‘Lettere a una sconosciuta’ di Antoine de Saint-Exupéry

Nel maggio 1931 Antoine de Saint-Exupéry, dopo aver trascorso due anni negli Stati Uniti e avere pubblicato « Il Piccolo Principe », torna ad Algeri. Su un treno che lo porta da Orano ad Algeri, incontra una ragazza di ventitre anni originaria della Francia orientale. La passione scoppia improvvisa e i due si frequentano per tutto l’ultimo anno di vita dell’autore. Le lettere che Saint-Exupéry scrive all’amata svelano il legame segreto tra lo scrittore e il personaggio del Piccolo Principe e la potenza dei suoi disegni nell’espressione dei sentimenti. Un volume illustrato di grande formato, con le riproduzioni in fac-simile delle lettere e i disegni inediti dell’autore. Ce ne parla Gaetanina Sicari Ruffo.

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‘Lettere a una sconosciuta. L’ultimo amore del Piccolo Principe’, Antoine de Saint-Exupéry, Bompiani-Giunti.

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Per lo sconosciuto amore di Antoine de Saint-Exupery.

Sì, proprio lui, l’autore della bellissima favola Il piccolo Principe, conosciuta in tutto il mondo, pubblicata nel ’43, che ha incantato grandi e piccini

Sì, proprio lui e la freschezza dei suoi pensieri e la tenerezza dei sentimenti, si scopre ora che è il mittente di nove lettere indirizzate ad una ‘petite fille’ della Francia orientale, una giovane di 23 anni, incontrata in treno, nel tratto Orano-Algeri, e di cui si era innamorato.

‘Le Lettere ad una sconosciuta’ sono state pubblicate in Italia da Bompiani. Erano già note nel novembre del 2007, quando la casa d’aste Sotheby’s mise in vendita alcune carte inedite che erano proprio queste. Furono acquisite dal Musèe de Lettres et des Manuscripts di Parigi e pubblicate l’anno dopo da Gallimard.

Sette di esse si adornano degli stessi disegni a colori, fiorellini e nuvole, che fanno da sfondo alla favola del piccolo principe, biondo e delicato extraterrestre, proveniente da un altro pianeta che, sulla terra, impara tante cose e a sua volta insegna al pilota, che è caduto col suo apparecchio nel Sahara, le relazioni tra gli uomini e la preziosità degli affetti.

Potrebbe essere l’occasione per l’autore di scendere sulla terra e rivelarsi, uomo tra gli uomini, colto da improvvisa passione per una giovane creatura sconosciuta che vorrebbe incontrare e amare. Ci sono i presupposti di un’ansia e di una frenesia che appaiono del tutto reali:

« Quando la chiamo, non c’è mai… La sera non è più tornata … Con lei divento matto… ».

C’è pure raffigurato il suo viso con accanto una considerazione:

« E’ un po’ malinconica perché non sa ancora che io sono un suo grande amico, ma penso che nei prossimi disegni comincerà a sorridere. Si sbrighi a telefonarmi se non vuole che le sia infedele” .

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Sempre questo segnale del disegno, come lo stigma che personalizza la sua arte, il suo sogno proibito, ma la sua vita appare altrove. Peccato che non sia riuscito a concretizzare un amore reale che lo rendesse felice. Tutti i suoi lettori avrebbero voluto che fosse stato così. Invece Antoine morirà di lì a poco in un incidente aereo su un F-5, il 31 luglio del ’44. Molto più tardi si è appreso che fu colpito davanti alla costa marsigliese da un caccia tedesco.

Forse avrebbe voluto una favola nella sua vita e l’aveva sognata ad occhi aperti . Invece il suo matrimonio con la giornalista salvadoregna Consuelo Suncin, conosciuta a Buenos Aires, nel 1930, da lui definita ‘anima selvaggia’, fu burrascoso.

Di lui si conserva questa ultima lettera da New York, scritta alcuni mesi prima di morire:

« Consuelo, stasera ti scriverò una lettera d’amore, perchè, nonostante le molteplici ferite, le parole che non hai compreso, i richiami che muoiono contro il vetro della tua mente chiusa, sono arrivato a un punto in cui non ne posso più di un amore che non ha mai trovato la sua strada. In te si trova una persona che amo e la cui gioia è fresca come l’erba medica ad aprile ».

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Contro l’amara dolcezza di questa sua anima assetata d’amore, essere vissuto di favole può essere un antidoto alla vita tumultuosa che rapisce in cielo. Ed il Nostro infatti, in quel cielo che aveva immaginato, in mezzo al deserto del Sahara, ha ritrovato la sua collocazione di eroe che aveva già sperimentato nel 1938, durante il tentativo di stabilire il record di volo da New York alla Terra del Fuoco.

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Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

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