L’Europa tradita, di Antonio N. Augenti

Sono quattro i punti di riflessione attraverso i quali si snoda la ricerca di Antonio N. Augenti per indagare sulla crisi che attraversa l’Europa in questo inizio di terzo millennio: identità, memoria, progetto e sfida culturale. Una ricerca che prende corpo nel volume “Europa, un’identità tradita” che l’editore Armando ha mandato in libreria da qualche mese.

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Un racconto che sottende una ricerca accurata che l’Autore fa del Vecchio Continente alla ricerca delle cause della crisi che l’attanaglia, a partire da quella economica che l’investe da diversi anni, fino al recente fenomeno della mobilità demografica che pare inarrestabile.

L’Autore riscopre la ragion d’essere dell’Europa, recita la nota in quarta, e quindi la sua identità, attraverso la conservazione della memoria dei processi storici che ne giustificano l’attuale unificazione. Si pongono, tuttavia, nuove sfide, e queste vanno affrontate con una strategia politica e culturale fondata prioritariamente sull’investimento nella risorsa umana, fattore di crescita personale e di sviluppo economico e sociale.

Ma entriamo nel percorso che Augenti delinea per meglio definirne l’analisi. Circa l’identità bisogna evidenziare come oggi, mentre molti Stati tendono ad abbattere le barriere che li hanno sinora divisi, altri cadono nell’errore di ergerle dando vita al fenomeno etichettato con il termine deriva dei nuovi nazionalismi, che tende a mettere in luce le diversità e ad esasperarle. Ma l’identità non può e non deve essere fissata una volta per sempre, perché essa ha un carattere dinamico, legato ai contesti storici e culturali del tempo in cui si manifesta e si precisa nel momento al quale fa riferimento. L’idea di identità, quindi, non può prescindere dalle connotazioni pluriculturali e plurilinguistiche di una società soggetta alle connessioni e contaminazioni di un mondo globale.

In riferimento alla memoria, Augenti, recuperando il contributo hegeliano e crociano della Storia, invita a volgere lo sguardo al passato per comprendere il presente e progettare il futuro, perché esso custodisce quel patrimonio di valori e di principi sui quali orientare le scelte da compiere. Azione che da sola, però, potrebbe non bastare per promuovere l’assunzione di un ruolo da svolgere nella Storia, dal momento che principi ripetutamente declamati vanno convintamente interpretati, soprattutto perché messi alla prova del confronto con l’altro abbiamo dimostrato di non saperli vivere in modo coerente, arroccandoci su di essi. Il tutto perché manca un progetto politico e culturale di ampio respiro, contenitore di valori riconosciuti e condivisi da tutti i popoli europei. Un progetto al momento prigioniero delle preoccupazioni di natura economica e finanziaria che assillano i popoli europei, nonché dei rigurgiti populisti affiorati in molte aree nel segno di nazionalismi di dubbia dignità. Ciò non è avvenuto perché la classe politica è venuta meno all’appello che la Storia promuove, in quanto incapace di impadronirsi di quel patrimonio di idee e valori che non è moneta corrente.

Quale, dunque, la sfida, a pare di Augenti, da accettare per il Vecchio continente? Prendere, innanzitutto, consapevolezza delle grandi sfide che il mondo contemporaneo deve affrontare, alle quali l’Europa dovrà rispondere assumendo il ruolo che le compete per fronteggiarle in modo adeguato e proporlo al resto del mondo. Se la politica è in crisi perché non più credibile, se l’economia porta con sé da anni processi difficilmente governabili, non è alla tecnica che dobbiamo consegnare la resa della nostra volontà di mirare a scopi di miglioramento della qualità della nostra vita, ci ammonisce Augenti, di una vita che soffre agli inizi del nuovo secolo, le contraddizioni tra natura e ambiente, tra individualismo e solidarietà, tra economia ed etica, tra conoscenza e progresso, tra insicurezza e speranza.

E’ il messaggio che l’autorevole intellettuale ci affida, per evitare il rischio del tramonto della cultura occidentale e dell’irreversibile declino dell’Europa di cui essa è depositaria.

Raffaele Bussi

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Presentazione dell’editore:

Europa
Un’identità tradita

ANTONIO N. AUGENTI
Armando Editore (http://www.armando.it/europa)
ISBN: 978-88-6992-040-0
12€
La lettura che oggi si fa dell’Europa è condizionata dalla crisi economica che la investe da diversi anni e dal fenomeno della mobilità demografica in atto. L’Autore ne riscopre la ragion d’essere, e quindi la sua identità, attraverso la conservazione della memoria dei processi storici che ne giustificano l’attuale unificazione. Si pongono, tuttavia, nuove sfide, e queste vanno affrontate con una strategia politica e culturale fondata prioritariamente sull’investimento nella risorsa umana, fattore di crescita personale e di sviluppo economico e sociale.

Antonio N. Augenti, già Direttore Generale del MIUR, ha rappresentato l’Italia in diverse Organizzazioni internazionali che si occupano dei temi dell’istruzione e della formazione.

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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