Addio Pizzo Travel: Turismo etico in Sicilia per chi dice No alla mafia.

A Parigi su invito di Ethicando, Silvio Bologna e Chiara Utro, due animatori di Addio Pizzo e della più recente Addio Pizzo Travel. Li abbiamo incontrati per conoscere da vicino queste due esperienze associative di consumo critico antiracket e di turismo etico. Un modo per far conoscere un’altra Sicilia fuori dagli stereotipi, e ora che stiamo in estate, di informarvi su come fare una vacanza nell’isola senza rischiare di finanziare la mafia.

Addio Pizzo, ne abbiamo già parlato agli albori della loro esperienza. Dopo qualche anno li ritroviamo, più forti e sicuri di prima, in una Sicilia che sta cambiando e che è passata da “Toto’ vasa vasa” (Toto’ Cuffaro, il governatore finito in cacere per i suoi rapporti con la mafia) a Crocetta, il sindaco gay e di sinistra, amatissimo dalla popolazione.

Ad Addio Pizzo si è aggiunta Addio Pizzo Travel che non è una vera onlus, bensi un’ associazione culturale di turismo etico e responsabile. Oggi queste due realtà lavorano molto con le scuole italiane per far crescere la cultura della legalità in un territorio che fino a qualche decennio fa negava l’esistenza di “Cosa Nostra” ma operano anche con università e scuole dell’estero. La Francia su questo appare tuttavia in ritardo.

Sperando di coinvolgere gli amici francesi, su un’iniziativa cosi valida ed importante ci siamo decisi ad incontrarli a Parigi.

Prima del loro incontro con il pubblico di Ethicando (locale purtroppo ormai chiuso), ci hanno concesso questa breve intervista.

Silvio Bologna e Chiara Utro

Nicola Guarino: Qual è la differenza tra Addio Pizzo e Addio Pizzo Travel?

Chiara Utro : Rispondo io perché sono socio di entrambe. Che in realtà sono in parte la stessa cosa e in parte cose diverse. Addio Pizzo è un’associazione che si occupa di commercio critico e che federa tutti i commercianti che non pagano il pizzo. Addio Pizzo Travel invece nasce di un’idea di alcuni volontari di Addio Pizzo che hanno fondato un’associazione culturale che si occupa di turismo antimafia con il tentativo di fare impresa e quindi di creare una rete di turismo « critico » che valorizzi le attività antimafia. Quindi è un’associazione culturale ma non una vera onlus dato che si occupa di fare impresa.

N.G.: Ancora su Addio Pizzo Travel. Come si estrinseca questa attività di impresa nel suo essere antimafia?

C.U.: Noi proponiamo e organizziamo dei viaggi dove è garantito che tutte le attività sono « pizzo free ». Tutto: alberghi, trasporti, ristoranti sono liberi dal pizzo della mafia in modo che nessun euro vada a finire nelle tasche della mafia. In più, se i turisti lo vogliono, facciamo anche degli itinerari antimafia dove riscopriamo luoghi simbolo della lotta antimafia e protagonisti, personaggi che sono testimoni di questa lotta per la legalità. Mi viene in mente l’itinerario per Corleone che è uno dei paesi simbolo della mafiosità. Facciamo riscoprire una città che fuori dagli stereotipi cinematografici è anche una città bellissima, con persone che quotidianamente combattono Cosa Nostra. Per esempio, l’associazione Libera i cui prodotti si vendono anche qui a Parigi in questo spazio che si chiama Ethicando. Quindi si va a visitare e a scoprire come nasce una cooperativa sociale, i terreni confiscati alla mafia dove lavorano queste cooperative, ma naturalmente per il turista è anche un occasione di svago e di riposo con la possibilità, inoltre, di mangiare prodotti ecologici e assolutamente biologici.

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Ma il nostro cavallo di battaglia è l’itinerario di « Palermo pizzo free » con una serie di tappe a piedi. Percorriamo vari luoghi importanti sotto il profilo storico turistico guardando in modo diverso, pensando alla lotta alla mafia. Per esempio il Teatro Massimo, il Mercato del Capo, la Piazza della Memoria davanti al Tribunale, oppure la Cattedrale di Palermo. Li’ prendiamo l’occasione per parlare dei rapporti tra la mafia e la chiesa ma anche tra la mafia e la religione. Cosi il turista ha la possibilità di visitare il centro storico di Palermo ma di vederlo sotto altri occhi, con uno sguardo diverso.

N.G. : La Cattedrale fu il teatro del funerale di Falcone?

C.U.: Si, li’ ci fu anche la famosa testimonianza della vedova Schifani e fu un momento di grande presa di coscienza dei Siciliani sulla pericolosità della mafia. Quello è stato un momento in cui sono nate tante associazioni per la lotta contro la mafia, un grande momento di mobilitazione civile.

