Venezia 70: Con Walesa e Berlinguer ritorna la memoria.

Presente a Venezia ed applauditissimo il fondatore di Solidarność, la cui biografia viene riproposta da Andrzej Wajda che a lui si ispiro’ per “L’uomo di marmo”. Il documentario di Mario Sesti su Berlinguer attraverso la sua voce e i suoi comizi. Due modi per raccontare la storia tra ricostruzione e documentazione. Opere che i giovani dovrebbero conoscere.

Biografia di Lech Walesa e della sua ascesa, da elettricista ai cantieri navali di Danzica a leader del movimento prima sindacale e poi politico polacco « Solidarność », fino alla conquista del premio Nobel per la Pace ed al discorso alla Assemblea delle Nazioni Unite …

L’87-enne regista polacco Andrzej Wajda è una leggenda del cinema. Il suo primo film, Generazione (1955), ha quasi 60 anni. Seguirono I dannati di Varsavia (1956) e Cenere e diamanti (1958). La simpatia di Wajda al nascente movimento di Solidarność si trova in sue opere fondamentali, come L’uomo di marmo (1976) e
L’uomo di ferro (1981).

In quest’ultimo Lech Wałęsa compariva nei panni di sé stesso. Il coinvolgimento del regista in questo movimento spinse il governo della Repubblica Popolare di Polonia a far uscire dal mercato la compagnia di produzione di Wajda.

Si ricordano ancora L’anello con l’aquila coronata del 1993, La settimana santa del 1996 e Miss Nobody del 1997 . Nel 2000 ricevette l’Oscar alla carriera e nel febbraio 2006 ha ricevuto un Orso d’Oro alla carriera dal prestigioso Festival Internazionale di Berlino. Forse era il regista più adatto a raccontare la storia personale di Lech Walesa. Inizialmente avrebbe voluto girarla con il punto di vista della straordinaria moglie del leader politico, Danuta.

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Si è poi convinto che, dato che non era stata ancora portata sul grande schermo, sarebbe stato utile, specie per le giovani generazioni conoscere questo vero fenomeno. Che ha cambiato la storia del mondo senza aver letto un solo libro. Uomo dotato di genialità ed intelligenza naturale ed istintiva, ha messo in moto un processo che ha portato al crollo del muro di Berlino e della Unione Sovietica.

Lo sceneggiatore Janusz Glowacki ed il regista hanno deciso di usare come fil rouge di questa narrazione la celebre intervista a Walesa fatta dalla nota giornalista italiana Oriana Fallaci (sublimemente interpretata da Maria Rosaria Omaggio). Ne esce un ritratto fedele. Sanguigno. Forte e coinvolgente. Toccante e avvincente.

Una bellissima lezione di storia e di vita, ma anche di cinema. Abilissimo e virtuoso il mescolamento delle immagini di repertorio con quelle di finzione. Tanto che spesso si fa fatica nel distinguere il vero Walesa dal suo interprete, il bravissimo (e somigliantissimo) Robert Wieckiewicz. La forza delle immagini è palpabile.
E formidabili sono le interpretazioni. Oltre quella già citate di Robert Wieckiewicz e Maria Rosaria Omaggio, un plauso particolare va indirizzato alla bravissima Agnieszka Grochowska. Che ci regala una grandissima prova attoriale nel ruolo della moglie di Walesa.

Trovando forte ispirazione nella autobiografia della stessa, uscita soli 10 giorni prima dell’inizio delle riprese. E le cui 500 pagine ha divorato in 5 ore. Da non perdere.
Curiosità : nel lungo e serrato colloquio tra Oriani Fallaci e Walesa
, quest’ultimo ad un certo punto le chiede se le stesse sembrando presuntuoso e la Fallaci gli risponde, senza esitazione di no. Mi è sorto il dubbio che gli autori volessero rappresentare quello come un match tra due presuntuosi.

A dire il vero io ho avuto la ventura ed il privilegio di incontrare personalmente Lech Walesa, suo ospite nella sua casa di Danzica. Ed ho avuto l’impressione che fosse tutt’altro che presuntuoso, piuttosto che fosse gentile, mite ed ospitale. E’ vero che un breve incontro non è sufficiente a conoscere un uomo. Ed è altrettanto vero che senza una buona dose di presunzione o quanto meno un ego importante non si cambia la storia del mondo.

