Ahi, ahi…quando in politica gli stereotipi si toccano.

Com’è triste il Twiga, soltanto un anno dopo. Era d’estate – un anno fa. 2013. Su una spiaggia della Versilia, accanto al famoso Twiga. Stabilimento balnerare roccaforte del berlusconismo ferito. Salò in sedicesimo. Mi ci ero accostato fiero di quella che avevo chiamato, per l’occasione, una « piccola eccentricità » : « non aver mai aderito del tutto (così scrivevo) all’anti-berlusconismo militante ».

E continuavo: « mi sono formato la convinzione che lo stereotipo dell’elettore berlusconiano (evasore fiscale, posteggiatore in doppia fila, nemico della cultura, drogato di televisione-spazzatura, razzista e così via) sia ingeneroso e caricaturale. (…) Tra gli elettori del PDL ci sono anche (anche l’ho aggiunto adesso, a dire la verità. Mi sembrava giusto, ndr) persone istruite, consapevoli e perbene; le quali votano quel partito perché pensano che mai la sinistra, paralizzata dai suoi clichés, opererà nel segno della riduzione dell’ipertrofia dello stato, della diminuzione della pressione fiscale, della valorizzazione del lavoro autonomo e del merito ».

Non vi dico quale brivido di compiacimento avevo provato nello scrivere quella frase,
« la sinistra, paralizzata dai suoi clichés » (uno di quei momenti rari in cui ci si passa una mano tra i capelli e ci si sente maledettamente bene, « fuori dal coro »,
« controcorrente », « anticonformisti », « liberi »).
Daniela Santaché

Ma mentre in quell’immensità s’annegava il pensier mio, dal Twiga e dintorni, a smentirmi, era affiorata la figura vaporosa della Signora Daniela Santanché in vistoso caffetano bianco ; e con lei, le voci. Un sussurro. « Danno 500 euro al mese a tutti gli immigrati e per noi non ci sono i soldi per le medicine ». Sempre più forti. « Tutta colpa di Prodi e Ciampi che hanno voluto 2000 lire per un euro, bastava mettere 1000 lire per un euro ed era tutto a posto, ci hanno rovinati quei bastardi ».

Infine, un coro. « Perché hanno messa quella negra a fare il ministro? » (riferimento a Cécile Kyenge, ndr). « Napolitano ha rovinato l’Italia, la democrazia è morta, lo sai che guadagna più di Obama e vuole mettere Berlusconi in galera, ma roba da matti, con tutto quello che han rubato loro! ». (…) « Danno tutti i soldi all’ARCI, perché è quella dei gay ». Cos’è che avevo scritto, io, dandomi tante arie? Che « lo stereotipo dell’elettore berlusconiano era ingeneroso e caricaturale » e bla bla bla ? Me l’ero proprio cercata.

In cambio di cotanta apertura al dialogo, dalle tendone bianche dello stabilimento balneare, mi giungevano adesso ondate di odio purissimo per un oggetto non meglio identificato, chiamato « sinistra », oppure « comunisti ». Schieramento quanto mai vasto, capace di andare, in quella visione delle cose, da Angela Merkel e Mario Monti (noti bolscevichi) su su fino a Pol Pot. Odio poi esteso, per simpatia, a tutta la classe politica in generale. « Io l’ho sempre detto, in Italia basterebbe togliere di mezzo i politici e tutto sarebbe a posto ». « Bisognerebbe ammazzarli tutti », la sobria replica.

E infine, in alto, nel ciel, un rumore, un un aereo e lo striscione « Forza Silvio ». « Forza Silvio » perbacco ! E la signora Santanché, elegante nel suo caffetano, a salutarlo con ampio gesto della mano (la rima è involontaria) e poi a sedersi pensosa. Sinceramente preoccupata per la democrazia e la libertà in Italia ; devastate, distrutte, violentate dal complotto dei poteri forti, di Napolitano e del Partito Democratico. Ecco cos’era il Twiga nell’estate 2013. Un quadro cupo, cupissimo. Apocalittico. Convulsione del Berlusconismo morente.

Allora, avevo lasciato la spiaggia, cercando ombra segreta e protettrice nel parco della Versiliana ; invano. Perché lì invece c’era la festa del Fatto Quotidiano. E una specie di funzione religiosa con la variante della medesima litania: « Napolitano ha rovinato l’Italia, amen, la democrazia è morta, amen, lo sai che guadagna più di Obama ed è già d’accordo per salvare il suo compare Berlusconi ».
Marco Travaglio

Opinionisti spregiudicati, taglienti, sedicenti « voci fuori dal coro », spiegavano con parole semplici e comprensibili a chiunque (persino a me) come l’Italia fosse in mano un pugno di delinquenti, di mafiosi, di banditi. Un gigantesco accordo, un inciucione così vasto da comprendere tutti, « PDL e PD meno Elle », partiti diversi in apparenza ma in realtà uguali, Napolitano a tirare le fila per garantire al suo compagno di merende Berlusconi la totale impunità, e tutti a fare lucrosi affari devastando la natura il territorio e le vite (le vite stesse ! Qui la voce si incrinava, mostrando commozione autentica) delle persone.

