Alda Merini e Giovanni Nuti, artisti fuori dal tempo.

Giovanni Nuti, viareggino di nascita, sarzanese d’adozione, è un musicista e cantautore italiano dal raro talento. Momento importante della sua carriera, la sua commovente collaborazione con la grande poetessa ALDA MERINI: un felice sodalizio durato ben 16 anni che ha portato alla pubblicazione di splendidi album. Oggi è una giornata speciale, è il 21 marzo, il giorno in cui, a primavera, nasceva Alda Merini, una delle più grandi poetesse italiane, una donna splendida, fatta di luce, lucida follia, pura poesia. Ad Alda Merini va il nostro ricordo, la nostalgia per la sua assenza e la riconoscenza per la struggente bellezza che i suoi versi eterni sanno regalare. Amata Alda, che la terra ti sia lieve. E grazie a Giovanni Nuti.

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Giovanni Nuti studia pianoforte dall’età di dieci anni, interessandosi subito al repertorio classico. Sua passione la lirica, in particolare il grande Puccini. L’ amore per la musica lo porta da adulto a specializzarsi in musicoterapia, che per alcuni anni insegnerà presso una scuola elementare di Sarzana. Nel 1989 il primo album, “Al parco dei silenzi”, cui collabora anche Enrico Ruggeri. Nel 1991 partecipa al Festival di Sanremo e nascono collaborazioni con grandi nomi della musica leggera italiana: Lucio Dalla, Roberto Vecchioni e Milva, di cui nel 2004 ha curato come autore il ritorno discografico dopo undici anni di silenzio, con l’album “Milva canta Merini”.

Momento importante della sua carriera, la collaborazione con la grande poetessa Alda Merini : il felice sodalizio è durato ben 16 anni e ha portato alla pubblicazione di splendidi album e singoli in cui Nuti si presenta nella duplice veste di compositore ed esecutore, come il “Poema della croce”, rappresentato il 13 ottobre 2006 nel Duomo di Milano con gran successo di critica, l’album “Rasoi di seta”, e il testamento poetico dell’amica Alda, “Una piccola ape furibonda”. Del 2011 l’ultima sua creazione, dal titolo “Vivere senza malinconia”, raccolta di canzoni italiane dello swing anni 30-40, rivisitate in chiave jazzistica e molto personale. Prossimamente in uscita “Una pequena abeija enfurencida”, raccolta di e sui versi di Alda Merini, musicati dallo stesso Nuti, e tradotti in spagnolo da Lucia Bosè, dal 2012 disponibile su I-Tunes.

Giovanni ha uno sguardo profondo, attento e fermo, che sembra scavare nell’interlocutore; portamento elegante; abbigliamento raffinato e originale insieme, che tradisce la sua eccezionale capacità creativa; fare discreto, a tratti deciso, voce profonda e passionale.

Sembra giungere da un’altra dimensione, o forse da un’altra epoca: un eroe romantico, o un personaggio del melodramma verdiano o pucciniano, prestato a questo tempo, per farci godere di un tempo fuori dal tempo. E, con la chiarezza e sobrietà che lo contraddistingue, ci risponde con grande disponibilità e il “savoir faire” che ci aspetteremmo da un elegante signore d’Epoca Romantica.

Giovanni, quando è nata la tua passione per la musica?

Ho iniziato a comporre molto presto e ho studiato tanta musica classica. Negli anni ho poi collaborato con nomi importanti del panorama musicale italiano, Ruggeri, Dalla, Vecchioni. Il rapporto con Milva però è stato per me fondamentale. Mi ha portato in Germania per una tournée meravigliosa. Credo di aver avuto una carriera diversa da quella di tanti altri perché ho fatto una gavetta lunghissima. Non ci si improvvisa artisti. Io sono grato alle porte che mi hanno chiuso in faccia perché passare attraverso la sofferenza acuisce la propria sensibilità, anche nell’arte. I giovani oggi partecipano alle gare solo con l’intenzione di vincerle e, se non riescono a stare nell’Olimpo, crollano. Così non hai poi gli strumenti per affrontare l’iter giusto, soprattutto in un ambiente come il mio.

Giovanni, è noto che hai collaborato per ben 16 anni con la grande poetessa Alda Merini. Ci racconti come è cominciata la vostra collaborazione?

