Napoli. L’opera gioiello di Sara Lubrano donata al Museo del Tesoro di San Gennaro

In un clima di gioiosa emozione, l’Associazione EnterprisinGirls, che vede insieme imprenditrici, libere professioniste e donne del terzo settore, ha presentato nel Museo del Tesoro, l’opera gioiello realizzata a mano da una delle sue fondatrici l’artista artigiana Sara Lubrano, che sarà donata al Museo del Tesoro di San Gennaro. L’evento di consegna è avvenuto il 24 febbraio ed è stata cosi’ scritta una nuova pagina di storia per la Città, in quanto è il primo gioiello realizzato da una donna ad essere esposto nel Museo del patrono di Napoli.

La mitra, opera gioiello di Sara Lubrano

E’ una mitra lavorata con la tecnica della fusione a cera persa, ricca di elementi simbolici e richiami alla Città e al Tesoro con su la scritta Jesce e facci grazia, raffigurante la chiave che custodisce le ampolle con il sangue, le ampolle, lo stemma della città di Napoli, tralci d’uva e tre rose di corallo impreziosite da smeraldi, rubini e ricami in rilievo. Un gioiello creato con impegno e passione per celebrare l’antica arte orafa napoletana.

Riccardo Imperiali di Francavilla, della Deputazione della Cappella del Tesoro ha aperto la conferenza stampa raccontando la singolare storia del contratto notarile tra il popolo napoletano e il santo Patrono a cui nel Cinquecento, in cambio della grazia per la fine della pestilenza e l’irritabilità del Vesuvio, aveva promesso l’edificazione di una Cappella del Tesoro.

Una storia appassionante che ha ispirato la presidente di EnterprisinGirls Francesca Vitelli.

Oggi siamo nel tempio del talento, ha dichiarato la Vitelli, e vedere l’opera di una nostra giovane associata accanto a quelle dei grandi maestri del passato è una grande soddisfazione, progetti così ambiziosi possono essere frutto solo di un lavoro di squadra ed per questo che, due anni fa, abbiamo dato vita ad EnterprisinGirls per selezionare talenti per creare una rete d’eccellenza. Non solo il talento artistico ma anche quello espresso quotidianamente nel proprio lavoro.

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Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro, ha ripercorso la storia del Museo, un museo giovane ma famoso in tutto il mondo che per la ricchezza delle opere contenute racconta buona parte della storia dell’arte di tutti i tempi. Un luogo che suscita emozioni e trasporto, dichiarando il piacere di accogliere l’opera di una giovane artista che con il suo talento arricchisce la storia dell’arte, del Museo e della Città.

L’opera, scoperta, è stata accolta da un’ovazione da parte dei presenti.

Sara Lubrano, emozionata, ha raccontato come ha sviluppato il gioiello, manifestando la sua soddisfazione di vedere esposta la sua opera in uno dei Musei più famosi al mondo, proprio la Cappella del Tesoro di San Gennaro, meta di studiosi e turisti provenienti da ogni angolo del mondo.

Pensare che la mia mitra, ha aggiunto l’artista, è esposta accanto a grandi capolavori mi fa battere il cuore, sapere che un gruppo di persone ha lavorato perché questo avvenisse mi convince sempre più sull’importanza del lavoro di gruppo. Uno stimolo a lavorare in futuro per creare una collezione di gioielli ispirata a San Gennaro.

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La conferenza stampa si è conclusa con l’inserimento del gioiello in una delle teche del Museo, ad opera del direttore Paolo Jorio, della presidente dell’associazione EnterprisinGirls Francesca Vitelli e della stessa Sara Lubrano.

La gratitudine a Don Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro, per la disponibilità e la collaborazione all’interessante iniziativa che ha reso possibile l’accoglienza nel Museo del Tesoro di un’opera di straordinaria bellezza.

di Raffaele Bussi

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Note biografiche

Sara Lubrano nasce a Napoli 31 anni fa. Consegue la laurea triennale in Economia e Commercio all’Università Parthenope di Napoli e studia all’Accademia delle Arti orafe di Roma dove si appassiona, tra le varie tecniche di creazione del gioiello, alla modellazione della cera. La fusione a cera persa, tecnica scultorea originariamente introdotta nell’età del bronzo, ha conosciuto un notevole sviluppo soprattutto nell’arte greca, romana e nella scultura monumentale. Pompei ed Ercolano raccontano di manufatti per uso quotidiano e di monili. Una tecnica oggi usata solo da pochissimi artigiani che custodiscono un sapere antico e una tradizione di bellezza che si esprime attraverso pezzi unici realizzati a mano al banco da lavoro.

Sara, dopo aver lavorato con maestri artigiani napoletani, ha mosso i primi passi realizzando gioielli su suo disegno originale e nel 2009 ha aperto, a Napoli, un negozio-laboratorio in Vicoletto Belledonne dove ogni giorno cesella la bellezza.

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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