Evolena : Dal punto di vista linguistico come si svolge la vostra attività? Avete anche turisti non italiani?

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C.U.: In primo luogo, lavoriamo moltissimo con le scuole perché è evidente che gli itinerari che proponiamo hanno anche uno scopo didattico e pedagogico. Operiamo con scuole italiane ma non solo. Per esempio, abbiamo una convenzione da alcuni anni con la Università di Coventry (GB) la quale tiene ogni anno un master di criminologia e vengono in Sicilia a studiare non solo le attività mafiose ma anche le pratiche dell’antimafia. Quindi abbiamo molti turisti inglesi ma anche turisti americani e non mancano gruppi di turisti tedeschi, i quali sono particolarmente sensibili sui temi antimafia, essendosi di recente manifestati vari esempi di criminalità mafiosa in quel paese. Con la Francia ancora non siamo riusciti ad organizzare un gruppo ma da qualche tempo avvertiamo un certo interesse anche da parte dei francesi.

Possiamo organizzare dei gruppi o ce ne possono essere già organizzati. Siamo aperti anche ad eventuali singoli che ci chiedano di percorrere itinerari specifici.

Evolena: Si sono sviluppate negli ultimi anni delle nuove forme di lotta antimafia?

Silvio Bologna: Noi continuiamo nella nostra attività di formazione alla legalità nelle scuole, specie con i bambini. Questa è una delle attività prevalenti della nostra associazione, insieme al consumo critico. Lavoriamo soprattutto con le nuove generazioni che purtroppo sono depoliticizzate e non conoscono bene il fenomeno mafioso. Lavoriamo perché prendano sempre più coscienza dei loro diritti: diritto al lavoro, all’ambiente, alla libertà d’impresa.

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Per quanto riguarda il capitolo consumo critico, Addio Pizzo ha una lista che ormai comprende 800 attività commerciali che sono libere della pratica del pizzo. Questo è un risultato importante. Naturalmente capiamo che in Francia non fa effetto che 800 imprese non pagano il pizzo, ma in Sicilia non è proprio cosi e ormai viaggiamo ad una media di 100 imprese all’anno che si sottragono a questa odiosa pratica. Va aggiunto che questa lista è nata nel 2005 e che il progetto PON è un progetto ponte creato con le istituzioni che lo finanziano, per avviare un percorso di legalità per i commercianti che lo richiedessero.

Ogni consumatore che lo richiede puo’ avere una carta per consumare presso le imprese che aderiscono ad Addio Pizzo. Una parte dei ricavi derivanti da questi consumatori vengono poi devoluti a favore di beni comuni del territorio e quindi diventa una pratica di partecipazione dei cittadini alla gestione del territorio. Il progetto è triennale.

Evolena: Ho notato con interesse che avete vinto il Premio d’Impresa sociale 2013?

S.B.: E’ stata una grandissima soddisfazione e siamo molto contenti anche perché non soltanto questo riconoscimento ci apre le porte all’estero ma anche perché noi desideriamo far conoscere questa esperienza per promuovere negli altri paesi, grazie ad Addio Pizzo Travel, la nostra bellissima Sicilia.

Far conoscere la Sicilia fuori dai consueti stereotipi dandoci la possibilità di aprirci a nuove esperienze. La Sicilia è parte dell’Europa con le sue istituzioni, le sue scuole e la sua cultura.

Evolena : Quali consigli vorreste dare ai turisti per praticare un consumo etico?

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S.B.: In primo luogo nel nostro sito www.addiopizzo.org abbiamo la lista dei commercianti aderenti suddivisi per ordine alfabetico, merceologico, e finanché per aree della città. Il nostro sito è scritto in italiano, ma anche in inglese e francese. L’ambasciata tedesca ha stampato una lista dei nostri aderenti anche in lingua tedesca quindi è molto facile consultare questa lista e vedere dove si trovano questi commercianti.

C.U.: Quando si passeggia per Palermo, se si vede un negozio che ha esposto il marchio di Addio Pizzo allora vuol dire che è un aderente. Avere questo marchio è attraente per chi vuole esercitare un consumo critico e antimafia e contemporaneamente ha una funzione deterrente nei confronti del mafioso il quale sa che ove entrasse in quel negozio rischierebbe una denuncia alla polizia.

N.G.: Da un punto di vista delle risorse economiche Addio Pizzo Travel sovvenziona, contribuisce economicamente alla onlus Addio Pizzo ed ancora ora che in Sicilia c’è il presidente Crocetta avete qualche sovvenzione pubblica?

