Maurizio Valenzi, un uomo tra Italia e Francia

Scompare Maurizio Valenzi. Avrebbe celebrato il suo centesimo compleanno a Novembre.
Politico, combattente per la libertà in Francia e in Italia. Era nato a Tunisi. Primo sindaco comunista di Napoli negli anni settanta. Senatore della Repubblica, scrittore e soprattutto pittore di chiara fama. A lui e alla moglie Litza, scomparsa l’anno scorso, dedicata una fondazione.

“Confesso che mi sono divertito” era il titolo un po’ provocatorio del suo ultimo libro. Scritto con passione e dedicato alla sua avventurosa vita. Un uomo tutto di un pezzo; in aperta controtendenza con molti uomini politici dei nostri tempi. Era incapace, sui principi e sui valori civili e morali di una società, di qualsivoglia compromesso. Nato a Tunisi nel 1909, la sua vita fu dedicata all’impegno politico. Un impegno senza frontiere. Affianco ai francesi, quale partigiano della libertà, contro il regime fascista di Vichy che lo sottopose nel 1941 e terribili torture, senza ottenere alcuna confessione, prima d’incarcerarlo ad Algeri insieme alla moglie francese, Litza, la compagna di tutta la sua vita, che con lui in quel di Algeri condivise anche il carcere.

Ma anche contro la Francia, lottando per la liberazione dal colonialismo, una pratica per lui, uomo amante della libertà, assolutamente necessaria è dovuta.

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Militante del Partito Comunista, fu nel periodo d’oro del comunismo italiano, alla metà degli anni settanta, il primo sindaco comunista di Napoli, una città che per decenni era stata a vocazione monarchica. Un esempio per la città che abituata al clientelismo e al favoritismo trovò in quel sindaco un uomo indisponibile a perpetuare quelle forme di malcostume e di malgoverno. Seppe ridare dignità ai napoletani e rispetto per il merito, e per il lavoro onesto. Ridiede slancio alla cultura della città, creando “Estate a Napoli”; una kermesse che costituì un esempio di promozione culturale per tutta la penisola. Ridiede autorevolezza a quella città che fino ad allora era stata additata come negativo modello di società. Molti i suoi incontri. Impossibili ricordarli tutti, tra i suoi ospiti a Napoli, l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac. Gestì, i difficili anni del terremoto del 1980, quale commissario governativo, dovendo fronteggiare gli insaziabili appetiti della camorra cutoliana. Parlamentare europeo, senatore della repubblica, uomo di cultura, scrittore ma soprattutto pittore e disegnatore. Molte le opere che ricordano il suo Maghreb, la sua mediterraneità.

Pur tra tante vicissitudini e sofferenze la sua pittura, come il suo carattere, era “positivo”, espressione di un uomo disponibile e propositivo.
Nel 1999 al Maschio Angioino, il castello simbolo di Napoli, si tenne una sua memorabile mostra antologica della sua pittura. I figli Marco e Lucia proprio pochi giorni fa avevano alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napoletano, che fu di Maurizio compagno di partito, presentato la Fondazione che è dedicata a lui e alla moglie.
Scompare uno degli ultimi testimoni del secolo breve. Capace di raccontare il novecento da protagonista. Un uomo profondamente legato all’Europa, al Mediterraneo, ma soprattutto alla sua Francia e alla sua Italia.

Nicola Guarino

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Nicola Guarino
Nicola Guarino, nato ad Avellino nel 1958, ma sin dall’infanzia ha vissuto a Napoli. Giornalista, già collaboratore de L'Unità e della rivista Nord/Sud, avvocato, direttore di festival cinematografici ed esperto di linguaggio cinematografico. Oggi insegna alla Sorbona presso la facoltà di lingua e letteratura, fa parte del dipartimento di filologia romanza presso l'Università di Parigi 12 a Créteil. Attualmente vive a Parigi. E’ socio fondatore di Altritaliani.