E se il pio Enea volesse rifondare l’Europa?

Anche dai classici ci puo’ arrivare un messaggio per le prossime elezioni politiche italiane. Seguiamo il magico filo della cultura classica che separa il nostro presente dal futuro prossimo che ci aspetta.

E’ possibile trovare un senso nell’attuale confusione delle lingue che precede il voto? L’attuale babele nasce dal costante ribaltamento delle verità di ognuno, da una dialettica esasperata per cui tesi ed antitesi non giungono mai ad una sintesi.

Una possibile sintesi.

C’è un mistero nell’epiteto di pio attribuito ad Enea nel poema dell’Eneide di Virgilio.

Il mistero è contenuto nell’interrogativo: Ma Enea era davvero pio?

Ed a sua volta la risposta all’interrogativo ha qualcosa di attuale, molto attuale, che annunciavamo.

In un articolo apparso sul giornale la Repubblica il 14 maggio 2015 si metteva fortemente in dubbio tale caratteristica e si sa che mettere in dubbio la pietas di Enea significa mettere in dubbio quella stessa caratteristica in Virgilio, suo autore e maestro di Dante, come dire toccare una pagina importante della letteratura nazionale e mondiale.

La prova più provata per Gustavo Zagrebelsky, l’autore dell’articolo in questione, è nel duello finale tra Enea e Turno, dove si rivela l’impietà dell’eroe troiano che uccide il nemico prono, vinto e che implora pietà.

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Ma Enea è detto pietoso da Virgilio e da tutti gli altri. La sua pietas non è individuale per cosi’ dire ma storica e collettiva. Porta in se’ un’eredità e ne raccoglie un’altra: l’eredità al tramonto del popolo latino da una parte e l’eredità storica di un mondo distrutto, Troia e l’Asia.

La sua pietas è quella di un costruttore di civiltà, di un restauratore di quelle scomparse, di un innovatore.

Ricostruisce le rovine e si muove in una logica inaudita globale, geopolitica.

Il sogno dell’unità con l’Asia è l’antico sogno della romanità, basti pensare a quello che è testimoniato nella Villa Adriana da parte di un imperatore come Adriano che ha sempre suscitato una profonda ammirazione.

La scrittrice Yourcenar ne fa un eroe del pensiero e dell’utopia storica.

Ma che Enea, alias Virgilio, sia profeta a sua volta di un impero, restaurato per la pace mondiale lo hanno detto Curtius e George, grandi studiosi tedeschi della classicità.

Enea e Anchise

L’inquietante interrogativo che si pone l’umanità oggi è come considerare la Pietas: significa restaurare, innestare, mescolare ? Dunque il popolo dei migranti che si affaccia alle nostre coste è pietoso?

Se lo è, noi dunque abbiamo ricevuto in eredità l’Europa fatta di migrazioni e di integrazione.


Ma in che consiste questa eredità ed è qui il succo e la soluzione del mistero della pietas?

Enea è fondatore dello stato e Virgilio che ne è il poeta è poeta di stato. Enea è fondatore della continuità nella storia.

Allora ecco l’attualità stringente a cui facevo cenno prima: rifondare l’Europa. E’ questa la missione che le nuove elezioni ci propongono e che già in Francia è stata perfettamente delineata dal nuovo presidente e letta acutamente dagli elettori.

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.

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