a suo nome offerte dal Consorzio “GARR”, “Gruppo di Armonizzazione delle Reti della Ricerca” da lui fondato e operativo tra le Università e i diversi enti.

In linea con il continuo aumento della percentuale di laureati tra gli emigrati italiani in Francia (29% nel 2016 secondo l’ISTAT, quasi come in Gran Bretagna e Svizzera dove però -come in Germania- sono stati più numerosi) può oggi essere considerato l’ulteriore aumento dei nostri ricercatori, a tal punto che nel 2014 Tiziana Zalla, del “Centre National de la Recherche Scientifique” presso l’”Ecole Normale Supérieure” a Parigi (dov’è arrivata da Roma dopo essersi formata anche « all’Ecole Polytechnique” e a Washington, Lione e Trieste) ha fondato nel 2014 il “Réseau des Chercheurs Italiens en France”, di cui è stata Presidente fino al 2017 (quando è stata eletta Presidente del Comites), e nel 2016 e 2017 ha organizzato le manifestazioni “Benvenuti in Francia” alla “Maison d’Italie” della “Cité Universitaire” proprio per identificare con maggior precisione il loro numero sulla scia delle circa 200 persone lì presenti nel 2017.

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Allo stesso scopo si adopererà l’Ambasciatrice Teresa Castaldo con le riunioni organizzate il 15 aprile. Intanto così si sono presentati i gruppi di Parigi degli ex dei Politecnici di Torino e Milano e della Bocconi (tra cui managers e ricercatori all’EDF, all’AREVA, alla Saint Gobain, alla Total e in altre delle principali Società francesi), ed ex italiani di Sciences Po, la cui maggior identificazione per merito del coordinamento di Paolo Modugno deve, come quella dei ricercatori italiani nelle altre Università e nei centri medici francesi, essere ulteriormente sviluppata. E intanto l’incontro organizzato il 27 gennaio dalla Console Generale Emilia Gatto di «Networking Professionale» tra vecchia e nuova immigrazione può essere considerato d’aiuto anche a questo fine.

La “Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo” servirà dunque a fornire più elementi e nuovi contributi anche al nuovo portale « Innovitalia » dei Ministeri degli Esteri e dell’Istruzione, Università e Ricerca, e al Comitato Tecnico istituito anche per la valutazione del rientro in Italia di alcuni dei ricercatori: sempreché gli stanziamenti degli incentivi a questo fine siano sufficienti e sempreché non siano vanificati dalle incertezze politiche.

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Lodovico Luciolli
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