Dieci anni dalla morte di Antonioni e Bergman

Una manciata di ore di distanza segnarono, 10 anni fa, lunedì 30 luglio 2007, la data della scomparsa di due sommi del cinema mondiale, il ‘nostro’ Michelangelo Antonioni e lo svedese Ingmar Bergman. Due perdite immani, incalcolabili, anche per la Storia del Cinema e della Cultura, in generale.

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Accade spesso che le personalità di gran rilievo – me lo fece notare mio padre Elio, con la sua saggezza di senex – abbiano ad andarsene quasi come Muse Geminae, ‘consci’ di aver ‘fatto’ ormai, la loro parte.

Tra loro non c’era – per quanto è dato sapere da biografi più o meno ufficiali – gran feeling. Bergman, in particolare, disse di Antonioni:

« Ha fatto due capolavori ‘Blow up’ e ‘La Notte’, ma non vale la pena di annoiarsi con il resto…”.

Certo un giudizio spietato, crudele nella sua sincerità di artista nordico, ma non dev’esser dispiaciuto – illazione? – al ‘nostro’ Michelangelo, persona di grande autenticità ed onestà, specie nell’esporre il suo credo cinematografico ed in genere, ‘umano’.

L’han dimostrato i suoi libri, i suoi film, le interviste fatte gli negli anni e ‘viste’ in tv, ed ancor prima i suoi articoli: come tutti i grandi ‘facitori di cinema, la Settima Arte’, aveva iniziato come cine-critico su Cinema, la rivista di Ulrico Hoepli diretta da Vittorio Mussolini, uno dei figli del Duce. In quegli stessi anni Quaranta, Mussolini sceneggiatore e produttore cinematografico, sotto lo pseudonimo anagrammato di Tito Silvio Mursino, scrisse il soggetto di film quali Un pilota ritorna, sceneggiato da Michelangelo Antonioni e diretto da Roberto Rossellini.

Anche la Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia, quest’anno alla sua 74a edizione, lo ricorderà, nella sezione Classici Restaurati, mostrando il suo capolavoro del 1964, Deserto Rosso, già restaurato anni fa dalla Cineteca Nazionale e mostrato a Ravenna – il luogo dove era stato girato – nel 1998.

Da non perdere l’omaggio dei mass media istituzionali nazionali a Michelangelo Antonioni per questo decennale di scomparsa in onda oggi 30 luglio 2017 alle 23.00 su Rai Storia.

Si tratterà di un tributo davvero corale in forma di un documentario arricchito da preziose perle d’archivio delle Teche Rai, con back-stages, dichiarazioni spontanee dei collaboratori ai giornalisti e rare interviste d’epoca ai suoi più stretti collaboratori ed amici quali: il suo primo grande musicista e glossatore musicale, Giovanni Fusco, poi lo scrittore e sceneggiatore Ennio Flaiano, suo grande collaboratore, la sua grande Musa, Monica Vitti ed ancora Marco Ferreri, Francesco Maselli, Gian Luigi Rondi, Tonino Guerra…

Michelangelo Antonioni, fotografato all'Hotel

Da non perdere, per non dimenticare di ricordare, almeno per qualche ora, uno dei più grandi figli della straordinaria ed unica Città di Ferrara.

Maria Cristina Nascosi Sandri

Da Ferrara

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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