Di Valdo Spini: Carlo e Nello Rosselli. Testimoni di Giustizia e Libertà.

In memoriam. Nell’80° anniversario del loro sacrificio

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Carlo e Nello Rosselli/ Giustizia e Libertà/ Per questo morirono/ Per questo vivono (Piero Calamandrei)

« Compagni, fratelli italiani, ascoltate. Un volontario italiano vi parla dalla radio di Barcellona per portarvi il saluto delle migliaia di antifascisti italiani esuli che si battono nelle file dell’armata rivoluzionaria […] Giornalmente arrivano volontari italiani : dalla Francia, dal Belgio, dalla Svizzera, dalle lontane Americhe. Dovunque sono comunità italiane, si formano comitati per la Spagna proletaria. Anche dall’Italia oppressa partono i volontari… » (Carlo Rosselli, Oggi in Spagna, domani in Italia, 13 novembre 1936).

Cosi’ si esprimeva l’intellettuale, l’economista, l’uomo politico antifascista Carlo Rosselli che si trovava nella Repubblica autonoma di Catalogna per organizzare la Colonna italiana. Rosselli partecipa al conflitto, viene ferito nella battaglia di Monte Pelato. Sempre da Barcellona, Rosselli scrive alla moglie Marion a Parigi :

« Un mondo nuovo nasce, anche per noi, e il privilegio di poterne aiutare in qualche modo l’affermazione è grande… ». Il comandante Di Giustizia e Libertà Carlo Rosselli pero’ deve lasciare il teatro della guerra all’inizio del 1937 e tornare in Francia – dove era esule con la famiglia – perché la sua flebite non gli permette di restare.

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Carlo Rosselli comprende che la partecipazione degli italiani alla guerra di Spagna è fondamentale per combattere il fascismo e Mussolini, quindi :
« Lancia una ennesima proposta di unità di tutte le formazioni antifasciste, onde simbolicamente realizzare la vecchia idea di riunire tutti gli antifascisti in una stessa colonna. All’Uopo dichiarerà che tutte le formazioni italiane, ovunque combattano, appartengono alla legione italiana unica di tutti i combattenti antifascisti italiani, che combatte oggi in Spagna e domani in Italia… », questo dice un informatore al soldo del fascismo il 19 gennaio 1937 da Parigi.

Poi ci fu la vittoria repubblicana di Guadalajara dell’8 marzo e il battaglione Garibaldi schierato contro le camicie nere in uno scontro fra compatrioti. Mussolini segue ansiosamente la battaglia e l’11 marzo è la disfatta per i fascisti italiani : « Male armati, impreparati, privi di coesione e mal guidati da pochi ufficiali inesperti… » (Luigi Barzini, al Duce, 18 marzo 1937). Il 19 marzo il settimanale Giustizia e Libertà dimostra come si possa sconfiggere il fascismo anche attraverso la battaglia politico-propagandistica condotta da Carlo Rosselli con argomentazioni sferzanti sulla politica estera del regime. Lo stesso giorno il giornale pubblica un foglio con immagini eloquenti della rotta fascista. Il numero del 16 aprile pubblica un articolo di Curzio (Carlo Rosselli) con l’analisi delle missive ai familiari da circa trecento legionari catturati a Guadalajara da cui emerge un profilo di legionario molto lontano dalla tracotante propaganda di regime : giovani lavoratori poveri, per lo più meridionali, arruolati per necessità economiche, non responsabili della lotta contro la causa del popolo di Spagna, perché sprovvisti della conoscenza del fronte e di quello che li aspettava. Cosi’ commenta Rosselli con pietà verso queste vittime dell’oppressione fascista e delle manipolazioni del regime contro la guerra civile spagnola.

Rosselli invia le lettere alle famiglie dei prigionieri e esaspera il regime con la sua controinformazione dettata soprattutto dai sentimenti di fraternità e compassione del vero patriota italiano.

Questo episodio fondamentale ci svela la natura dell’uomo Rosselli, dell’umanista, del politico che tutto divide da Mussolini e dagli uomini del suo “entourage” : alti funzionari, figure istituzionali della polizia, dei ministeri e di altri organismi terroristici utili alle trame del regime. Fra tutti spicca il Ministero degli Affari Esteri diretto dal vanesio e pericoloso Galeazzo Ciano, dai suoi più stretti collaboratori, e poi L’OVRA, il SIM e altri. Una vera moltitudine di spie, anche uomini molto vicini ai Rosselli e purtroppo infiltrati in ogni piega del tessuto di sorveglianza e di informazione degli esuli.

