Fuocoammare – L’Orso di Berlino sbarca nei cinema francesi.

Il vincitore dell’ultima Berlinale, “Fuocoammare, par-delà Lampedusa”, documentario di Gianfranco Rosi, arriva dal 28 settembre nelle sale cinematografiche francesi. Questo film ha portato in luce agli europei il dramma dei profughi e degli sbarchi di Lampedusa e racconta attraverso la vita dei lampedusani, le mille difficoltà di chi ha soccorso e ospitato, sul proprio piccolo territorio di frontiera, oltre 400 000 naufraghi. INTERVISTA all’autore il 20 settembre a Parigi.


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Il prossimo 28 Settembre esce nelle sale francesi “Fuocoammare”, il nuovo film documentario di Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino lo scorso febbraio. Con questo film, il regista nato ad Asmara, si conferma sulla scena internazionale come uno dei migliori narratori contemporanei : Rosi si era già aggiudicato il Leone d’Oro a Venezia nel 2013 per “Sacro GRA”.

Fuocoammare era il fuoco che brillava sulle navi da guerra bombardate durante la Seconda Guerra Mondiale. 70 anni dopo, è la più drammatica delle scene che si svolgono quotidianamente in quello stretto braccio di Mediterraneo che va da Pachino fino alla costa nord africana. Sono le ceneri di migliaia di “poveri cristi” la cui vita viene “bruciata” nel “mare nostrum”, per sempre.

Circa un anno fa mi era capitato di vedere un bellissimo documentario, “Messaggeri” (film di Laetitia Crouzillat ed Hélène TURA). In “Messaggeri”, i migranti che hanno attraversato il Sahara e sono giunti a Melilla, raccontano come sono scampati alla morte, che ha ucciso i loro compagni di viaggio, i migranti letteralmente e simbolicamente annegati a bordo. « Sono dove tutte queste persone che sono partite e non sono mai arrivate? « . In “Messaggeri” si voleva descrivere il fragile confine tra i viventi migranti e i morti migranti.

Rosi invece ha allargato la scena, aggiungendo altri personaggi a questa orribile pièce che va in scena ormai da anni: i lampedusani, la loro isola e la politica.

Bande annonce Ours d’or Berlinale 2016 – Fuocoammare, par-delà Lampedusa – un film de Gianfranco Rosi from Météore Films on Vimeo.

I lampedusani sono stati travolti da questo vortice che si puo’ riassumere in una sola cifra, spaventosa: 400.000 migranti che sono sbarcati sulle sponde della loro isola in 20 anni. Alcuni ancora con la forza di respirare, altri stremati e senza vita. Corpi, che non hanno più un’anima, ma che diventano numeri. Ma, come dice uno dei protagonisti dell’isola, il dottor Bartolo, un uomo-eroe per cui la fratellanza è il valore più importante della vita: “I lampedusani sono un popolo di marinai, e i marinai tirano su tutto quello che sta nell’acqua”.

Bartolo è forse il personaggio chiave del fiIm, per la sua missione, per il rapporto con l’isola, per la fiducia che Rosi riesce a strappargli. Rosi ha necessitato di alcuni mesi per osservare e capire la vita di questi tenaci isolani. Dal sentimentale DJ della Radio Locale, alla taciturna zia Maria, sono i loro occhi e i loro gesti che ci comunicano la quotidianità a Lampedusa. Il piccolo protagonista Samuele ci rimanda ai sogni e alla spensieratezza d’infanzia.

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E poi ci sono gli immigrati, con i quali Rosi non instaura un rapporto particolarmente intimo ma spesso con scelte stilistiche molto complesse, ne cerca di sentire l’animo, le urla, il canto. Spesso attraverso un vetro o durante una cerimonia religiosa, il regista ascolta la loro voce e il loro pianto. Come nei film di Salvatores, anche qui c’è una partita di pallone che riaccende un lume di speranza e sembra ridare forza alle persone stremate sia dal viaggio che dal passato.

La regia e il montaggio (fatto volutamente sull’isola) sono precisi e realistici. I lunghi piani sequenza del film a volte rischiano di condurre lo spettatore fuori pista, ma sono talmente poetici che gli si puo’ perdonare anche questo (Da cineteca la scena dell’elicottero filmato attraverso lo schermo della nave).

Anche la fotografia ha una parte rilevante: i migliori fotogrammi sono stati girati all’alba e al tramonto sulle diverse navi della marina militare. Trasmettono completamente la tensione del momento del soccorso in mare, l’ansia di sapere di non potercela fare o il timore che ogni sforzo possa rivelarsi vano.

La maggior parte delle riprese sono state effettuate in giornate nuvolose: il regista riesce nell’intento di descriverci un’isola invernale, nella quale la quotidianità si riassume nella pesca di pesci o di migranti.

Il film di Rosi è stato giustamente definito dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz “un monumento alla dignità”. Una dignità che i lampedusani non hanno mai perso in tutti questi anni, offrendo accoglienza e speranza a chi si nutriva di sola disperazione.

Il 20 febbraio 2016 Rosi riceveva dalle mani della presidente di giuria Meryl Streep l’Orso d’oro della 66esima Berlinale. Commosso, ha preferito dire poche ma intense parole : “Ho iniziato “Fuocoammare” un anno e mezzo fa, quando il dibattito sull’immigrazione in riferimento agli sbarchi a Lampedusa era concentrato sull’Italia.

Ma, anche grazie a questa Berlinale, la questione si è estesa all’Europa se non al mondo. Lampedusa è come la porta dell’Europa, ma solo da poco ci si rende conto di quante persone stiano arrivando nel continente attraverso quest’isola”. Anche il Dottor Bartolo si è lasciato andare ha un sentito grido : “La speranza è che da questa platea berlinese le nostre voci unite si alzino insieme: la mia, quella di Rosi, dei lampedusani e di voi giornalisti internazionali, perché dobbiamo portare le persone alla vita e non nei cimiteri”. Poiché come dice Anna Maria Pasetti sul “Fatto Quotidiano”, “un film del genere non può lasciare in pace nessuno, tanto meno chi l’ha realizzato”.

Fabrizio Botta

Il film FUOCOAMMARE uscirà il 28 settembre in Francia. Gianfranco Rosi ci ha concesso una intervista nel Marais il 20 settembre. Il film ha vinto l’Orso d’oro a Berlino nel 2016. L’intervista e l’audio sono stati realizzati da Fabrizio Botta.

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POUR APPROFONDIR, UN LIEN EXTERNE INTERESSANT:

Cinéma Arte TV reçoit Gianfranco Rosi

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Fabrizio Botta
Fabrizio Botta, Piemontese d'origine e Francese d'adozione, si e' stabilito nella "Ville Lumière" dopo aver ottenuto un Dottorato all'Université Pierre et Marie Curie. Dopo aver lavorato per 10 anni come ricercatore nel campo ambientale, da qualche anno si occupa di valutazione del rischio all'Istituto Superiore di Sanità Francese. Appassionato di viaggi, di geopolitica e di fotografia (https://www.instagram.com/_fabrizio_botta_photographer/), dal 2015 collabora con Altritaliani per la sezione cinema.

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