Il mistero della scrittrice Ferrante e la smania di pseudo trasparenza dei media

Esisteva un mistero, non si sa bene se germinato per cosi’ dire spontaneamente o se creato appositamente con astuzia pubblicitaria indotta, di cui ora tutte le cronache si occupano. Le cronache anzi dicono di averlo risolto.

In effetti, risalendo dai conti bancari e avendo il denaro come fonte filologica per straordinaria commistione, è stato rivelato da numerosi giornali chi si nasconde dietro lo pseudonimo della celebre scrittrice italiana Elena Ferrante. Nientemeno che una traduttrice, nata a Napoli, e collaboratrice delle Edizioni e/o: Anita Raja.

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Che tristezza tuttavia questa caccia a togliere quel velo! Quanta arroganza nel voler sapere! Sapere cosa, poi? Che cosa aggiunge a una passione questa violazione, vera o falsa che sia, questa scoperta? Non siamo davvero più capaci di stare in un incanto, in un segreto – quale che sia il segreto. Peccato per la fiducia che non sappiamo avere nei confini che l’altro ci propone.

Quello della Ferrante che ha fama e gloria letteraria fino in America è lo strano caso di uno pseudonimo che nasconde e rivela l’identità della scrittrice. Nascosta e parvente della sua luce stessa, come diceva Dante.

Perchè nascondersi?

Nel mondo classico la risposta è semplicissima.

Licurgo, dopo aver fatto le leggi, ando’ in esilio; si nascose.

Omero, dopo aver composto i poemi più grandi dell’Antichità non diede notizie di sé, se non in quel nome che forse è anchesso uno pseudonimo: Cieco.

L’autore nel mondo classico doveva sparire di fronte all’opera.

Solo l’opera doveva parlare. Sua era l’eloquenza e la persuasione

“I sei personaggi” di Pirandello esprimono questa legge.
Essi sono indipendenti dal loro autore e proclamano alto la loro esistenza libera che obbedisce a leggi proprie.

La quadrilogia L’Amica geniale di Elena Ferrante è l’opera che meglio esprime la scrittura e l’analisi, attraverso due figure femminili, di tutto un mondo.
Le due amiche potrebbero essere un doppio, ma in realtà contengono due mondi diversi o almeno due modi di interpretare lo stesso mondo.
(Intervista del premio Strega Nicola Lagioia a Elena Ferrante, aprile 2016.)

Ci rendiamo conto che siamo in una dimensione che richiama, ma nello stesso tempo è distante da Pirandello.

Non a caso la scrittrice rifiuta qualsiasi parentela con scrittori vicini.
Rifiuta anche la vicinanza a Curzio Malaparte a cui la descrizione di Napoli e dell’ambiente parrebbe proporla, dato che soprattutto Napoli sembra la vera protagonista.

Non è l’ambiente l’elemento intorno a cui ruota la scrittura.

C’è anzi una precisa decontestualizzazione e forse per questo motivo la scrittrice è fortemente letta ed amata negli Usa, dove la società liquida sembra trionfante.

Non è la società che forgia i caratteri, ma esiste una selva di opinioni che si intrecciano e compongono e spiegano l’azione, gli avvenimenti.

In apparenza quello che accade in Pirandello.

Solo in apparenza, dato che il caos regna sovrano nell’opera pirandelliana e qui nella Ferrante tutto a un certo punto sembra ricomporsi.

Ma c’è un’altra notazione

L’autore per quanto sconosciuto, mascherato dietro lo pseudonimo, è sempre auctus sibi ipsi, ossia chi scrive aggiunge se stesso, il filtro della sua storia inclusa in quella dei suoi personaggi, magari a frammenti.

In conclusione, è proprio inutile questa caccia mediatica, perchè, per comprendere chi si nasconda dietro lo pseudonimo, basta la scrittura stessa senza ricorrere ai conti correnti se il mistero necessita di svelamento, ma non lo necessita affatto.

Carmelina Sicari

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.

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