Come le cose grandi della vita quando non le vai a cercare. Dentro sentivo di aver bisogno di qualcosa che nutrisse l’anima, più di quanto già facesse la musica. Per caso un giorno, in una libreria, mi sono ritrovato tra le mani un testo,
“I sandali”. Quelle parole di Alda Merini hanno fatto da cassa di risonanza in me. È stato come incontrare in mezzo alla gente uno sguardo che in un attimo ti folgora. Ho scritto quindi una lettera ad Alda per chiederle di poter musicare i suoi versi. In quel periodo era all’Hotel Certosa a Milano per rilassarsi. E già questa cosa mi aveva affascinato. Perché lei per scappare non è che andasse chissà dove.. le bastavano quei cinquecento metri da casa… Ci siamo incontrati lì e quando ci guardammo capii che quello sarebbe stato un incontro eccezionale. In quegli occhi c’era tutto, come nel bianco ci sono tutti i colori. Da allora è iniziato il nostro “matrimonio artistico”. È una di quelle cose strane a cui non si può dire che sì.

Chi era Alda Merini ?

Una donna che pur vivendo l’esperienza traumatica del manicomio continuava a dire che “il paradiso è quello che stiamo vivendo”. Ha conosciuto l’inferno, ma lo ha divorato per sopravvivere. Alda era ed è un esempio di vita, soprattutto per chi è costretto a sopportare fardelli pesanti senza riuscire a vedere vie d’uscita. Alda era le quattro stagioni, era la rabbia ed era la festa. Una donna amata da tutti perché la sua poesia non parla solo alle persone colte, ma all’anima della gente. Mi ha insegnato a restare bambino. Giocavamo tanto insieme, ci fermavamo davanti alle vetrine dei giocattoli, scherzavamo, ci emozionavamo. A casa ho un teatrino pieno di trenini e carillon, tutti doni di Alda. Ma il suo regalo più grande è stato quello di insegnarmi a sorprendermi di ogni cosa.

Come prendevano vita i brani composti con lei che ora fan parte del tuo repertorio?

E’ sempre nato prima il testo e poi la musica. Alda Merini mi dettava le poesie al telefono e non voleva che gliele rileggessi. Dopo di che mi mettevo al pianoforte e – miracolosamente – la metrica era così perfetta che non c’era mai bisogno di cambiare una parola per fare stare il testo nella musica. Tutto avveniva con grande facilità e velocità sia da parte di Merini che da parte mia. Una canzone, se doveva nascere, o nasceva subito o non nasceva più.

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In tutto il repertorio frutto del tuo “Matrimonio artistico” con la grande poetessa c’è un brano o una raccolta a cui sei particolarmente legato?

Non posso proprio dire di essere legato ad una raccolta o a un brano particolare. Sono tutti momenti, tutte emozioni, un arcobaleno di infiniti colori e sfumature, tutti importanti nel medesimo modo. Preferire uno piuttosto che un altro brano, sarebbe come togliere da questo arcobaleno una delle sue colorate sfumature, tutte indispensabili, ognuna interconnessa e con una sua ragione di essere. Non sarebbe giusto.

Quale vorresti fosse il messaggio e i valori trasmessi dalla tua musica?

Vorrei trasmettere emozioni in un momento storico in cui le emozioni vengono dispensate con il contagocce. Vorrei che le persone grazie alle mie canzoni si sentissero più ricche. Così mi sento appagato e felice anche io.

Ci vuoi dire quale valenza ha, secondo te , in quest’epoca l’arte, e in particolare la musica?

La musica oggi è in molti casi vaporosa, un mordi e fuggi e non è sicuramente quello che appaga. L’arte, come diceva Alda Merini, ha un valore importantissimo, perché sono gli artisti che salveranno il mondo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? E, i tuoi sogni nel cassetto?

La mia massima aspirazione è far conoscere sempre più, in Italia e all’estero la mia musica con la poesia di Alda Merini perché penso che ciò che produco possa arricchire l’universo interiore e può essere compreso nel profondo indipendentemente dalla lingua.

Grazie, Giovanni! A te, il nostro Migliore Augurio.

Intervista di Silvia Maria Calliero

Sito Giovanni Nuti e Alda Merini con altri video : https://www.aldamerini.it/?page_id=1661

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2 Commentaires

  1. Intervista a Giovanni Nuti, artista fuori dal tempo, viaggiatore nel tempo.
    Molte grazie all’autrice dell’intervista per aver voluto condividere con noi questo ritratto di Giovanni Nuti, tratteggiato da lui stesso. La sua personalità forte e il suo grande valore umano emergono chiaramente e ci arricchiscono! Spero ci possa essere presto un seguito, perché Giovanni è per noi funs un dono che non basta mai!

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