Itaker – un film Vietato agli Italiani

In Italia esce il 29 novembre un film del giovane e talentuoso regista siciliano Toni Trupia. Il regista racconta il dramma dell’emigrazione attraverso la vicenda di un bambino come specchio di tutta la società di allora e di oggi. “Itaker” è il termine usato dai tedeschi per definire gli emigrati italiani (gli “italianacci”). Un ottimo film.

E’ un luogo comune, ormai, paragonare la vicenda storica degli italiani emigrati nel mondo con quella dei tanti immigrati extracomunitari che, nella speranza di riuscire a riscattare una vita fatta di stenti e difficoltà nei paesi di origine, sono arrivati in Italia negli ultimi quindici anni. Eppure quelle che realmente sono state le difficoltà dei nostri connazionali all’estero, in un periodo in cui il nostro paese cercava faticosamente di risollevarsi dalle rovine della guerra, raramente sono state affrontate dal nostro cinema.

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Itaker è il racconto di un viaggio dall’Italia alla Germania, nel 1962. Un viaggio particolare: a compierlo è Pietro, un bambino di 9 anni orfano di madre, partito per ritrovare il padre emigrato, di cui da tempo non si hanno notizie. Con lui, un sedicente amico del padre, Benito, un giovane uomo dai trascorsi dubbi in cerca in Germania di un riscatto personale.

Sul loro percorso Pietro e Benito incontrano mondi diversi: quello della fabbrica di Bochum, la comunità italiana in città (gli itaker, “italianacci”, uno dei tanti appellativi degli emigrati italiani in Germania); il mondo dei magliari, del contrabbando – fatto di valige ed espedienti – quello dell’incontro non sempre pacifico tra italiani e tedeschi. Diverse piccole patrie in cerca di identità.

Sullo sfondo di una storia cruciale ma poco ricordata, il racconto di una crescita e della lotta sempre presente tra sopravvivenza e sentimenti.

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Il cast vede la presenza di Michele Placido nel ruolo di Pantano, malavitoso nostrano: sornione, sarcastico, raffinato in apparenza nasconde un’anima popolare molto schietta e decisa.

La bravissima Monica Birladeanu nel ruolo di Doina, personaggio che cerca di fuggire dalla miseria e dalla povertà cercando una vita migliore altrove: una donna indurita dalle dure condizioni di lavoro che si lascia andare a momenti di dolcezza nei confronti del piccolo protagonista.

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Tra gli attori protagonisti un bravo Francesco Scianna che per rendere credibile, da siciliano, il suo personaggio napoletano, ha vissuto un mese e mezzo in Campania per riuscire a regalare agli spettatori un’ottima interpretazione del suo Benito. Benito ha una gran voglia di migliorare la sua posizione sociale e persegue con ingenua foga il suo obiettivo.

Sicuramente merita un occhio di riguardo la prima apparizione sul grande schermo di Tiziano Talarico, un bambino che nel film dopo la morte della mamma parte per la Germania alla ricerca del papà. Interpretazione sicuramente degna di nota in quanto si tratta di un bambino di nove anni alla sua prima esperienza sul set.

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Itaker-Vietato agli italiani un film di Toni Trupia, regista che mi ha già personalmente stupito, qualche anno fa, con una bella opera prima
(L’uomo giusto – 2007) e che sicuramente ci sta riuscendo con questa sua seconda creazione.

Andare al cinema il 29 novembre a vedere Itaker è un modo per sostenere le nuove proposte del cinema italiano che incontrano la difficoltà di farsi notare dalle grandi case di produzione e distribuzione legate ad un mondo in cui ciò che conta sono gli incassi ai botteghini e non necessariamente la qualità artistica dell’opera. E che trovano la difficoltà di essere accettate nei grandi festival solo perché non ancora parte integrante di un circuito, quello della cinematografia italiana, in cui forse la conoscenza e non la bravura fa ancora la differenza.

Cassandra

BIO DI TONI TRUPIA

Toni Trupia è nato ad Agrigento il 6 maggio 1979.

Nel 1996, dopo il diploma, si trasferisce a Roma dove, nel 2001, dopo varie esperienze che lo vedono impegnato tra cinema e televisione, comincia a frequentare il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Precedentemente ha già diretto alcuni cortometraggi, tra cui Rigor Mortis (Arcipelago 1998) e Punti di vista: Favara Sconosciuta.

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Nel 2003 è assistente alla regia di Mario Monicelli per il cortometraggio L’appello di un amico. Tra i suoi lavori successivi troviamo Fazzu tozza e jettu ‘o ventu (2001 – Arcipelago 2002), La morte del vecchio (2002 – Taormina Film Festival; European Film Festival), Za La Mort (CortoLazio 2003), Tita (Anteprima Spazio Giovani – Torino Film festival).

Cari amici vicini e lontani (2004) (prod. RAICINEMA, con Lando Buzzanca) uscito nelle sale, è il suo saggio di diploma.

Nel 2005 è stato assistente alla regia di Michele Placido per il film Romanzo Criminale e con lui nel 2010 ha scritto la sceneggiatura del film con Kim Rossi StuartVallanzasca. Ha anche insegnato regia alla Nuct – Scuola Internazionale di Cinema e Televisione di Cinecittà.

Dopo il primo lungometraggio L’uomo giusto (2007): prodotto dalla società di produzione MetroGolden Minor, appositamente creata da Michele Placido ed ha vinto il premio come migliore Lungometraggio al Film Festival del Garda (giuria presieduta da Morando Morandini), il premio OperaPrima al BAFF(Busto Arsizio Film Festival – presidente della Giuria Pupi Avati), il premio come migliorlungometraggio al Levante Film Festival , il premio come Miglior sceneggiatura alla Mostra del cinema delloStretto (Messina).

Nel 2010 il film verrà distribuito negli Stati Uniti dalla società Mediafusion DC.

Ha girato nel 2012 il film sugli immigrati italiani nella Germania degli anni ’60 Itaker – Vietato agli Italiani.

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