Inoltre uno stuolo di doppiogiochisti, infiltrati, carrieristi venali : squallidi personaggi di cui, a ragione, tira un ritratto fine e profondo la penna fiorentina di Vasco Pratolini nel trittico « Una storia italiana » ma soprattutto in Allegoria e derisione, scritto dopo Lo scialo. In quest’opera tardiva emergono la vacuità e la leggerezza criminali, la banalità del Male in anticipo sulle riflessioni di Hannah Arendt.

Carlo Rosselli (il 3° da sinistra) e Nello Rosselli (il 1° da destra) a Firenze, nel 1925, con i redattori di “Non mollare”: Nello Traquandi, Ramorino, Ernesto Rossi e Luigi Emerys

A questi uomini senza qualità alla ricerca di una verità ideologica e un senso laddove vigeva solo bieco calcolo, povertà di idee e di visione storica e politica si oppone la figura esemplare di Carlo Rosselli e degli altri antifascisti : Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Nitti, Salvemini, Lussu, Garosci, Nenni, Gramsci etc. Una galassia di personalità politiche e di intellettuali che costituiva l’intelligentsia italiana dell’epoca.

Per intelligenza, cultura e censo la famiglia Rosselli, la loro madre Amelia Pincherle – drammaturga e femminista ante litteram – Alberto Moravia, cugino primo dei fratelli Rosselli, i Nathan, le grandi famiglie ebree e di industriali del centro Italia, erano gli ostacoli da abbattere sull’altare della gelosia e dell’invidia di classe delle gerarchie fasciste e del loro capo. Carlo Rosselli era il nemico più pericoloso di Mussolini, a causa della sua cultura, anche politica, delle sue conoscenze, del coraggio, della sua eleganza naturale, del suo entusiasmo e dell’ attaccamento profondo che portava all’Italia di cui avrebbe voluto, e potuto, assumere il governo e la rinascita. Rosselli faceva paura anche per le sue amicizie internazionali, per i suoi legami familiari e culturali con altre intelligenze in Europa e negli Stati Uniti. Cosmopolita e curioso del mondo, Carlo Rosselli era l’antitesi, lo specchio di un’antica favola, l’uomo e il mito da distruggere.

Carlo Rosselli è il teorico del Socialismo liberale (opera scritta durante il confino a Lipari, stampato a Parigi nel 1930), un socialista che fonda il movimento di Giustizia e Libertà e si impegna a Parigi e in Italia con i suoi gruppi clandestini nella lotta contro la dittatura fascista. Carlo e suo fratello – lo storico allievo e amico di Salvemini – Nello (Sabatino) Rosselli, vengono assassinati brutalmente – pistola e pugnali – a Bagnoles sur l’Orne dai fascisti dell’organizzazione francese La Cagoule il 9 giugno del 1937.

Si apre il Caso Rosselli. Silenzi, omissioni, depistaggi in Italia e anche nel resto dell’Europa, tanto era controversa la figura del Duce e il suo governo.

Oggi, grazie ai documenti degli archivi, infine aperti alla consultazione e al lavoro degli storici, si sa con certezza che dietro le mani della Cagoule c’erano i servizi segreti e le strutture spionistico-militari del Ministero diretto da Ciano e dai suoi sicari, quindi il Duce in persona. Tutto questo apparato di gente e di mezzi economici e politici preparo’ e organizzo’ l’assassinio di Carlo Rosselli, negoziando con l’estrema destra francese (di cui la Cagoule faceva parte) e in cambio di armi per organizzare militarmente i fascisti francesi e anche Franco in Spagna.

Questo fu il retroscena della morte violenta di Carlo Rosselli e di suo fratello che si trovava in visita nella località normanna, famosa per la cura delle acque. Anche Nello andava comunque eliminato in quanto antifascista, intellettuale e testimone.

Bisogna risalire alla storia personale e politica di Carlo e Nello Rosselli per capire come si sia potuta scatenare questa guerra feroce di Mussolini contro uno dei suoi oppositori più carismatici e importanti dopo l’omicidio di Matteotti, la morte di Ugo Gobetti, la morte in carcere di Antonio Gramsci e di altri antifascisti esuli e in Italia. La storia del fascismo è una lunga scia di sangue e di morte, una violenza inaudita contro l’intelligenza e il coraggio di chi osava opporsi al regime e alle sue vistose faglie : contraddizioni, anacronismi, corruttele, prevaricazioni di ogni genere, storture, manipolazioni, inganni etc. indegne della cultura e della storia italiane.

