“Qualcosa di straordinario”, una favola di Stefania Cialone

Sono sempre stato del parere che le favole dovrebbero servire a semplificare il mondo e a renderlo migliore di quello che è attraverso storie il cui messaggio finale è il prevalere del bene sul male.

Le favole sono narrazioni originarie della tradizione popolare, ma anche la modernità si avvale del tradizionale racconto centrato su avvenimenti e personaggi fantastici, fate orchi esseri giganti, esemplari della fauna terrestre e marina, tutti personaggi, protagonisti e comparse, coinvolti in storie con un sottinteso intento formativo o di crescita morale.

bussiidu24994.ido20256.ide20193.idv20123__copertinaanteriore-be841.jpg

E’ quanto si propone Stefania Cialone in “Qualcosa di straordinario”, il suo esordio narrativo, una favola che narra della storia d’amore tra Myriam e Jason.

La giovane, figlia unica, vive a Londra con i genitori, una ragazza frivola, volitiva, ambiziosa e viziata, pronta a soddisfare qualsiasi desiderio con Jason sempre al suo fianco malgrado le continue intemperanze.

Ma ben presto la noia s’impossessa della sua persona non avendo più cosa desiderare, tranne un sogno, quello di visitare gli Stati Uniti d’America, che si avvera quando una mattina la madre, la signora Watson, le annuncia la partenza per Los Angeles, destinazione Malibù, posto incantevole che Myriam raggiunge in compagnia dei genitori e di Jason.

Dopo un breve periodo di serenità in terra americana, la noia s’impadronisce di nuovo della ragazza, la quale durante una crociera sul Pacifico comincia a dare segni di irrequietezza con comportamenti strani, abbandonata in un atteggiamento egoistico che le consente di fare ciò che vuole senza dar conto a chicchessia, tantomeno a Jason.

La crudeltà di Myriam porterà alla morte, per sfuggire alla cattura, della piccola sirena Charlotte, alla morte dello stesso Jason nel tentativo di catturare Michèle, la sorella di Charlotte. Una perdita, quella di Jason, che dopo varie avventure le insegnerà a rispettare momentaneamente il mondo, il prossimo e tutto ciò che la circonda.

Ma grazie ad un sortilegio la sirena Michèle è in grado di trasformarsi in una creatura umana, potendo contare tra l’altro su doti magiche in grado di darle tutto quello che desidera, operando sui genitori di Myriam e sullo stesso Jason una serie di disavventure che trasformeranno la ragazza da cattiva viziata ed egoista in essere la cui vita sarà costellata da amore senza fine. Grazie alla bella sirena Michèle, Jason tornerà alla vita, la madre di Miriam guarirà dal male che l’aveva colpita e la stessa ragazza finalmente cambiata e memore della lezione, potrà coronare il sogno di sposare Jason, confermando l’assunto iniziale che lo scopo delle favole è quello di semplificare il mondo e renderlo migliore di quello che realmente è.

Michèle sarà capace attraverso un atto d’amore a rinunciare a Jason del quale s’era invaghita, pur di regalare a Myriam una dote che non possedeva: l’amore.
Un esordio narrativo positivo questo di Stefania Cialone attraverso una scrittura asciutta, lineare e ricca di pathos nell’esternazione di sentimenti essenziali per consentire ad una umanità distratta di proseguire sulla retta via del reciproco amore e rispetto fra gli uomini.

Un filone, questo della favolistica, che gode ottima salute. Ne è la riprova la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna che quest’anno compie mezzo secolo di vita. Secondo i dati dell’ultimo rapporto sulla promozione della lettura, il 50% dei lettori smette purtroppo di esserlo non appena compie i venticinque anni.
Un segnale negativo e preoccupante, perchè l’obbligo di leggere per formarsi non dovrebbe terminare mai, ma soprattutto perchè l’immagine del mondo degli adulti fatto di un contesto senza libri, non depone certamente bene per quanti ritengono che più si legge e più ci si rende conto della grande ignoranza e miseria che pervade l’uomo.

Raffaele Bussi

Article précédentIl sogno verde di Teheran
Article suivant“Il talento della malattia” di Alessandro Moscè – Intervista all’autore.
Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).