La poesia della luce. Museo Correr Venezia. Un percorso di visita.

È un piacere per lo sguardo passeggiare per le stanze del Museo Correr, che si affaccia sulla Piazza San Marco di Venezia, il “salotto” della città, ed ammirare gli oltre 130 straordinari disegni, capolavori di grandi Maestri italiani e stranieri – dal Rinascimento all’Ottocento – provenienti da una delle più importanti collezioni al mondo, la National Gallery of Art di Washington. Artisti come Mantegna, Bellini, Giorgione e Tiziano, fino a Veronese, Tiepolo, Piazzetta e Canaletto, Guardi, e stranieri di passaggio come James McNeill Whistler, Rudolf von Alt, Edward Lear, Carl Friedrich Heinrich Werner, William Callow e, infine, John Singer Sargent.

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Quattro secoli di arte, dedicata soprattutto a Venezia, da assaporare nella città che è nel cuore di molti artisti di tutto il mondo. Il tutto è stato reso possibile dagli accordi tra i vertici della National Gallery of Art della capitale statunitense, rappresentati da Andrew Robison, Senior Curator del dipartimento di disegni e stampe del museo e lo staff della Fondazione Musei Civici di Venezia, la direttrice Gabriella Belli e la collaborazione dello studioso Alberto Craievich, conservatore di Ca’ Rezzonico.

La National Gallery of Art di Washington, fondata nel 1937 e aperta 17 marzo del 1941, per volere e lungimiranza dell’allora presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, su ispirazione della National Gallery londinese, ha sempre avuto il vanto di essere nata grazie alla donazione di illustri benefattori che hanno donato collezioni di arti grafiche risalenti al Settecento francese, al Rinascimento tedesco e italiano, e poi a Rembrandt, e ancora stampe italiane, sull’Ottocento francese e sul classicismo moderno. Negli anni successivi la National Gallery ha ricevuto anche collezioni di scuola veneziana. Le acquisizioni, sia per mano di donatori che attraverso aste pubbliche, sono avvenute nel corso del tempo, arricchendo così il patrimonio della galleria d’arte.

Adesso, grazie ad una selezione del curatore della sezione disegni, Andrew Robison, sono stati sottratti dal buio delle loro teche sigillate – data la loro fragilità – e trasportati nel cuore della città veneziana gli oltre 130 disegni che rappresentano il catalogo più esaustivo del lavoro di artisti, maggiori e minori, datati dal XVI al XIX secolo. Non solamente schizzi, ma lavori finiti, completi, realizzati per committenti oppure per proprio personale gusto.

William Stanley Haseltine, Barche da pesca veneziane nella luce del mattino, 1871/1874

La mostra si apre con uno tra i disegni più antichi di soggetto non religioso: “Profilo di fanciullo” di Giovanni Badile, risalente al 1440, realizzato in penna e punta di pennello con inchiostro bruno su punta di piombo. Un fanciullo posto di lato, con l’ombreggiatura del profilo marcato per dare importanza ai tratti fisiognomici. La figura umana incomincia a diventare il centro delle osservazioni scientifiche e artistiche.

Seguono quindi i più importanti maestri rinascimentali: Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio. Di quest’ultimo è presentata una “Madre con Bambino e santi in un paesaggio”; pochi tratti su foglio per descrivere, con grande effetto, un gruppo di persone, la Madre seduta con accanto dei bambini, attorniata da un gruppo di anziani. Il paesaggio immerso nella natura, con le sue abitazioni diventa soggetto d’arte, come in Cerchia di Giorgione (“Complesso di case rustiche costruito su rovine”, “Villaggio adagiato ai piedi di un colle”) E poi ancora Albrecht Dürer che ha raffigurato un immaginario imperatore orientale. Seduto sul trono, sul capo la corona, le vesti sfarzose, e in mano i simboli del potere temporale e spirituale: la spada e il globo con la croce. Mantegna e Tiziano rivaleggiano invece, accostati, con due piccoli disegni, molto dettagliati, il primo per un “Uccello appollaiato su un ramo”, il secondo per un’aquila con un’ala spiegata. Ancora di Mantegna possiamo osservare la “Battaglia di nudi”, oppure lo “Studio con motivi antichi” della cerchia di Andrea Riccio. Tuttavia è un magnifico schizzo di “Mano che regge i guanti” di Bernardo Strozzi, in gesso rosso su carta opaca marrone chiaro, a essere insuperabile per naturalezza.

Albrecht Dürer, Sultano orientale in trono, ca. 1495 penna e inchiostro nero - National Gallery of Art, Washington

Tra i maestri del Cinquecento possiamo osservare, tra i pochi disegni di Jacopo Tintoretto, tutti a carboncino, alcuni studi sulla figura umana (“Uomo inginocchiato con bastone in mano”) o un foglio con gli schizzi, composti, aggrovigliati, realizzati a penna e acquerello di Paolo Veronese. E ancora, Jacopo Bassano che utilizza per primo nel suo disegno di “Cristo deriso”, gessi policromi su carta azzurra. Di seguito, si affinano le tecniche. Ecco Jacopo Palma il Giovane, che disegna con gesso, olio, ma soprattutto a penna, aggiungendo un tocco di guazzo. Seguono altri artisti definiti “naturalisti”; tra essi spicca per colori e dettagli la “Marmotta con ramo di prugne” di Jacopo Ligozzi.

