Pazienza olimpica.

Per noi italiani all’estero, queste Olimpiadi londinesi sono un vero tormento. A Parigi, ma credo in tutti luoghi che non siano l’Italia, anche se hai un abbonamento televisivo che prevede i canali RAI, non puoi vedere le gare. Uffa!!! E’ un’ingiustizia però! Paghiamo per vedere la Rai e la Rai non permette di vedere i suoi canali all’estero quando ci sono competizioni sportive importanti.

Non ci resta che vedere i canali francesi, i quali spietatamente ci mostrano francesi in tutte le salse, peraltro, in queste olimpiadi, spesso vincenti. Al nuoto non ne parliamo, mia moglie mi tormente con i loro successi tra Muffat e Agnel è una continua gloria per la grandeur transalpina. Per contro la nostra Pellegrini sembra più impegnata ad avere un ingaggio per un reality show che a prendere medaglie, il fidanzato, Magnini, dati i suoi risultati temo che dovrà cercarsi una fidanzata magari ad Ostia Lido.

Un tormento. Disperatamente si consultano siti di giornali o RAI News24, vediamo anche quella, per avere notizie fresche, ma tutto tace. Dopo la partenza con il botto (5 medaglie in un giorno), sembra che l’Italia abbia altro a che pensare (e forse ha ragione). Ogni volta che si passa alle notizie di Rai news 24, tra una vittoria e l’altra dei francesi, ci s’imbatte nello spietato spread che sale e scende, nella solita politica di annunci e contro annunci, dove ogni ora sembra che sia pronta una rivoluzione mentre in realtà non cambia mai quasi niente.

Vignetta Emanuela De Siati

E noi lì a sognare il mitico Galeazzi che grida le vittorie italiane nel canottaggio o nelle canoe, mentre pare che si stenti anche lì. Appena arriva una medaglia d’oro (per ora solo tre) si attende fino a notte per vedere se la TV francese ci fa la grazia di mostrarci il tricolore (il nostro) che sventola lieto mentre l’inno di Mameli echeggia negli stadi e nei campi. Ma niente da fare i francesi, mostrano solo francesi, si dirà che anche l’Italia mostra solo gli italiani.

Vignetta di Emanuela De Siati

Non è proprio così. Ricordo quando le Olimpiadi le vedevo in Italia, vedevo fior d’incontri di basket tra americani e sovietici, match di boxe a volte con atleti improbabili; ricordo un laotiano che tirava cazzotti a martello (una roba da circo). Ricordo estenuanti serate di ginnastica con sovietici e giapponesi a combattersi sportivamente punto a punto.

Qui, invece, vediamo francesi e peraltro, se stiamo godendoci la fortissima squadra di basket transalpina all’improvviso siamo interrotti dalla visione di una francese che gareggia per il tiro con l’arco (sich!). Vi rendete conto? finiamo di vedere il basket per Lei…..da non crederci.

Insomma ci vuole pazienza, una pazienza olimpica direi, mentre mia moglie infierisce con i suoi sorrisi indulgenti come a dire: “Eh… che ci vuoi fare”. Ogni volta che vinciamo (raramente) fegatosi stiamo ad esultare come a rinfacciare ai nostri cugini, le troppe medaglie prese.

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Quando loro perdono siamo poco credibili, facciamo vedere che ci dispiace ma in realtà meschinamente ne gioiamo.
Eppure chi lavora in Francia l’ama, come sono certo che chi lavora in America o in Germania o in Inghilterra, ama quei paesi, ma si sa, da sempre, l’emigrante ha il suo riscatto nello sport.
Lo raccontano anche bellissime pagine di letteratura e anche celebri sequenze di film.

Come dimenticare il film “Pane e cioccolata” di Brusati in cui Manfredi emigrato in Svizzera, fattosi biondo per meglio integrarsi con gli elvetici, guardando in un Caffè una partita di calcio degli azzurri, non riesce a trattenere il suo grido: “Gooool”, alla rete italiana, rischiando la rabbia degli indigeni presenti, quelli veramente biondi?

Ma si sa la patria è patria e anche se a volte sentiamo la nostra “Italietta”, come un paese ingiusto, pasticcione, fatto di furbi e canaglie, anche se alcuni di noi sentono il bisogno di nascondere le proprie origini o di misconoscerle, magari non facendosi biondi, ma cercando di non parlare mai la propria madre lingua, non possiamo fare a meno di amarla, così com’è; bella e dolente, piena di perle ma anche di alcuni porci.

(nelle foto dall’alto in basso la tripletta italiana nel fioretto individuale; Nino Manfredi in Pane e cioccolata di Franco Brusati).

Veleno


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1 COMMENTAIRE

  1. Pazienza olimpica.
    Per quanto il tuo pseudonimo sia un pochino amarostico, trovo davvero carinissimo quanto scrivi. é vero, qui in Italia in questo periodo sono state trasmesse le performance di ogni nazionalità, senza eccezione. Mi spiace rigirare il ‘dito nella piaga’ ma l’egoismo francese mi sembra perfino ridicolo. Almeno quello del mondo dei media.

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