Carlo Maria Martini: l’uomo del dialogo alla ricerca della verità

La morte del cardinale Carlo Maria Martini ha risvegliato gli animi polemici (mai sopiti, in realtà) di quanti vedono una netta divisione all’interno della chiesa cattolica tra progressisti e tradizionalisti. I giornali di questi giorni, almeno in Italia, hanno fatto a gara nel ricercare le affermazioni più particolari del cardinal Martini, soprattutto quelle (che sembrano) più distanti dall’insegnamento ufficiale della chiesa cattolica.

A Carlo Maria Martini quest’atteggiamento non sarebbe piaciuto: lui si vedeva più un ante-papa che un anti-papa (una vocale fa la differenza!). Lo afferma nel libro “Conversazioni notturne a Gerusalemme” (Mondadori 2008): dice di sentirsi un «precursore e preparatore per il Santo Padre», uno che indica un po’ la strada da seguire, che mostra quali sono i veri problemi della chiesa e degli uomini, dentro e fuori la chiesa.

Naturale che una posizione del genere sia diversa da quella che ha il papa (il papa come figura in genere e, in particolare, un papa conservatore come Benedetto XVI): e diversa non vuol dire necessariamente antagonista.

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Lo riconosce lo stesso pontefice nel messaggio inviato alla chiesa di Milano in occasione dei funerali del cardinal Martini. Secondo il papa, il cardinal Carlo Maria Martini era: «attento a tutte le situazioni, specialmente quelle più difficili, vicino, con amore, a chi era nello smarrimento, nella povertà, nella sofferenza».

Un’attenzione che, gioco forza, porta ad assumere atteggiamenti altri da quelli che si assumono in Vaticano. Quest’attenzione è messa ben in luce anche dal messaggio con cui il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha reso omaggio al compianto porporato:

«Nella metropoli lombarda ha lasciato l’impronta profonda della sua attività pastorale così ispirata e socialmente sensibile. La sua sapienza e la sua visione universale si sono proiettate nell’area più vasta della Cristianità e lungo i percorsi innovativi del dialogo inter-religioso».

Tutto rose e fiori, quindi? No certamente. Ma nemmeno tutta questa guerra che molti mezzi di informazione vogliono farci credere. Non dimentichiamo, infatti, che il cardinal Carlo Maria Martini è stato da tutti riconosciuto come l’uomo del dialogo che, come ogni vero dialogo, porta con sé punti di vista diversi. Non è certo un caso che il suo motto episcopale fosse Pro veritate adversa diligere, cioè “Per la verità scegliere anche le situazioni sfavorevoli”.

Roberto Russo

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