Mito e Natura. Pompei, un itinerario tra domus e giardini.

La Soprintendenza Archeologica di Pompei ed il Museo Archeologico di Napoli mettono in vetrina la mostra “Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei”, il racconto della risistemazione o ripristino degli spazi verdi di antiche domus, la narrazione della natura nei suoi vari aspetti in stretto rapporto con l’intervento dell’uomo.

Che le case pompeiane fossero dotate di spazi verdi, al cui interno facevano bella mostra di sé piccole aiuole o giardini al centro dei peristili oppure orti collocati sul retro della domus fino a sostanziosi appezzamenti agricoli che confinavano con la proprietà, si è sempre saputo. Comporre giardini nell’antichità era una vera arte, in uno con gli affreschi che decoravano gli ambienti e le preziose suppellettili che davano l’esatta dimensione dell’importanza che gli antichi attribuivano alle proprie dimore.

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Pittura di giardino, affresco, 30 – 35 d.C. – Da Pompei, Casa del Bracciale d’Oro

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

La testimonianza di questo interesse è offerta dal percorso predisposto in occasione della Mostra Mito e Natura che si sviluppa nella parte meridionale della città interessando antiche domus quali la Proprietà di Iulia Felix, la Casa cosiddetta di Loreio Tiburtino, la Casa della Venere in Conchiglia, la Casa del Frutteto e la Casa di Marco Lucrezio sulla Via Stabiana.

La Proprietà di Iulia Felix

è un grande edificio scavato in gran parte tra il 1755 e il 1757 che secondo la prassi dell’epoca venne ricoperto dopo aver prelevato reperti e parte degli affreschi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Non è una semplice casa, definita praedia, e comprende un piccolo settore termale con una grande piscina, un’osteria con letti e tavoli per gli avventori, un grande triclinio, un giardino con fontane, nicchie e pergolati sotto cui passeggiare, piantumato con edera tassi bossi rose e viti, un ampio spazio destinato a frutteto dove sono stati ripiantati cipressi oleandri melograni peri meli e ciliegi.

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Pompei, Praedia di Giulia Felice

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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La Casa cosiddetta di Loreio Tiburtino

è una casa dotata di un enorme giardino, il doppio del settore abitativo con aiuole fiorite, giardinetti ed una lunga fontana trasversale, un ambiente che si concludeva con una sala da pranzo all’aperto e si affacciava con un pergolato sul sottostante enorme giardino diviso al centro da una serie di fontane: giochi d’acqua e zampilli vari da lasciare incantati gli ospiti di turno.

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Pompei, Casa cd. di Loreio Tiburtino

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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La Casa della Venere in conchiglia

così detta per un affresco sulla parete a sud del giardino che riproduce Venere trasportata con una conchiglia sulle onde del mare. Il giardino è stato ripiantumato già negli anni Sessanta con una siepe di mirto, cespugli di mirto e bosso, piante di rose ed una bordatura di ruscolo maggiore davanti all’affresco di Venere.

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Pompei, Casa di Venere in conchiglia

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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La Casa del Frutteto

è uno dei massimi esempi pompeiani della cosiddetta pittura di giardino, cioè della riproduzione sulle pareti, in dimensioni reali, di un vero e proprio giardino con l’intento illusionistico di trasformare la stanza in uno spazio aperto. La domus è composta da due camere da letto decorate sulle pareti da pitture raffiguranti giardini. Nella prima sul fondo azzurro del cielo compare un giardino con alberi di limone, corbezzolo, ciliegio, alloro viburno ed erbacce fiorite, popolato da uccelli e ricco di fontane e statue in stile egizio, mentre la seconda presenta su fondo nero un vero e proprio frutteto con un fico, susini, limoni pere e ciliegi.

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Pompei, Particolare di affresco dalla Casa del Frutteto

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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La Casa di Marco Lucrezio sulla via Stabiana

scavata intorno alla metà dell’Ottocento offre la testimonianza di un altro aspetto importante dei giardini pompeiani: l’arredo scultoreo. Il giardino sopraelevato era infatti arricchito da varie sculture che circondavano la vasca centrale, dove andava a confluire l’acqua che fuoriusciva da una statua di sileno e riversato su di una scaletta antistante: statuette di animali, pilastrini con erme bifronti di menadi e sileni che si ritrovano anche in altre domus pompeiane compongono il corredo scultoreo. I continui furti consigliarono la Soprintendenza di realizzare copie delle sculture per garantire la fruizione completa del giardino.