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Carlo Rosselli è oggi, a ottant’anni dal suo martirio insieme al fratello, evocato in un libro a cura di Valdo Spini : socialista, professore universitario a Firenze, ex ministro dell’Ambiente per ben due volte, sottosegretario agli Esteri … Valdo Spini scrive il libro dal titolo emblematico Carlo e Nello Rosselli. Testimoni di Giustizia e Libertà . Qui la parola « testimoni » sta per « martiri » nella sua accezione classica.

In questo ottantesimo anniversario : per non dimenticare, per trarre ancora profitto dagli insegnamenti e dalle teorie economico-politiche di Carlo Rosselli – innovative e originali per un socialismo italiano strettamente legato alla storia del territorio e alle sue variegate culture – Valdo Spini, con penna leggera e fluida, redige un testo di commemorazione della figura di Carlo Rosselli partendo dalla fine ; da un suo mesto viaggio a Bagnoles per verificare la memoria dei luoghi e delle persone.

Da storico e politico, Valdo Spini traccia il percorso di vita e d’impegno politico di Carlo e Nello Rosselli, evocando fatti e persone che fondarono e militarono per l’ideale socialista contro il fascismo. Spini traccia il profilo di Rosselli e descrive l’Italia di allora, con particolare attenzione al movimento di Giustizia e Libertà come parole chiave della democrazia. « Non c’è vera libertà senza giustizia » dice Valdo Spini e continua « Non c’è giustizia se non è vissuta in un regime di libertà. Sembra un accostamento banale, ma ogni volta che questo binomio è perduto o incrinato ci accorgiamo di quanto invece sia asolutamente fondamentale ».

Spini spiega cosa sia il socialismo etico di Rosselli e si addentra in considerazioni sulla politica attuale, alla luce della grande modernità del pensiero di Rosselli : della sua rivoluzione morale che parte dalle coscienze per diventare programma politico di responsabilità sociale e civile. Il pensiero di Rosselli si fonde con quello del politico Valdo Spini : la sua visione del socialismo liberale oggi davanti alla minaccia liberal-liberista, ai rigurgiti di nazionalismi e populismi, alla disuguaglianza che mina e impoverisce le masse. Tutto questo si coniuga con la visione del martire socialista. L’esperienza della cosa pubblica di Spini diventa una lezio magistralis di politica contemporanea in quest’Italia che ha tanto bisogno di cura, di riflessione, di studio per reinventarsi civilmente in Europa e nel mondo.

Valdo Spini, già parlamentare, Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli

Il libro continua con una scelta di testi tratti dalle opere di Carlo Rosselli e con una scelta di fotografie di famiglia e dei luoghi dell’attentato. Con questo libro, Valdo Spini evoca la figura e le opere di Carlo e Nello Rosselli, di Giustizia e Libertà, delle persone : intellettuali, politici, uomini di fede socialista e non, che militarono insieme ai Rosselli nel tentativo di creare un’alternativa al fascismo e ci mette in guardia dalle derive totalitarie che sempre si ripropongono nel nostro paese. Sulle cause di queste avventure politiche che finiscono male, avanzando la storia degli ultimi decenni: i vari sistemi di governo, l’avanzata del Partito Comunista, le coalizioni, la fine della Democrazia Crisitiana e le sue trasformazioni, le metamorfosi comuniste, l’epopea socialista, Valdo Spini redige un testamento morale di grande valore etico e politico; un messaggio alle nuove generazioni e un contributo allo sviluppo della coscienza democratica del nostro paese.

Carlo e Nello Rosselli. Testimoni di giustizia e libertà
A cura dell’ On. Valdo Spini, Presidente della Fondazione Circolo Rosselli.
Edizioni Clichy
Scheda del libro
Collana Sorbonne
Firenze, 2016
Euro 7,90

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Maria G. Vitali-Volant
Maria G. Vitali-Volant : nata a Roma, laureatasi all’Università di Roma; abilitata in Lettere, storia e geografia; insegnante e direttrice di biblioteca al Comune di Roma, diplomata in Paleografia e archivistica nella Biblioteca Vaticana, arriva in Francia nel 1990 e qui consegue un dottorato in Lettere, specializzandosi in Italianistica, con una tesi su Giuseppe Gorani, storico viaggiatore e memorialista nel Settecento riformatore. Autrice di libri in italiano su Geoffrey Monthmouth, in francese su Cesare Beccaria, Pietro Verri, è autrice di racconti e di numerosi articoli sull’Illuminismo, sulla letteratura italiana e l’arte contemporanea. In Francia: direttrice di una biblioteca specializzata in arte in una Scuola Superiore d’arte contemporanea è stata anche insegnante universitaria e ricercatrice all’ Université du Littoral-Côte d’Opale e à Paris 12. Ora è in pensione e continua la ricerca.

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