Questa invece è una tragedia !

Le favole, ad usum puerorum, evocano un mondo come si vorrebbe che fosse, le tragedie sono invece…

(N.B. Le favole, ad usum puerorum, evocano un mondo come si vorrebbe che fosse, magari, non si sa mai, ‘sti bambini venissero su meglio di noi ; le tragedie sono invece il mondo come realmente è stato ed è, dopo inquietante preparazione, o, quando si scoppia d’ottimismo, come potrebbe diventare : sono per quando, bambini più grandi, abbiamo capito che spesso questo mondo è anche ‘na schifezza)

VIETATO AI MINORI DI DICIOTTO ANNI

Il grande Luigi Pintor, verso la metà degli anni ’70, quando il Partito Comunista era grande anche lui, talmente grande da star per superare superbamente un’agonizzante (si diceva) Democrazia Cristiana per formare un governo delle sinistre, ci rimase malissimo, e noi con lui: il sorpasso fallì, e l’agonizzante Democrazia Cristiana sembrò rinascere (sembrò) “più bella e più superba che pria” (bravo… grazie!).

“Moriremo democristiani” s’intitolava, all’indomani di quelle elezioni, un suo memorabile, scorato, indispettito editoriale, sul Manifesto. Non sapeva che sarebbero morti prima loro, quei democristiani, ma non della malattia che avevamo diagnistocato noi, ché sarebbero morti con essi anche i gloriosi comunisti. Soprattutto non sapeva, ahilui e ahinoi, che sarebbe venuto un giorno in cui li avremmo rimpianti, quei democristiani.

Resta ora da capire, fra tante altre cose, se questa nostalgia, questa presunta decadenza, i guasti (presunti sempre, per carità, è solo un’ipotesi!) attuali sono il frutto di un miracolo alla rovescia, nel senso di un improvviso, inspiegabile tracollo; o se invece stavano lì da prima, silenziosi o brontolanti, magari, come il dramma di Edipo, mascherati sotto un benessere e una facilità incantatori. Io, lo si sarà capito, indulgo a questo “o se invece”.

Grande momento, è vero, la Resistenza (con il suo inevitabile, o forse anche in parte evitabile, e comunque da non nascondere, codazzo di nefandezze: ma oggi alcuni vorrebbero metterlo al centro, il codazzo — attenzione: revisionismo…); grande momento i primissimi anni che seguirono la Liberazione, con la scrittura di una Costituzione fra le « più avanzate e moderne del mondo »: e certo furono « decisivi » i comunisti, ma forse ancora di più la sinistra non comunista, il civilissimo e libertario soffio dell’azionismo (Giustizia e Libertà!) quello che animavano galantuomini come Ferruccio Parri, Norberto Bobbio, Vittorio Foa; grande momento, ancora, la vittoria della Repubblica — ma quanta fatica, troppa nei confronti di quella Monarchia cosi’ vile : come mai? E poi, come mai la « soprendente » (il primo « miracolo »?) vittoria democristiana, alle elezioni del 1948? Così, l’ombra del cattolicesimo di Pio XII (che a noi continua a non piacere) si stendeva sull’intera società italiana…

Caro Veleno, che quella Democrazia Cristiana, che ha governato l’Italia per più di 40 anni, lo abbia fatto “per il bene del Paese” mi sembra veramente una grandissima, e quasi comica (se non fosse drammatica), “favola”: basta vedere o rivedere lo straordinario “Il Divo” di Paolo Sorrentino per ricordarsi di che pasta era fatta quella classe dirigente. Certo, in quella DC poteva esistere anche lo spirito della Resistenza, e c’erano nella sue fila anche dei galantuomini (la mia preferita era e rimane la “galant-donna” Tina Anselmi), e probabilmente la “solidarietà” cattolica, anche se spesso assai pelosa, era meglio del cinismo ultraliberale odierno (anche se oggi le predicazioni di Giuliano Ferrara sembrano miracolosamente conciliare entrambi); certo, l’opposizione in parlamento era più agguerrita, aveva delle idee, aveva uomini e donne, con cui forse non si era d’accordo, ma sicuramente di ben altra pasta di quelli che si “oppongono” oggi (ma ‘unne? ma dove?), e fuori la società civile era più in forma, più luminosa (se penso a Beppe Grillo mi viene da piangere…), per non parlare della cultura, nel cinema, nella letteratura : sembrava effettivamente un altro paese. Pure, è là dentro che è maturata ‘a nuttata attuale, è la dentro che sono prosperate mafia e camorra, la corruzione…