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Pompei, Casa di Marco Lucrezio su Via Stabiana, frontone

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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Fuori mano dal percorso proposto alla stampa il giorno dell’apertura della mostra, ma notevole e da vedere

La Casa degli Amorini Dorati

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Pompei, Casa degli Amorini Dorati

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismo: Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico

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L’aspetto dei giardini che la Soprintendenza vuole offrire ai visitatori con i recenti restauri e la conseguente riapertura al pubblico, ha evidenziato Massimo Osanna, Soprintendente di Pompei, è un’interpretazione dei luoghi per come essi dovevano essere all’epoca della loro realizzazione.

All’inedito percorso delle domus, si aggiunge la sezione Natura morta, allestita nella Piramide all’interno dell’Anfiteatro, un genere che ha origine nel mondo ellenistico-romano con la rappresentazione di frutti e animali. Gli affreschi con queste raffigurazioni, staccati in passato e conservati al Museo di Napoli, ritornano per la prima volta a Pompei proprio come semi frutta e pani, restituiti nella loro integrità dalla cenere che li aveva coperti dopo l’eruzione del 79 d.C., esposti insieme agli intonaci dipinti in un gioco di rimandi tra la natura raffigurata e i suoi modelli reali.

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Pittura: natura morta con pesche e vaso di vetro, Affresco, 45 – 79 d.C., Da Ercolano, Casa dei Cervi Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli invece un centinaio di reperti archeologici esposti nella grandiosa Sala della Meridiana illustrano i temi de Il paesaggio, Il giardino incantato, La natura coltivata dono degli dèi, Lo spazio della natura e La Natura come segno e metafora: soggetti che non solo illustrano il rapporto dell’uomo antico con l’ambiente, ma che consentono di focalizzare la produzione artistica magno greca ed in generale dell’Italia meridionale, ellenistica e romana.

La Mostra, ha precisato Paolo Giulierini direttore del Museo di Napoli, nata da un rigoroso progetto scientifico, non si presenta come fine a se stessa, ma è stata l’occasione di valorizzazione di molti reperti, di solito non esposti nel Museo di Napoli, ed uno stimolo per riaprire, in via definitiva, gli storici giardini del palazzo.

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Ninfeo di Massa Lubrense, particolare dei mosaici, I sec. d.C.

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
e del Turismo: Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Archivio fotografico

La Mostra MITO e NATURA è stata l’occasione per il ritorno alla fioritura dei due giardini interni, dove in quello orientale sarà ricostruito il giardino romano con un ombreggiante pergolato di viti rose e frammenti scultorei, mentre nel Portico XLV prospiciente il giardino occidentale sarà esposto una parte del Ninfeo marittimo di Massa Lubrense interamente ornato con motivi floreali e faunistici e decorato di pasta vitrea e marmi policromi.

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Pittura: fanciulla con serto di fronde Affresco, 20-10 a.C.,
Da Ercolano

Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Una mostra di grande interesse questa di MITO e NATURA che sottolinea il valore del rapporto di un corretto equilibrio tra uomo e ambiente che lo circonda, importante nel mondo antico perché collegato alla nutrizione, dono di quella natura che non rispettata in modo adeguato può offrire doni avvelenati. Un monito all’uomo contemporaneo che non si cura oggi di sversare in terreni agricoli, che offrono svariate raccolti nel corso delle stagioni, quanto di più immondo possa esistere.

Proprio questo il senso della Mostra far riflettere l’Uomo sui propri errori, perchè desertificando il suolo esso non potrà che offrire per il futuro frutti amari, troppo amari da lasciare in eredità alle future generazioni.

Raffaele Bussi

P.S.: Il catalogo della mostra è edito da Electa e accoglie saggi d’approfondimento di autori internazionali.

(©Diritti di riproduzione riservati)

Le immagini possono essere utilizzate solo ed esclusivamente nell’ambito di recensioni giornalistiche della mostra

MOSTRA MITO E NATURA: DALLA GRECIA A POMPEI.

Scavi di Pompei, Anfiteatro
Piazza Anfiteatro
16 marzo –15 giugno 2016

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 19
16 marzo – 30 settembre 2016

Info pratiche complete a questo link: http://www.mostramitonatura.it/

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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