Donne ed Ebraismo a Ferrara. 15esima Giornata europea della Cultura ebraica.

Antica è la presenza Ebraica a Ferrara. I primi insediamenti di cui si ha notizia risalgono al 1100 circa e la loro storia è da sempre trama e ordito con quella della città.

Nel corso del ‘400, grazie alle politiche illuminate dei duchi d’Este – un po’ come fece la Veneziana Repubblica della Serenissima – molti gli esuli cacciati dai paesi europei accolti, in particolare: gli ebrei spagnoli (1492), portoghesi (1498) – sefarditi – e quelli tedeschi (1530) – ashkenaziti.

La seconda metà del 1400 ed il secolo successivo segnarono un vero periodo aureo per gli Ebrei di Ferrara, divenuta un autentico e proprio centro di cultura ebraica in Italia.

In breve, la comunità arrivò a contare 2000 membri, su circa 35 mila abitanti della città. Furono aperte varie sinagoghe, sorsero stamperie che produssero opere raffinate come la Biblia di Ferrara (1553).

Strada del ghetto

Con il passaggio di Ferrara allo Stato della Chiesa, nel 1598, iniziò la decadenza della comunità e molte delle opere meravigliose pubblicate scomparvero per sempre, senza lasciare traccia del loro ‘passaggio’.

Nel tempo si moltiplicarono limitazioni e proibizioni che culminarono con la segregazione nel Ghetto, avvenuta dal 1624 al 1627, circoscritto tra la zona di via Sabbioni (oggi via Mazzini), via San Romano e via Gattamarcia (oggi via Vittoria), dopo quello di Venezia – il più antico d’Europa, risalente al 1551 – altra similitudine con la splendida ed illuminata gestione lagunare.

La chiusura del ghetto durò oltre un secolo: le porte furono aperte momentaneamente nel 1796, durante l’occupazione francese.

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A breve, domenica 14 settembre prossimo, si celebrerà la 15esima Giornata Europea della Cultura Ebraica (GECE) il cui tema è Donne nell’Ebraismo.

Promossa dalla European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage (AEPJ), questa giornata ha la missione di trasmettere alle diverse cittadinanze l’eredità culturale ebraica nel “vecchio continente”, humus che ha nutrito la cultura europea e mondiale, ben al di là del confine del proprio raggio d’azione all’interno delle comunità ebraiche delle diverse nazioni e dei territori europei.

La Donna custode della famiglia e delle tradizioni, ma tutt’altro che dedita esclusivamente al ruolo di moglie e di madre: “Donna sapiens – La figura femminile nell’ebraismo” è il titolo, dunque, della quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica, occasione per discutere di un argomento – la tematica ‘di genere’ nel mondo ebraico e nella società circostante – di grande attualità.

Capofila per l’Italia è quest’anno FERRARA, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e importante luogo della storia ebraica, dove domenica 14 settembre si darà simbolicamente il via alle manifestazioni in tutta la penisola. Entrare in una Sinagoga, assistere a un concerto di musica klezmer o sefardita, partecipare a una degustazione di enogastronomia ebraica o visitare quell’angolo della propria città di cui si è sempre sentito parlare, ma che non si è mai avuta l’occasione di scoprire: sono centinaia gli appuntamenti e le attività che animano all’unisono trenta Paesi europei e oltre settanta località italiane.

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Una giornata nata per ‘aprire le porte’, per favorire una conoscenza diretta della cultura e delle tradizioni ebraiche. E per offrire una domenica di settembre piena e diversa.

La manifestazione si svolge in contemporanea in tutta Europa.

E l’Italia, con il suo ricco patrimonio culturale ebraico, con centinaia di eventi proposti e con la presenza di grandi e piccoli festival locali nati anche grazie al successo della Giornata, realizza una delle edizioni più riuscite: sono quasi cinquantamila ogni anno i visitatori nel nostro Paese, circa un quarto del pubblico europeo complessivo. Un grande appuntamento di festa, condivisione e conoscenza, per soddisfare la diffusa e crescente curiosità per ebrei ed ebraismo.

Perché questo è la Giornata Europea della Cultura Ebraica: una vera e propria ‘guida per i curiosi’, utile per ampliare il proprio bagaglio con la voglia di scoprire le tradizioni e i luoghi di una minoranza che ha contribuito a scrivere la Storia d’Italia e d’Europa, nella consapevolezza che incontrarsi, comunicare e, anche, contrastare qualche troppo scontato luogo comune, sia possibile solo attraverso lo strumento più efficace, profondo e universale che abbiamo: la CULTURA.

Maria Cristina Nascosi Sandri
Da Ferrara

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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