Lo capite o no che qui « ci stanno rubando il futuro » mentre « in Estonia e a Kathmandu Est » (qui è un immaginario esponente del Movimento 5 Stelle a parlare ; assumo per convenzione che sia uno dei più intelligenti e preparati), « in Estonia e a Kathmandu Est – dicevo – lo volete capire o no che con le stampanti 3D ti fanno le merendine biologiche e qui nessuno ne parla perché quelli del PD e di Repubblica e dell’Unità sono d’accordo con le multinazionali che vogliono sterminare i popoli buoni del deserto rosso e tenersi i contributi pubblici? ». (Inciso : ho scelto di inserire, come esempio di ragionamento « grillino », una dichiarazione immaginaria, perché quelle vere purtroppo sono ancora più strampalate e assurde, tanto da risultare inverosimili.

Esempio di dichiarazioni autentiche :« perché chi ha progettato Montecitorio (ristrutturato nel 1918, ndr) non ha pensato ai personal computers ? » ; « Per governare non c’è bisogno della fiducia di nessuna delle due Camere. Art. 94 della Costituzione. È semplice e così faremo »).

E insomma, alla festa del Fatto tutti a fare appelli per la Costituzione, per la difesa ultima, estrema, disperata della Sacra Carta. E la gente pensosa, preoccupata per la democrazia e la libertà in Italia ; devastate, distrutte, violentate dal complotto dei poteri forti, di Napolitano e del Partito Democratico. Ecco cos’era la festa del Fatto nell’estate 2013. Un quadro cupo, cupissimo. Apocalittico. Convulsione dell’Anti-Berlusconismo morente.

Tutto questo accadeva un anno fa. Poi l’estate 2013 era finita come finisce ogni estate, e il tempo irreparabile aveva continuato a fare tic toc tic toc, e un giorno ti svegli e l’inverno è finito, e un altro giro di giostra e l’estate è tornata. 2014 : il Primo Ministro è Matteo Renzi, io torno in Versilia e mi affaccio cauto al sole, cantando com’è triste il Twiga, soltanto un anno dopo. Declino e caduta dell’Impero Berlusconiano, un anno dopo.

La Signora Santanché ? Non c’è (anche qui, la quasi-rima è del tutto involontaria). Tendoni deserti o quasi. (La crisi. I governi delle tasse, certo). Tutto è calma e silenzio. Pare che anche qui, come già in Montale, delle disturbate passioni ora per miracolo taccia la guerra.

E mi aggiro, sulla spiaggia, fra i bianchi veli. Qualche stellina della televisione bella in pareo trasparente, qualche giovinastro palestrato e tatuato con la coppa di champagne e lo sguardo incazzato. Qualche nouveau riche russo. Ma come ? Questo quel mondo di cui cotanto ragionammo assieme? Dove siete, amici miei ? Voi, amici dell’invettiva permanente ? Adepti della soluzione miracolosa a portata di mano per ogni problema, purtroppo impedita dal complotto dei cattivi ? Vuoi dire che nell’Italia di Renzi… Vuoi dire che la guerra civile strisciante, durata vent’anni, vent’anni di impero berlusconiano, è finita così, senza un vero perché ?

E lì, mentre in questa immensità di nuovo s’annega il pensier mio, ecco che riparte una voce. Sulle prime fioca. Poi più forte. « Tutta colpa di Prodi e Ciampi che hanno voluto 2000 lire per un euro, bastava mettere 1000 lire per un euro ed era tutto a posto, ci hanno rovinati quei bastardi ». Ho sognato ? No, è proprio vero ! « Vogliono togliere i soldi ai pensionati, ma roba da matti, con tutto quello che hanno rubato, ma non ne hanno vergogna quei bastardi comunisti? ».

Nicole Minetti che passeggia per Twiga

Gioiosamente rido ! Tutto è come prima ! (Dice il poeta : Risorgeremo dal tempo lontano. Vieni! Sarà come se a te, per mano, io riportassi te, giovine ancora). Manca ancora un tassello, ma è roba di un attimo ; un mio amico, paladino della « vera » sinistra, mi spiega paziente che i berlusconiani adesso sono più contenti di prima, perché finalmente « c’è uno dei loro a capo del Governo ». E che mi spiega con tono grave che la riforma uccide la democrazia. E non chiedetemi quale, riforma : qualsiasi riforma. Per definizione. Giusta o sbagliata che sia. Scema o intelligente, non importa.

Del resto, l’ha detto chiaro e tondo una parlamentare del Movimento 5 Stelle : « qua fuori la gente ci dice che non ha pane e noi stiamo facendo le riforme ». Ha ragione lei, hanno ragione tutti : altrpo che riforme, bastava mettere l’euro a mille lire e installare le stampanti 3D in tutte le panetterie.

Maurizio Puppo

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Maurizio Puppo
Maurizio Puppo, nato a Genova nel 1965, dal 2001 vive a Parigi, dove ha due figlie. Laureato in Lettere, lavora come dirigente d’azienda e dal 2016 è stato presidente del Circolo del Partito Democratico e dell'Associazione Democratici Parigi. Ha pubblicato libri di narrativa ("Un poeta in fabbrica"), storia dello sport ("Bandiere blucerchiate", "Il grande Torino" con altri autori, etc.) e curato libri di poesia per Newton Compton, Fratelli Frilli Editori, Absolutely Free, Liberodiscrivere Edizioni. E' editorialista di questo portale dal 2013 (Le pillole di Puppo).

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