C.U.: Naturalmente Addio Pizzo Travel devolve sempre una parte dei suoi ricavi a favore della onlus e di questo è cosciente il turista. Per quanto riguarda altre forme di sovvenzioni, da due o tre mesi è iniziato, come ricordava Silvio, il progetto PON…

S.B.: E’ un progetto appena nato che ci impegnerà in una sfida per tre anni.

C.U.: Questo è un progetto finanziato dal Ministero degli Interni, per cui saranno stipendiate dodici persone che potranno cosi lavorare, non dico a tempo pieno, ma almeno parziale, per questa iniziativa. Infine, non chiediamo altri finanziamenti e tanto meno ne chiederemo ai politici in quanto non riteniamo questa pratica corretta. Un altro conto è chiedere finanziamenti come li abbiamo avuti per il progetto « scuole » del Ministero dell’educazione, per attività socio-pedagogiche, ma è cosa ben diversa chiedere altre forme di contributo dal momento che noi teniamo alla nostra indipendenza.

S.B.: Certo per noi è un vantaggio poter contare sulla sensibilità del presidente Crocetta, uomo che ha combattuto la mafia. Non dimentichiamo che noi in Sicilia abbiamo avuto prima come presidente della regione Toto’ Cuffaro che è stato condannato per favoreggiamento aggravato ad associazione mafiosa. Tengo a sottolineare che siamo un movimento politico ma non vogliamo che Addio Pizzo sia associato a qualsivoglia partito. Siamo un’associaziona a-partitica che si muove all’interno di una più vasta realtà di movimenti civili.

Un libro Di Pico Di Trapani : “Viaggio in Sicilia”, I luoghi del turismo responsabile, Navarra Editore

N.G. : Qual è l’approccio che i siciliani hanno verso la vostra realtà? Pensate che la vostra esperienza stia contribuendo a far crescere la cultura della legalità nel territorio?

S.B.: Sicuramente si tratta di un processo storico che sta avanzando e progredendo. Fino a 2004 esisteva solo Tano Grasso a Barcelona Pozzo di Gotto e di antiracket non se ne parlava proprio. Oggi abbiamo più di 10 000 consumatori critici, più di 800 commercianti aderenti e molti adesioni dalle associazioni professionali e il progetto PON che coinvolge 140 scuole, tutto questo vuol dire che qualcosa sta cambiando. Palermo sicuramente non è quella di otto anni fa.

N.G.: Ultima questione: Anche in Campagna, come in Puglia e in Calabria, esistono delle associazioni antiracket? Avete dei rapporti con queste esperienze di impegno civile?

S.B.: E’ importante fare rete. In Sicilia, abbiamo rapporti con Addio Pizzo Catania, Messina.. al fine di far crescere questi rapporti abbiamo partecipato ad un’iniziativa che si è svolta a Matera insieme a una sezione locale dell’associazione Libera. In una terra dove si assiste alle prime infiltrazioni mafiose come nell’area di Policoro. Un altro gruppo è stato a Reggio Calabria, ha partecipato ad iniziative insieme ad un associazione locale che si chiama: « Ammazzateci tutti ».

C.U.: Attraverso la rete stiamo sviluppando una serie di rapporti non solo con associazioni italiane ma anche straniere. Ad esempio, una di Berlino che si chiama « Mafia nein danke » e prossimamente un nostro associato sarà presso di loro. Per noi avere rapporti con tutti è molto importante perché vogliamo far passare il concetto che la mafia non è solo un problema siciliano ma globale. Essendo ormai un fenomeno articolato e internazionale anche costruire una cultura anti mafia non puo’ essere un problema solo locale o nazionale, ma è un problema che deve impegnare tutti i paesi.

Evolena : Qual’è un’altra iniziativa a cui tenete molto?

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S.B.: Teniamo molto ad un’iniziativa che si chiama la « Festa del consumo critico » che si tiene ogni anno (quest’anno dal 17 al 19 maggio, ndr) a Palermo nel Giardino Inglese. Il tema è stato « I beni comuni contro Cosa Nostra », una kermesse che comprende dibattiti sul tema della legalità, ma naturalmente abbiamo anche i nostri commercianti, quindi un momento utile di cultura e d’impresa, di riflessione e di divertimento, arricchito sempre di concerti e di spettacoli teatrali.

Evolena e Nicola Guarino

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Evolena
Michèle Gesbert est née à Genève. Après des études de langues et secrétariat de direction elle s'installe à Paris dans les années '70 et travaille à l'Ambassade de Suisse (culture, presse et communication). Suit une expérience associative auprès d'enfants en difficulté de langage et parole. Plus tard elle attrape le virus de l'Italie, sa langue et sa/ses culture(s). Contrairement au covid c'est un virus bienfaisant qu'elle souhaite partager et transmettre. Membre-fondatrice et présidente d'Altritaliani depuis 2009. Coordinatrice et animatrice du site.

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