A Claudio G. Fava, maestro di critica e narratore di cinema.

E’ deceduto improvvisamente nella sua Genova, il giorno di Pasqua, Claudio Giorgio Fava, per tutti solo “Claudio G”. Maestro di critica del cinema e della televisione, acuto ed ironico, era un profondo conoscitore di cinema francese e di Jean-Pierre Melville in particolare, fervido autore di noir.

“Davvero una grande perdita, Claudio era un critico magnifico ed un uomo assai perbene” ci dice Gianni Gaspari, critico del TG2. Da alcuni anni non lo vedevamo più per i viali del Lido di Venezia, durante la Mostra del Cinema, aggirarsi con passo lieve e con quell’aria schietta e mite, sempre pronto al dialogo; molte le pellicole (non solo quelle in concorso) che abbiamo avuto il piacere di commentare insieme con poche battute, all’uscita delle sale. Ci invitava a Genova; apprezzava la nostra attività di cineclub nel divulgare il cinema d’autore, specie in luoghi non troppo avvezzi al cinema come momenti di didattica e riflessione.

Claudio G. Fava @Corriere-Web-Sezioni

Claudio G. era laureato in legge (forse anche per questo amava il cinema poliziesco di Melville), e dopo un inizio di carriera nella sua città è divenuto giornalista professionista nel 1961. In Rai è entrato nel 1970, dove ha lavorato per la Rete Uno e, in seguito, come capostruttura della Rete Due. In virtù di tale incarico, per anni ha scelto i film e i telefilm della programmazione televisiva della seconda rete televisiva, facendo apprezzare al pubblico italiano molte serie famose come “Beautiful”, un successo planetario. Ha quindi organizzato con il programma “Cinema di notte” decine di cicli di opere, presentando con garbo e conoscenza autori, generi e attori, un po’ come faceva anni prima Gian Luigi Rondi.

Memorabili le rubriche di cinema da lui ideate e condotte come “Dolly” e “Set”. Per l’attività svolta con passione e competenza a favore del cinema francese, ha ottenuto da quel governo la nomina di Ufficiale delle Arti e delle Lettere. Intanto aveva scritto monografie indimenticabili su Sordi, Fellini, Tognazzi; era profondo studioso di problemi legati al doppiaggio, sebbene amasse i film in lingua originale. Ha riportato in circolazione in Rai film ormai scomparsi, in particolare il film forse più famoso dei Fratelli Marx “Duck Soup”, che poi tutti chiamammo”La guerra lampo dei fratelli Marx”.

Nel cinema fece una parte con Maurizio Nichetti (in “Ladri di saponette”) mentre in televisione con Ombretta Colli interpretò “Una donna tutta sbagliata”; si cimentò pure in teatro con Giancarlo Sbragia e Mattia Sbragia in un’opera dedicata ad Orson Welles. Fra le ultime apparizioni in televisione (qualche lustro fa) ricordiamo quegli intelligenti programmi condotti su RaiTre insieme a Gloria De Antoni ed Oreste De Fornari (ferventi autori inspiegabilmente spariti dal piccolo schermo), uno su tutti “La fonte meravigliosa”.

Ci lascia molti scritti, articoli e riflessioni sul cinema e non solo, una figura straordinaria per cultura e ponderatezza.

Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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