A ognuno il paese che si merita?

Ieri mi aggiravo per il mercato di Bologna come spesso faccio il
finesettimana. Un miscuglio di lingue, gente che vende, compra, non c’è niente
di familiare, un’accozzaglia di vestiti sintetici dai Cinesi e un odore che mi
rende quasi asmatica, vestiti stock dai Pakistani di alte firme, napoletani,
bolognesi, di tutto, di più.

Mercato Multietnico di Bologna

Avvistato un vestitino per il gran caldo, sento
dire da un commerciante: “ Io adesso questi giocatori non li sopporto più,
guadagnano miliardi, non è giusto in un momento così particolare e difficile
nei confronti di chi guadagna poco o è disoccupato”- Mi viene da pensare – sì,
giusto..ma..chi ha trasformato questo sport in Italia come l’unica passione
possibile? L’unica per cui spendere un sacco di soldi? L’unica che ha reso
celebri questi giocatori come se avessero fatto una scoperta scientifica in
grado di salvare migliaia di vite?”. E credo che lo sport sia solo un esempio
per poter spiegare come l’italiano medio abbia passioni da poco, passioni di
persone che leggono poco, che sono poco informate, che non hanno un vero
spirito critico e che individuano il divertimento con attività banali e che
coinvolgono la maggior parte della gente.

Sembra un discorso noiosetto il mio,
chissà, uno stereotipo sul quale sbuffare, ma vorrei far presente che la parola
cultura non deve per forza spaventare. Lo spirito critico di cui accennavo, si
forma in seguito a una vita piena di esperienze interessanti, viaggi, studi,
incontri con persone, divertimento quindi e la criticità ci servirà a capire
quando l’economia ci propina cose noiose che annoiano la nostra individualità e
quando questa invece viene sollecitata da un interesse che ci tocca nel
profondo.

Michela Marzano

Venerdì, la filosofa Michela Marzano, ha parlato durante un incontro, di
libertà individuale. Citando Schopenhauer: “Si è liberi di fare quello che si
vuole, ma non di volere quello che vogliamo”.

Questo significa che oggi sembra che ognuno di noi abbia la libertà di fare
quello che più piace o desideri, ma vogliamo davvero quello che vogliamo? La
nostra individualità è davvero così libera dagli stereotipi a cui siamo legati
socialmente? Siamo davvero liberi di provare sentimenti autentici, liberi da un
conformismo sempre più forte? E infine, i nostri pensieri sono davvero liberi
da quello che la pubblicità, la coscienza collettiva, ci impone di pensare? Il
tentativo di decostruire un mondo intero, certo, è difficile e ci appare
impossibile. Ma se fossimo davvero muniti di una cultura personale, saremmo
così poco consapevoli? Avremmo una visione così povera del mondo, dei diritti,
della famiglia, del divertimento come ce l’ha l’italiano medio di oggi? Ci
accorgeremmo che gli abusi sulla donna in occidente si possono facilmente
equiparare a quelli del medio-oriente? E qui lancio una provocazione, ma mi
chiedo e vi chiedo: “ Qual è la differenza tra imporre il velo a una donna o
imporle (e intimarle con violenze psicologiche) di girare con vestiti succinti
senza nessun rispetto per il suo corpo? Noi donne, vogliamo davvero uscire per
strada come se fossimo delle bambole su cui ognuno può riporre il proprio
sguardo? Abbiamo davvero un diritto alla nostra individualità e alla nostra
personalità? Forse una parte di donne acculturate riesce a sottrarsi a questa
violenza (forse..), ma tutte le altre?

Euro 2012: Italia - Spagna

A quel signore che si lamentava per gli stipendi troppo alti dei giocatori,
risponderei che ovviamente ha ragione a stupirsi dell’assurdità della cosa. Ma
che quei giocatori, li abbiamo sovvenzionati noi col nostro esclusivo interesse
e passione. Che sono diventati famosi e divi più di un ricercatore che studia
per sconfiggere il cancro proprio grazie al nostro interesse che verso la
cultura non c’è mai stato. E allora, se per gli Italiani divertimento vuole
dire esclusivamente Calcio, beh, che dire..si tengano il calcio e una crisi che
sarebbe stata meno invasiva se come hanno già fatto altri paesi nordeuropei, il
governo avesse investito sulla ricerca e sui giovani, gli unici a poter voltare
pagina in una situazione così assurda, già, assurda.

Cassano: « Froci in nazionale? Che devo dire? Problemi loro. Spero che non ce
ne siano!».

Emanuela De Siati

IL BLOG PERSONALE DI EMANUELA DE SIATI: http://emanueladesiati.blogspot.it/


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Emanuela De Siati
Emanuela De Siati, nata a Mazara del Vallo in Sicilia nel 1980. Ha una laurea in Storia e Critica del Cinema e una magistrale in Italianistica presso l'univesità di Bologna dove vive. Scrive e disegna per alcune riviste e siti on line. Cura due blog personali : http://emanueladesiatidisegni.blogspot.it/ e emanueladesiati.wordpress.com

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