Cannes 2012. “Il ritorno alla vita” di Bertolucci con “Io e te”.

Il romanzo breve di Niccolo’ Ammaniti “Io e te”, uscito in Italia nel 2010, non è stato purtroppo tradotto finora in francese, il nuovo film di Bertolucci ne restituisce fedelmente tutta la forza e tutta l’emozione.

Da 10 anni, da “The Dreamers”, Bertolucci, ormai su una sedia a rotelle, non aveva più diretto nessun film. In conferenza stampa ha dichiarato che questo film era il film del “ritorno alla vita”.

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Bernardo BERTOLUCCI con Jacopo Olmo ANTINORI et Tea FALCO

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Cannes celebra Bernardo Bertolucci. E non poteva farlo meglio (ancora una volta) che presentando i suo ultimo lavoro, fuori concorso, « Io e te ». Il tanto atteso film si ispira all’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti (Einaudi Editore). E’ un film intenso, e, come spiega il cineasta, “stranamente ottimistico”. E pure apparentemente giocoso: Bertolucci lo accompagna con una canzone fine anni ‘60, “Space Oddity” di David Bowie, ripresa da Mogol. All’interno del film è addirittura cantata in italiano dallo stesso Bowie. Spiega il regista: “Ho avvertito Mogol, e gli ho chiesto come diavolo fosse riuscito, nel ’68 o giù di lì, a descrivere i due ragazzi del mio film. Mogol la trasformò in “Ragazzo solo, ragazza sola” e ne fece il ritratto di due solitudini sullo sfondo della città.”

Il ragazzo solo e la ragazza sola di “Io e te” sono Lorenzo e Olivia, due fratellastri. Lui ha 14 anni, lei è più adulta ma devastata dalla tossicodipendenza. Sono
due giovani “difficili”. Due solitudini che nel chiuso di una cantina sfiorano il profondo di se stessi, i conflitti generazionali e l’ansia di crescere.

“Volevo venire in competizione a Cannes, quasi lo pretendevo- conferma Bertolucci-. In fondo, mi dicevo, è ‘colpa’ di Cannes se sono tornato a far cinema:
dopo la Palma alla carriera dell’anno scorso mi hanno rimesso addosso la voglia
di lavorare, in più ho finalmente elaborato la mia impossibilità di camminare
e ho scoperto, durante le riprese, che non c’è nessuna difficoltà nel girare
un film seduto su una sedia a rotelle. Poi, però, ho pensato: se vengo in concorso, qualche maligno penserà che sono divenuto vorace di Palme d’oro. E allora ho deciso per il fuori concorso. Ora ne sono felice e sono molto sereno. Ho veramente riconquistato il piacere di lavorare e voglio fare subito un altro film. Ho un bel po’ di tempo perso da recuperare”.

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Bertolucci ha anche commentato il risultato elettorale nella sua città, Parma: l’unico importante capoluogo di provincia che avrà un sindaco “grillino”. “Per la
prima volta i miei concittadini mi hanno sorpreso – dice il regista – Parma è un luogo pacifico e conservatore, e i parmigiani non sanno esprimere le passioni e l’aggressività: era così anche nella nostra famiglia, dove i miei genitori erano talmente buoni che io e mio fratello Giuseppe non siamo mai riusciti ad essere adolescenti ribelli. Basta fare pochi chilometri sulla via Emilia e si incontrano popoli
assai più sanguigni e spontanei. Stavolta però si sono sfogati. È un voto
di rabbia contro le amministrazioni precedenti”.

Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.