Galleria Palazzo Cini di Venezia e mostra Lyda Borelli, primadonna del Novecento.

Prosegue la riapertura al pubblico, come tutti gli anni in questo periodo, grazie alla partnership con Assicurazioni Generali, della Galleria di Palazzo Cini, a San Vio, nel Dorsoduro, l’elegante residenza sul Canal Grande, e scrigno di preziosissime opere d’arte. Rimarrà a disposizione di amatori e pubblico, fino al 15 novembre 2017 e celebra con una mostra monografica la figura della grande attrice Lyda Borelli – prima moglie di Vittorio Cini – una delle più affascinanti interpreti italiane del primo Novecento.


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La Galleria di Palazzo Cini, è, com’è noto, una raffinata casa-museo sorta nel 1984, custode di un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di uno dei più importanti collezionisti del Novecento Italiano: l’imprenditore e filantropo, il conte ferrarese Vittorio Cini (1885 – 1977).

I suoi ambienti si sviluppano su due piani: il primo, testimonianza suggestiva di un colto collezionismo a Venezia, continua d’offrire al suo pubblico il fascino della dimora del mecenate, mentre il secondo ospita mostre e iniziative culturali. Il museo è frutto del dono della figlia gemella Yana Cini Alliata di Montereale, che nel 1981 lasciò alla Fondazione parte delle raccolte del padre ed alcune sale del palazzo Grimani, acquistato da Cini insieme all’attiguo palazzo Foscari tra 1919 e 1920.

La donazione è costituita da dipinti toscani dal XIII al XVI secolo, sculture e oggetti d’arte, e molto altro, ma, ciò che è rilevante per la Cultura in generale è che al nucleo originario si aggiunse, nel 1989, la straordinaria raccolta di dipinti ferraresi del Rinascimento, grazie alla generosità dell’altra gemella, Ylda Cini Guglielmi di Vulci, i cui eredi nel 2015 hanno arricchito la Galleria con un nuovo gruppo di opere d’arte e arredi, sempre provenienti dalla collezione originaria di Vittorio Cini.

Accanto al nucleo di dipinti, sculture e oggetti d’arte esposti al primo piano di cui si diceva più sopra, la stagione espositiva di Palazzo Cini si era aperta, quest’anno, con la mostra Afterglow: Pictures of Ruins, curata dal direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero, già curatore della prestigiosa Fondazione Peggy Guggenheim, sempre a Dorsoduro, a pochi passi da Palazzo Cini, che ha visto esposte al secondo piano, opere dell’artista e fotografo di fama internazionale Vik Muniz.

MOSTRA LYDA BORELLI
PRIMADONNA DEL NOVECENTO
1 settembre – 15 novembre 2017
Tutti i giorni ore 11-19. Chiuso il martedì.

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Si è appena aperta, a Venezia, una mostra davvero straordinaria, Lyda Borelli primadonna del Novecento , curata da Maria Ida Biggi, direttrice dell’Istituto per il Teatro ed il Melodramma ed allestita nella cornice della casa museo di Palazzo Cini a San Vio.

Un evento di massimo rilievo all’interno del ciclo di attività legate alla celebrazione-omaggio alla figura dell’attrice Lyda Borelli nel 130° anniversario della sua nascita ed al 58° dalla sua scomparsa: attraverso una straordinaria galleria di fotografie e di rari documenti d’archivio, l’esposizione si propone di raccontare la vicenda artistica di una delle più affascinanti interpreti italiane del primo Novecento, dai grandi successi sui palcoscenici d’Italia e del mondo, sino al trionfo nel cinematografo.

Era figlia d’arte, Lyda: suo padre fu Napoleone Borelli, la madre Cesira Banti.

Così Lyda frequenta il palcoscenico sin da bambina, debuttando nel 1901 al fianco di Virginia Reiter. Dal 1903, anno del suo ingresso nella Compagnia di Virgilio Talli, fino al ritiro dalle scene del 1918, la diva è l’acclamata protagonista di testi teatrali di successo firmati da autori come Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde e Sem Benelli, e lavora accanto ai più importanti attori del suo tempo.

La sua immagine di attrice teatrale, la sua naturale evanescenza, le sue sembianze preraffaelite, la impongono come icona di stile ed eleganza che, con
le successive interpretazioni cinematografiche, si imporrà all’attenzione di un pubblico sempre più vasto.

Ma l’amore, la famiglia, la allontaneranno presto, al culmine del successo, dalle scene e diverrà, ‘semplicemente’ un’amante, una moglie, una madre: quattro i figli che darà alla luce, Giorgio, Minna, Yana eYlda.

Palazzo Loredan Cini

Il progetto espositivo, in accordo con gli eredi di Lyda Borelli, è realizzato in collaborazione con istituzioni quali SIAE – Biblioteca e Raccolta Teatrale del Burcardo, Roma; Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia, Firenze; ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Roma; Biblioteca e Archivio storico di Casa Lyda Borelli, Bologna; Fondazione Cineteca Italiana, Milano, mentre l’importante testo monografico dedicato a Lyda è opera della stessa curatrice Maria Ida Biggi.

Maria Cristina Nascosi Sandri

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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