Musée des Beaux-Arts, Nantes : Fascinante Italie. De Manet à Picasso (1853-1917)

Il tema della memoria non è sola prerogativa del dibattito politico.

Già da qualche anno la programmazione espositiva francese ci ha abituati a questo esercizio intellettuale, basato sul ricordo, la memoria, l’influenza. L’Italia, “terra iniziatica” per molte generazioni d’artisti, non poteva che non essere al centro di questa riflessione. Dopo « Voir l’Italie et mourir » (Musée d’Orsay) e « Souvenirs d’Italie » (Musée de la Vie Romantique), la trilogia della memoria italiana si conclude con « Fascinante Italie. De Manet à Picasso (1853-1917) », interessante esposizione presentata al Musée des Beaux-Arts di Nantes fino al 1 marzo 2010.


marquet_naples_copie.jpg

Albert Marquet
Il porto di Napoli, 1909
Olio su tela,
© Centre Pompidou / Musée national d’art moderne / Cliché Charles Choffet, Besançon, Musée des Beaux-Arts et d’Archéologie

L’obiettivo della mostra è quello di mostrare la persistenza dell’influenza italiana su tutte le ricerche artistiche francesi dalla fine del XIX all’inizio del XX secolo. Attraverso un approccio inedito, l’esposizione si concentra su quegli artisti che non si iscrivono solamente nella tradizione accademica (il Prix de Rome, che offriva un soggiorno-studio di tre anni, era uno dei premi più ambiti dagli studenti dell’Accademia di Francia), ma che si rivolgono verso il patrimonio italiano con uno sguardo nuovo.

derain_l_italienne_copie.jpg

André Derain
L’Italienne, 1913
Statens Museum for Kunst, Copenhagen© SMK Foto

I due limiti cronologici scelti dai curatori non sono casuali : nel 1853, Edouard Monet intraprende un viaggio italiano alla scoperta dei grandi maestri del Rinascimento (nel 1858 seguiranno l’esempio di Edgar Degas e Gustave Moreau); nel 1917 Picasso giunge a Roma insieme a Jean Cocteau e al coreografo Diaghilev in cerca d’ispirazione per la realizazione delle scenografie del balletto Parade, messo in scena dai Balletti russi. Un arco di tempo di circa sessant’anni che corrisponde alla nascita della modernità e che è qui sintetizzato attraverso una selezione di un centinaio d’opere, provenienti da collezioni pubbliche e private e soprattutto da un importante prestito del Musée d’Orsay.

denis_Villa_Medici_copie.jpg

Maurice DENIS
La vasca di Villa Medicis, 1898
Olio su cartone
Beauvais, Musée départemental de l’Oise
© Beauvais, Musée de l’Oise – Jean Louis Bouché

La mostra si articola lungo un percorso che potremmo definire tematico e cromatico. Grazie alla suggestiva scenografia dell’architetto Philippe Renaud, il grande patio del museo è stato trasformato in una immensa piazza italiana, animata da verande e pareti colorate, che accolgono sezioni diverse, all’interno di due grandi tematiche direttrici: il viaggio in Italia e la memoria dei maestri. “La magia della luce distoglie molti artisti dai luoghi di riferimento tipici come il Vaticano o il foro romano” – dice Blandine Chavanne, curatrice della mostra – “ in favore di un nuovo sguardo rivolto a tutta la penisola, seguendo l’esempio pioniero di Corot”.

van-gogh_L_italienne_copie.jpg

Vincent van Gogh
L’Italienne, 1887
olio su tela
Paris, Musée d’Orsay
© RMN (Musée d’Orsay) – Hervé Lewandowski

Se Venezia è una delle città preferite dagli impressionisti (Monet, Signac ma anche due incredibili vedute di Kandisnky!), la luce del sud (Roma, Napoli, la Sicilia) ri-diventa fonte d’ispirazione, permettendo a molti artisti di rinnovare la loro tavolozza e il loro approccio al paesaggio (bellissime le vedute napoletane di Denis e Marquet). La violenza della luce del meridione schiaccia i volumi, accentua i contrasti, conducendo i pittori verso una composizione più rigorosa e semplificata.

Ma il viaggio in Italia offre agli artisti anche la scoperta dei grandi maestri del passato – copiati dai primitivi fino al barocco – ma anche la riscoperta delle fonti letterarie di Virgilio e Dante (molto suggestiva la sala rodiniana dedicata alla Porta dell’Inferno), religiose (interessante la riscoperta di San Francesco d’Assisi ad opera di Maurice Denis) o storiche (Merson, Laurens, Delauney). In Toscana, la riscoperta dei dipinti murali di Beato Angelo, Ghirlandaio, Perugino, Signorelli, è senza alcun dubbio all’origine di un rinnovamento del genere in Francia da parte di artisti quali Puvis de Chavenne e Maurice Denis. Tutta l’Italia diventa oggetto d’interesse, compresi i suoi abitanti, dalla bellezza “superba e nobile”, scelti dagli artisti sin dall’epoca romantica come emblema di una bellezza classica, che ricercano perfino a Parigi, nei volti delle giovani emigranti (Van Gogh, L’italienne; Cézanne, Une jeune italienne à sa table; Derain, L’italienne).

vista_di_sala_copie.jpg

Vista di Sala
© Musée des Beaux-Arts Nantes

“Eppure l’Italia raffigurata da questi artisti è un Italia sognata, immaginata che non si interessa alla storia contemporanea” – ci dice Cyrille Sciama, co-commissario dell’esposizione – “ gli artisti francesi sembrano disinteressarsi al movimento “rivoluzionario” in corso nel paese prima e durante il processo d’unificazione, non cercano lo scambio, neppure con i loro colleghi italiani, particamente sconosciuti, all’eccezione del gruppo dei futuristi”. In attesa che l’Italia contemporanea diventi nuovamente fonte d’ispirazione per la cultura internazionale, godiamoci nostalgicamente questi capolavori.

Barbara Musetti

Fascinante Italie. De Manet à Picasso 1853-1917
Fino al 1 marzo 2010
Nantes, Musée des Beaux-Arts
10, rue Georges-Clemenceau
Dal lunedi alla domenica, 10h-18h
Catalogue d’exposition : Fascinante Italie – éditions Gallimard.

Article précédentTanti Auguri, Presidente.
Article suivantLa Menzogna – Le Mensonge, idée et mise en scène de Pippo Delbono
Barbara Musetti
Barbara Musetti est docteur en histoire de l'art et enseignante, notamment à l'Ecole du Louvre de Paris.