Del fiorente Settecento possiamo ammirare alcuni splendidi saggi di Gianantonio Guardi (“Nudo maschile in piedi”) e Sebastiano Ricci, mentre di suo nipote Marco sono esposti alcuni disegni di vedute di fortificazioni realizzati con penna e inchiostro bruno su grafite, oltre a un suggestivo “Paesaggio tempestoso”, in tempera su pelle di capretto. Tuttavia a colpirci sono soprattutto due opere delicate e insieme meravigliose di Giambattista Piazzetta: un “Fanciullo con liuto” e “Giovane uomo che abbraccia una fanciulla”, in carboncino con lumeggiature in gesso bianco. Gli sguardi colti in un istante fugace, i tratti dei volti, dei capelli, le dita e le pieghe degli abiti dei giovani, sono davvero uno spettacolo per gli occhi.

Sorprendenti sono anche gli schizzi di Giambattista Tiepolo, qui rappresentato da ben dodici opere; tra esse vi sono i “Tre putti e un bastone ornato da nastri”, in gesso rosso su carta azzurra con lumeggiature in gesso bianco; o la caricatura di “Avvocato veneziano alla sua scrivania” in penna e inchiostro nero acquerellato in grigio.

Con Canaletto il disegno si fa compiuto e dettagliato. Soprattutto per i cosiddetti “Fasti dogali”, come ad esempio “Il Bucintoro a San Nicolò del Lido”, ricco di particolari, sempre in penna, inchiostro e acquerello, così invece per il suo “rivale” Francesco Guardi, dai tratti più delicati, sia che ritragga una veduta, “Il forte di San Nicolò visto dalla laguna”, sia che si cimenti con lo schizzo in un unico foglio di “Una coppia elegante, un giovane guardiano di oche e un Gentiluomo e Due coppie eleganti” in penna e inchiostro bruno acquarellato in bruno e grigio su gesso nero.

Anche Giovanni Battista Piranesi, di cui la National Gallery of Art di Washington possiede una delle collezioni più importanti al mondo, trova il suo spazio nella mostra. I suoi capricci, le sue immagini di costruzioni fantastiche sono esempio di imponenza e maestria, come ad esempio il “Magnifico interno di un palazzo”, o la “Fantasia di magnifico arco di trionfo” in penna e inchiostro bruno.

John Singer Sargent, Ormeggi per gondole sul Gran Canale, acquerello su grafite su carta velina spessa, National Gallery of Art, Washington

Finisce il Settecento, cade la Repubblica Serenissima, e alla morte del Tiepolo, nel 1804, ecco avanzare una nuova arte che porta una nuova luce ai disegni e alle tele. Venezia entra nel mito, nel sogno romantico. La mostra si chiude con i lavori di alcuni tra i più acclamati autori stranieri degli inizi dell’Ottocento, di passaggio per Venezia. Il suggestivo disegno di James McNeill Whistler (“Il palazzo: bianco e rosa”) in pastello e gesso nero su carta velina opaca grigio-bruna, o William Stanley Haseltine con il suo affascinante “Barche da pesca veneziane nella luce del mattino” penna e inchiostro bruno con acquerello e tempera, nel quale il colore del cielo si fonde con l’acqua della laguna. Il viennese Rudolf Von Alt ritrae in un acquerello “Piazza San Marco” colta dalla parte della Loggetta del Sansovino, alla base del campanile di San Marco, con l’aria di una giornata di festa, e le persone in passeggiata. Ed ancora Eugène Lami rappresenta la gioiosa e colorata allegria di “Figure in maschera salgono a bordo di gondole davanti a un palazzo veneziano”. Infine John Singer Sargent con i suoi acquerelli, “Ponte e campanile”, “Ormeggi per gondole sul Canal Grande”, e “Angolo della Libreria a Venezia” conclude questo excursus sulla città lagunare dando quel luminoso esempio di “poesia della luce” che dà il titolo a questa sublime mostra.

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Andrea Curcione
Da Venezia

LA POESIA DELLA LUCE
Disegni veneziani dalla National Gallery of Art di Washington
Museo Correr, Venezia

Dal 6.12.2014 al 15.3.2015
Orari: 10.00 – 17.00 (tutti i giorni)
Informazioni
www.disegnivenezianinga.it
www.correr.visitmuve.it

info@fmcvenezia.it
Catalogo edito da Marsilio

Sempre al Museo Correr, vi consigliamo di visitare Le Stanze e collezioni dell’Imperatrice Sissi riaperte nel 2012

Per saperne di +: Sissi a Venezia. Il restauro degli appartamenti imperiali austriaci. Con portfolio.

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Andrea Curcione
Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.

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