Cento anni di Charlot, un monumento planetario della storia del cinema.

Non poteva passare inosservato a quanti lo hanno amato che quel buffo personaggio con baffetti, bombetta e bastone compie cento anni. Era il 7 febbraio 1914, infatti, quando Charlie Chaplin inventava il personaggio di Charlot (così lo chiamammo in Francia ed in Italia), quel vagabondo comico e un po’ malinconico che diventerà un monumento planetario della storia del cinema.

Il personaggio compare per la prima volta nel cortometraggio « Kid auto races at Venice » (Charlot si distingue) per diventare nei decenni a venire il più amato specialmente nel periodo florido del cinema muto.

Hollywood era solo ai primordi e sulla scena emergevano le avventure di questo vagabondo un po’ impacciato ma dal cuore d’oro, sagace quanto basta e con la dignità vagamente nobile. Di certo si può definire capostipite della commedia moderna ed emblema degli emarginati dell’epoca. Proprio in quel primo cortometraggio, “Charlot si distingue” appunto per la sua maschera (ancora non del tutto completa) ed una gestualità primordiale: la breve vicenda era fondata su una corsa di macchine di cartone per bambini, ripresa da un cineoperatore, mentre il vagabondo Charlot entrava di continuo nel campo di ripresa, disturbando l’operatore con smorfie e pose bizzarre. L’intreccio narrativo si fondava sul senso creativo di un uomo che riusciva, grazie ad espedienti e alla sua burlona destrezza, ad ottenere quello che gli serviva per sopravvivere. Lo specchio dei tempi, di quei Tempi moderni che pochi hanno saputo raccontare con quel senso di umanità e di poesia senza tempo. Erede di Dickens, suo conterraneo, fior d’intellettuali lo hanno amato, da Hanna Arendt a Brecht, da Sartre a Pasolini, da Lorca a Saba, da Ungaretti ed Aragon. E nel cinema da Ejzenstein a Woody Allen.

Chi viaggia intorno ai cinquant’anni e più ricorderà che di sabato, di ritorno da scuola, la televisione (quella in bianco e nero) mandava in onda il programma “Oggi le comiche”, e si correva a casa per non perdere nemmeno una sequenza, una scenetta da ridere: e c’era lui, in quella mezzora a regalarci buonumore, con lo stupore di un bambino cresciuto che era per sempre un bambino. Insieme a lui, anche Harold Lloyd (quello appeso alle lancette di un grande orologio), e poi Stanlio e Ollio col “cattivo” Ben Turpin (con i baffetti e gli occhi storti), Buster Keaton e i Fratelli Marx, Groucho per tutti. Un inventario di storie leggere accompagnate dal pianoforte con musiche incalzanti.

Buon compleanno, piccolo grande Charlot, che il tempo non vinca mai sulla poesia.

Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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