Il bello dei festival è che si può chiacchierare con gli autori e gli interpreti, e riceverne la cosiddetta “interpretazione autentica”, ed io ho chiesto il loro parere sulla specie. Sia Wajda, che lo sceneggiatore, che l’interprete di Walesa mi hanno confermato che non intendevano rappresentare un presuntuoso, che non è e non è stato, ma piuttosto le cose come si sono svolte nella realtà e i reali caratteri dei protagonisti.

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Frasi del film :


 “Non mi faccio soffocare. Con questa stregaccia sboccata!”. (Robert Wieckiewicz alla moglie Agnieszka Grochowska, a proposito di Oriana Fallaci che stava arrivando per la programmata intervista).


 “non ha il dubbio che lei non sia la persona giusta?

 No, perché io sono una persona di fede, e c’è bisogno di un uomo come me!”. (Maria Rosaria Omaggio e Robert Wieckiewicz).


 “Perché tutti questi intellettuali come consiglieri?

 Se non li fai entrare, loro alla fine entrano lo stesso da sotto terra, come le talpe. Ed allora io li faccio entrare subito. L’importante è non avere soggezione. Ed io non ce l’ho. Perché gli intellettuali discutono 5 ore e poi arrivano alle stesse conclusioni a cui arrivo io in 5 secondi…. Le sembro presuntuoso?

 No!”. (Maria Rosaria Omaggio e Robert Wieckiewicz).


 “la libertà la amo e la capisco, la libertà non la so lasciare andare!”. (verso della canzone).


 “State piantando l’ultimo chiodo nella vostra bara!”. (Robert Wieckiewicz ai segretari poiltici che venivano ad arrestarlo).


 “i nostri amici, della parte di dove sorge il sole, non sono sicuri che valga la pena di tenerti vivo.

 Così la beatificazione è assicurata!”. (l’agente dei servizi segreti e Robert Wieckiewicz).

*****

La Voce di Berlinguer di Mario Sesti – documentario.

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Brani dai discorsi del leader storico del Partito Comunista italiano, Enrico Berlinguer…

Dalla finzione rigorosamente storica su Walese a un vero documentario su Berlinguer. Strana accoppiata quella che firma la sceneggiatura e la regia di questo film : Mario Sesti e Teho Teardo. Il primo è un raffinato critico cinematografico. Già direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Roma, responsabile della sezione Extra, quella che ha sempre scovato le perle più pregiate di quelle selezioni. Il secondo è un musicista specializzato in musiche elettroniche, autore di molte e belle colonne sonore di film. Ma mai di regie.
Sesti invece negli ultimi anni è stato autore di pregevoli opere documentaristiche, quali L’ultima sequenza [2003], La voce di Pasolini [2005], Fiamme di Gadda. A Spasso con l’Ingegnere [2012] . Assieme firmano questo Le parole di Berlinguer. Che raccoglie alcune delle parole più significative ed incisive dell’ultimo periodo di Berlinguer, quello che ha segnato i maggiori successi del Partito Comunista Italiano.

Il film parte proprio dall’ultimo, soffertissimo, comizio, quello dopo il quale fu aggredito da una devastante emorragia cerebrale, che lo portò alla morte in pochi giorni. E poi a ritroso, in alcuni memorabili interventi. Mentre sullo schermo scorrono immagini dei repertorio sapientemente selezionate.

Una menzione del tutto particolare merita la colonna sonora, che è l’altro vero personaggio del film. Quasi un alter ego di Berlinguer. Teardo è uno specialista. E ha curato sonorità creative ed originali. Che sottolineano, da par suo, la tragicità e la altezza dei momenti e delle parole di Berlinguer. Da non perdere.

[||]

Frasi del film :


 “Di fronte a questo spettacolo di una folla calma e composta, stiamo pensando tutti la stessa cosa, e cioè che il Partito Comunista non è isolato…

 Dopo i risultati del referendum sull’aborto è evidente una nostra forte presenza nel mondo femminile…

 Rappresentiamo una parte essenziale delle forze civili ed oneste…

 Siamo noi a porre le questioni decisive per l’Italia e per il mondo…

 Prima di tutto la pace…

 Lo sviluppo economico e sociale…

 E infine il problema più acuto… la questione morale

 Lo sviluppo che c’è stato fino ad oggi non ha risposto ai bisogni primari di miliardi di persone nel terzo e quarto mondo e di un numero crescente di persone nel mondo industrializzato…

 Noi poniamo al centro della nostra azione…un nuovo valore da affermare.. è l’arricchimento e miglioramento della qualità della vita!”.- (Enrico Berlinguer)

Da Venezia

Catello Masullo

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