Osservatorio della memoria e convegno sull’autobiografia – Bovino 2013

Raccontare la scienza e raccontare di sé: un convegno molto speciale sull’autobiografia, organizzato dall’“Osservatorio scientifico della memoria scritta, orale, filmica e del patrimonio autobiografico”, si terrà a Bovino (Puglia) dal 7 all’11 agosto 2013. La vostra “memoria” è invitata a partecipare.

Raccontare la scienza: biografie e autobiografie di scienziati tra caso e necessità” : con questo titolo l’Osservatorio della memoria scritta, orale, filmica e del patrimonio autobiografico apre il call for papers per il suo XII convegno, che si terrà a Bovino (Puglia) dal 7 all’11 agosto 2013.

Che il discorso scientifico non si esaurisca nell’elaborazione di dati e risultati per definizione “oggettivi” si mostra ogniqualvolta la scienza sia chiamata a dialogare con la politica, la fede, la società in generale. Agli scienziati e alle scienziate si rivolge l’opinione pubblica invocando una risposta definitiva su questioni che, in ultima analisi, restano soggette a scelte individuali e/o politiche, come il dibattito sul nucleare, gli Ogm, l’eutanasia. Il XII incontro dell’Osservatorio si incentra proprio sulla soggettività dello scienziato, sul modo in cui questi vede se stesso e la sua attività, sul rapporto tra l’agire scientifico, il caso e la necessità. Il tema del colloquio 2013 si riallaccia così da un lato a quello del 2012 sull’èthos dello scienziato, dall’altro a quello del 2011: Tessere i racconti di sé tra fato e teleologia.

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L’Osservatorio della memoria scritta, orale, filmica e del patrimonio autobiografico è stato fondato nel 2002 da Beatrice Barbalato, come organismo scientifico dell’associazione “Mediapolis-Europa” (http://www.mediapoliseuropa.com). Nel tempo esso ha riunito un numero sempre crescente di studiosi provenienti da discipline diverse: narratologi, linguisti, storici, semiologi, storici dell’arte e della letteratura, esperti di cinema e, in tempi più recenti, anche matematici e fisici. Accanto al convegno annuale, incentrato di volta in volta su un particolare aspetto dell’autobiografia e della biografia, l’Osservatorio pubblica dal 2008 la rivista scientifica Mnemosyne, o la costruzione del senso (Presses universitaires de Louvain www.i6doc.com), che riunisce i contributi più significativi del convegno, lasciando tuttavia spazio anche ad apporti esterni sul tema prescelto.

Nel proporre una riflessione sulla soggettività del sapere scientifico – proprio quello che più di tutti sembrerebbe legato a un principio di imparzialità -, ossia sulle forme soggettive, individuali, in cui gli scienziati e le scienziate si raccontano nelle autobiografie, o sono rappresentati nelle biografie, l’Osservatorio prosegue la sua tradizione di valorizzazione dell’esperienza del singolo nella costruzione del sapere collettivo. In questo la scienza è sorella della storia, della letteratura, delle arti in generale, ma anche del patrimonio culturale che le società si tramandano da generazioni, e che di rado trova spazio nei luoghi “ufficiali” della memoria, come denunciava Brecht già nel 1935 nella poesia “Domande di un operaio che legge”. Le biografie e le autobiografie rappresentano così il trait d’union tra esperienza individuale e patrimonio collettivo, da una parte perché in esse si rispecchia il sostrato culturale (linguistico, sociale, antropologico, storico) con cui l’autore o l’autrice si confronta, dall’altra perché qualsiasi racconto, ancor più se autobiografico, passa attraverso la soggettività di chi narra, che lo pensa e lo comunica con gli strumenti intellettuali ed espressivi che ha a disposizione.

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Dal proposito dell’Osservatorio di accostarsi al patrimonio autobiografico in modo scientifico – e in questo senso in-parziale, ossia ricercando una visione globale – derivano alcune scelte fondamentali, sia sul piano metodologico che tematico: prima tra tutte l’impostazione interdisciplinare del convegno, che nel corso del tempo è andata accentuandosi e che ha reso possibile, nell’agosto 2012, la partecipazione di fisici accanto a storici della letteratura, di matematici accanto a linguisti e filosofi. Tale impostazione offre evidentemente il terreno adatto a un confronto metodologico, oltre che tematico, imponendo in più ad ogni disciplina una riflessione metadiscorsiva sulle proprie prospettive e sui modi adatti a comunicarle, in un contesto appunto interdisciplinare ben più ampio di quello tipico di un gruppo di “addetti ai lavori”.

Nella stessa direzione va la transmedialità tipica del convegno, che vuole mettere in dialogo la tradizione scritta con quella orale e audiovisiva, tematizzando esplicitamente il lavoro dell’interprete, che con mezzi diversi ricostruisce una particolare storia di vita (la sua o quella altrui).

Caratteristica dell’Osservatorio è inoltre la sospensione della separazione radicale tra cultura “alta” e “bassa”, non perché non si riconoscano delle differenze nella concezione e nelle intenzioni dei diversi prodotti culturali, ma proprio in virtù del superamento dell’ottica parziale di una storia culturale basata esclusivamente sulle “eccellenze”. Così ad esempio per il convegno 2013 sono previsti interventi sulle autobiografie e biografie dei “saggi popolari” oltre che su quelle dei “sapienti accademici”. Con le stesse intenzioni, al convegno annuale è auspicata la partecipazione anche di un pubblico non accademico.

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Laddove in molti ambiti del sapere la comunicazione si svolge in un’unica lingua, l’inglese, l’Osservatorio della memoria scritta, orale, filmica e del patrimonio autobiografico si definisce plurilingue. Sebbene le lingue più comunemente impiegate nel convegno siano l’italiano e il francese, sono previsti contributi anche in inglese e in spagnolo, secondo un principio di varietà che contraddistingue anche l’approccio interdisciplinare e transmediale.

A fare da sfondo a tale varietà linguistica e culturale è il paesaggio mozzafiato dei monti Dauni, nella provincia di Foggia. Nei primi anni il convegno si è svolto a Panni, mentre dal 2008 esso ha luogo nel castello Guevara di Bovino, una cornice estremamente suggestiva, che ripaga del viaggio i partecipanti – provenienti da quasi tutti i continenti – e che probabilmente conquista subito un posto speciale nella memoria autobiografica di ognuno di loro.

Giulia Pelillo
Università di Heidelberg

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