Già, la corruzione: nel passaggio da Prima a Seconda Repubblica, verso la fine degli anni 80 (la oramai leggendaria fase di Mani Pulite) si è per qualche attimo pensato che l’Italia, maturata dalle lotte e dalle conquiste civili degli anni sessanta settanta (ma si’, nonostante la terribile appendice del Terrorismo, gli oscuri “anni di piombo”, quel lungo periodo di battaglie è stato globalmente formidabile) potesse finalmente diventare un paese “diverso”, e diversamente moderno, compiendo, o avanzando ulteriormente, in quanto di incompiuto era rimasto nella “avanzatissima” Costituzione italiana.

Ma sappiamo che non è stato cosi’— forse i lampi della Resistenza e dell’immediato dopo-guerra, e quello degli anni sessanta settanta ci hanno illuso: c’era e rimaneva un’Italia fascista, mai veramente processata e risolta (forse la retorica della “Repubblica nata dalla Resistenza” ha avuto come effetto negativo una mancata autocritica in profondità di quel che era successo: come mai sino al 1943-44 erano stati cosi’ pochi gli oppositori al fascismo?). In fondo oggi è come se quell’Italia, quella che e un tempo si chiamava la “maggioranza silenziosa”, avesse cominciato, ricominciato a parlare, e anche ad urlare (non si discute più), con fierezza e arroganza (“maggioranza rumorosa”, dunque, e che dà il peggio di sé in termini di volgarità , di superficialità , di cinismo, di razzismo, di arrivismo, di becero opportunismo: e come dice Veleno : “che siano stramaledetti gli ismi….che torneranno di moda!”).: ma è tutt’altro che una novità, è la vecchia Italia controriformista di sempre (la stessa che criticano diversamente Leopardi e Manzoni!), che prende abito di modernità, è “l’eterno fascismo italiano”.

Questo è successo quando, per implosione interna ed esplosione esterna (il contesto internazionale, a partire dalla caduta del Muro) sono spariti democristiani e comunisti (fra l’altro, dove siano spariti i primi è più facile immaginarlo, ma i secondi, c’est incroyable! ed eran milioni: è l’ennesimo « miracolo » Bel Paese style…), e l’Italia si è spettacolarmente “trasformata”, con un ritmo quasi da paese dell’Est : boum! Quasi che nel suo piccolo – un po’ come la fine dell’equilibrio Ouest-Est ha fatto nel mondo – il finire dello stato catto-comunista avesse, anche, liberato vecchi miasmi, vecchi istinti razzisti, xenofobi, fascisti, sempre esistenti, ma parzialmente sopiti. Per noi, è la vecchissima “l’Italia fa schifo” gridato da Alberto Sordi in “Una vita difficile” che ritorna come una profezia, quasi un programma (clicca qui: http://ealcinemavaccitu.blogspot.com/, cerca, guarda e leggiti il bellissimo commento di Alt, in omaggio a Dino Risi). E dico anch’io, troppo café du Commerce… Alt

Conclusione. L’altro giorno un ragazzo mi ha avvicinato con una rivista, Toute la vérité: gli ho spiegato che non potevo leggerlo, perché il titolo mi faceva venire la pelle d’oca. Ecco perché questa non vuole essere la mia verità, intera, da contrapporre a quella dell’amico Veleno. Ma visto che abbiam preso il vizio di stuzzicarci, mi è venuto di proporre un altro tassello, una tragedia (ahinoi) non da contrapporre ma da aggiungere alla sua “favola”. E ben ne vengano degli altri.

Arabis

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